Appennino piacentino coperta
Appennino piacentino,  progetti

Appennino piacentino: visita alla Val d’Arda, valle di vini e fiabeschi Castelli.

Conoscete l’Appennino piacentino i suoi bei castelli, i borghi e l’enogastronomia delle sue valli fiabesche?

Un territorio questo che ha mantenuto nel tempo un’identità paesaggistica genuina e incontaminata, oltre che morfologicamente particolare.

Si pensi infatti che L’Appennino piacentino solo per una piccola parte appartiene a Piacenza, infatti per la maggior parte è ligure e confina con ben 4 province: Pavia, Genova, Alessandria e ovviamente Piacenza.

Ho avuto il piacere di partecipare come rappresentante di Viaggi.Cibo.Emilia, insieme alla collega e amica Libera del blog Liberamente_traveller, ad un press tour promosso da Direzione Emilia e da Gal del Ducato.

Il press tour il cui scopo era di natura promozionale si è svolto nelle giornate del 16-17-18 scorsi e ha toccato alcune delle valli più belle dell’Appennino piacentino quali: Val Trebbia, Val Nure, Val Tidone e Val d’Arda.

In questo mio articolo vi parlerò della Val d’Arda e delle magnifiche esperienze fatte in questa parte di territorio piacentino, nella giornata conclusiva dell’evento, il 18 dicembre.

Ad accompagnarmi nel tour due ciceroni d’eccezione: Sara nativa della provincia piacentina e Deborah sua collaboratrice, entrambe facenti parte dell’ Agenzia Food Valley Travel e Leysure.

Press Tour Appennino piacentino

Siete pronti per partire con me alla scoperta di alcune location che, pensate un po’,  sono state persino dei set cinematografici di film famosi?

Vigoleno, maniero difensivo dell’Appennino piacentino.

Vigoleno Appennino piacentino

Questo Borgo e il suo Castello, facente parte del comune di Vernasca rappresentano per me uno scrigno di pura bellezza, come un presepe disperso tra le montagne che ti guarda dall’alto della sua torre difensiva.

Purtroppo siamo capitati in una giornata di nebbia che però ha reso tutto più misterioso e magico.

Le cose che rendono il Borgo di Vigoleno, borgo tra i più belli d’Italia, famoso e tra i castelli dell’Appennino piacentino più frequentati dai turisti sono principalmente tre:

  • Il Mastio Quadrangolare con la sua muraglia merlata
  • Il piano nobile
  • la Pieve di San Giorgio.

Il castello e la muraglia, da torre difensiva a salotto culturale.

Le prime documentazioni che attestano l’esistenza del Castello risalgono al 1100.

Situato in una zona di passaggio tra Parma e Piacenza, vista la posizione tattica ai fini commerciali per quanto riguardava il commercio del sale.

Il commercio avveniva nelle zone di Salsomaggiore e in Liguria, si può immaginare potesse essere utilizzato come base militare.

La Torre alta 42 mt, luogo nel quale si rifugiavano gli abitanti del borgo durante gli attacchi dei nemici, presenta la Muraglia merlata sulla quale si può passeggiare e dalla quale nelle giornate serene si può godere di un meraviglioso panorama.

Consiglio di salire fino all’ultimo piano sulla sommità della Torre per godere di una vista mozzafiato delle colline circostanti.

Su uno dei quattro livelli visitabili del Mastio si trova il Museo di vita Medioevale.

Nel 1200 dopo la dominazione Longobarda, il castello passò nelle mani di Piacenza e nel secolo successivo divenne proprietà di una nobile famiglia piacentina, La famiglia Scotti.

Quest’ultima investì molte delle sue risorse per renderlo un accogliente dimora.

Gli Scotti vendettero il castello nel 1921.

Fu la  principessa Maria Ruspoli de Gramont che vedendolo da lontano mentre si recava a Salsomaggiore in vacanza decise di acquistarlo per renderlo un salotto culturale d’avanguardia.

La Ruspoli moglie di un ricco conte francese, dopo poco tempo dall’acquisto del castello cominciò a viverci, allontanandosi sempre più dal marito molto più anziano di lei.

Il Piano nobile

La Ruspoli visse nel borgo di Vigoleno per 14 anni e anche quando lo lasciò rimase coinvolta emotivamente al luogo e ai suoi abitanti.

Negli anni della sua presenza, il castello si trasformò in un salotto mondano frequentato da illustri esponenti di arte e letteratura quali:

Gabriele d’Annunzio e il pittore Max Ernst solo per citarne alcuni.

Il tenore di vita costoso della principessa divenne tale da costringerla a vendere nuovamente il Castello nel 1935.

Quest’ultimo ad oggi presenta ancora alcuni degli arredi originali fatti realizzare dalla Ruspoli.

Uno tra i più particolari è sicuramente il piccolo e delizioso teatro amabilmente affrescato dal pittore russo Alexandre Iacovleff.

Il teatro è posto in una delle stanza della cosiddetta sala rossa del piano nobile.

Tale teatrino poteva ospitare massimo 13 persone ed era considerato uno dei più piccoli teatri d’Europa.

Tra i mirabili affreschi mostra la principessa Ruspoli , un Arlecchino e sullo sfondo il Castello di Vigoleno stilizzato.

Nella sala rossa inoltre si possono ammirare oltre ai lussuosi arredi (molti di epoca recente).

I soffitti a cassettoni dipinti e un enorme e splendido camino monumentale in pietra, su cui troneggiano due putti che sorreggono un’enorme conchiglia, simbolo di prosperità della famiglia Scotti.

All’interno della sala è presente anche lo stemma della famiglia Scotti rappresentato da uno scudo dipartito con due stelle a 8 punte.

Lo stesso stemma si ritrova nella chiesa seicentesca della Beata Vergine delle Grazie  posta nella piazza principale del borgo, utilizzata ad oggi principalmente per mostre o eventi, perché sconsacrata.

La seconda sala che troviamo nel piano nobile è la sala blu con soffitto a cassettoni stellato.

Sono presenti inoltre stemmi di famiglie nobili imparentate con gli Scotti, e nell’angolo si può notare un mobile che si pensa sia stato dipinto proprio dalla Ruspoli in persona.

La terza sala è la sala del biliardo nella quale anticamente si ritiravano i signori per giocare, alle pareti quadri tra i quali spiccano due rappresentanti della famiglia Scotti.

Una curiosità della sala è che proprio sotto i quadri è presente una porta a scomparsa che permetteva a chi perdeva la partita di lasciare il piano nobile senza passare dalle sale centrali, evitando così lo smacco.

La Pieve di San Giorgio

Una chiesa particolarmente piccola utilizzata ancora oggi per celebrare la messa e composta da tre navate scandite da colonne grandi rispetto all’insieme.

La chiesa in arenaria, datata 1100 d.c, presenta sulla lunetta frontale San Giorgio e il Drago e rappresenta un evidente esempio di romanico piacentino.

Gli ultimi restauri hanno riportato alla luce il soffitto in legno originale e i numerosi affreschi datati 1300 che erano stati ricoperti per tanti anni.

Si possono percepire oltre all’affresco dell’abside maggiore che mostra San Giorgio che uccide il drago e l’incoronazione della Vergine Maria, altri protagonisti nelle pareti laterali quali:

La crocifissione di Cristo, a fianco ad essa i Santi Cosmo e Damiano, nel terzo pilastro a sinistra Sant’Antonio Abate, sempre nella parete di sinistra è presente la Madonna che allatta il bambino, proprio come si era visto nella chiesa della Vergine Beata al centro della piazza.

Terminando possiamo come sempre ricordare che durante il periodo natalizio viene allestito un bellissimo e imperdibile presepe meccanico.

A tal proposito potete leggere il mio articolo sui presepi in Emilia-Romagna.

Info generali:

E’ utile sapere che è possibile effettuare visite guidate e in autonomia.

Da primavera inoltrata fino a fine ottobre le visite si possono effettuare anche durante la settimana.

In Inverno solo nei weekend, riporto qui il sito per ulteriori info.

Il borgo di Vigoleno è raggiungibile sia in auto, che in autobus, che in treno.

Per introdurre il prossimo argomento concluderò dicendo che Vigoleno è terra di Vini e più precisamente di Vin Santo

Sapete qual è l’origine del nome Vigoleno?

L’origine sembra sia romana, la forma latina è Vicus Lyaeo che significa luogo consacrato a Bacco per la squisitezza del suo vino.

Ed è proprio di vino che vado a parlarvi raccontandovi dello splendido incontro fatto a 10 minuti dal castello nella seconda tappa del  press tour…

Cantina Visconti a Vigoleno, produttrice di vini piacentini in armonia con la natura.

La filosofia predominante con la quale la famiglia Visconti produce da molte generazioni il proprio vino, si basa principalmente sul vivere in armonia con la natura.

Svolgere la maggior parte delle operazioni di lavorazione delle uve a mano con fermentazione finale in bottiglia.

Nicola che ci accoglie sorridente, con tono pacato e tranquillo comincia a raccontarci la storia della cantina e i futuri obbiettivi dell’Azienda Agricola.

Ci tiene anche a ribadire che il compito dell’Azienda agricola è anche quello di salvaguardare l’habitat esterno e interno della pianta per non sfruttare eccessivamente sia il suolo che la pianta stessa stressando entrambi.

I vigneti appartenenti alla famiglia Visconti sono quelli del Borgo di Vigoleno, sui colli tra le valli dello Stirone e dell’Ongina che godono di particolari condizioni climatiche.

I vini prodotti con metodi ancestrali senza aggiunta di solfiti sono di diverse tipologie, dai più classici Ortrugo, Gutturnio e Malvasia ai più decisi e marcati Cabernet Souvignon, Barbera, Bonarda e tanti altri.

Ma il prodotto più pregiato, da gustare assolutamente con un pezzetto di sbrisolona appartenente ad una tradizione secolare mai modificata, e invecchiato almeno 5 anni in botti di rovere è lui:

…Il Vin Santo di Vigoleno DOC.

E io vi garantisco che ne sono rimasta estasiata!

Abbiamo concluso la nostra visita con la degustazione offerta da Nicola, di 3 tipologie di vini tra i quali il Vin Santo ovviamente, accompagnati da ottimi salumi e formaggi locali.

Non ho potuto fare a meno di acquistare una bottiglia di Vin Santo naturalmente!

Se passerete dalle parti di Vigoleno, questa Cantina è una tappa obbligatoria.

La pace e la semplicità del luogo unita alla grande qualità dei prodotti vi conquisteranno come hanno conquistato me.

La cantina Visconti si trova in Loc. Pollorsi, 1 – 29010 Vernasca (PC)

Per maggiori info potete consultare la pagina web dell’Azienda agricola Visconti.

Castell’Arguato, location romantica in Appennino piacentino.

Castell'Arquato Appennino piacentino
dettaglio di collegiata e palazzo del Podestà

Terza e ultima tappa di questo piacevolissimo tour è Castell’Arquato, uno dei 100 borghi più belli d’Italia, tra i più visitati e conosciuti delle terre piacentine.

Nonché set cinematografico di alcuni prestigiosi film tra i quali: Lady Hawke, lo sapevate?

Pensate che durante la nostra visita, intorno alla Rocca Viscontea erano allestite alcune scenografie di riprese imminenti del lungometraggio di produzione statunitense dal titolo “Verona”.

Il Borgo di Castell’Arquato è un borgo pieno di vita essendo abitato, e perdersi tra i suoi vicoli stretti per giungere poi alla grande piazza centrale è un’esperienza che consiglio assolutamente.

Vi è un’altra curiosità che caratterizza fortemente l’intero borgo…

…se volete scoprirla continuate a leggere la mia lista delle principali attrazioni di Castell’Arquato.

Cosa vedere a Castell’Arquato?

Torre Viscontea Appennino piacentino
  • La Rocca Viscontea

Attrazione principale dell’intero borgo, la sua torre domina sui Colli Piacentini, salendo in cima potrete ammirare uno splendido e ampio panorama sulla Pianura Padana e gli Appennini.

La costruzione risale al 1342, successivamente rinforzata e ultimata da Luchino Visconti nel 1347, al sua funzione principale era duplice:

Difesa del borgo dai nemici esterni e controllo degli abitanti del borgo stesso.

Non a caso sorge ove anticamente era ubicato un antico insediamento romano (Castrum Quadratum).

Gli orari di visita alla Rocca sono indicati nelle pagine Web di riferimento.

  • Il Palazzo del Duca e la sua Fontana

Eretto nel 1200 come sede del Palazzo di Giustizia, questo edificio dall’ampia facciata medioevale prende il nome dai duchi Sforza di Miliano che qui risiedettero nel ‘500.

L’interno al momento non è visitabile ma consiglio di passeggiare nei pressi della bella Fontana del Duca (ex lavatoio) e proseguire per il vialetto che conduce al bel terrazzo.

Da qui godrete una splendida vista delle torri del Castello e della vallata sottostante.

  • Chiesa Collegiata di Santa Maria

Dalla fontana arriverete in una seconda piazzetta all’interno della quale scorgerete l’entrata della chiesa Collegiata, di origini antichissime.

Si pensa che l’inizio della sua costruzione risalga all’VIII secolo, ma la curiosità che probabilmente non tutti sanno, ma che Deborah mi fa prontamente notare è che:

…su tutta la facciata sono presenti dei resti di conchiglie mescolate alla terra e sabbia con la quale è costruita la chiesa.

Infatti dovete sapere che dove oggi sorge il borgo di Castell’Arquato, come mi ribadisce successivamente Sara, anticamente c’era il mare.

La chiesa è visitabile anche internamente e mi sono ripromessa di tornare per ammirarne gli affreschi e i decori del ‘400 restaurati recentemente.

Salutiamo Castell’Arquato con la promessa di tornare presto!

Davanti a noi nella piazza centrale un ultimo e interessante edificio si erge imponente, che nonostante sia chiuso al pubblico merita comunque di essere ammirato.

  • Palazzo del Podestà

Costruito a fine 1200 da Alberto Scotti, che appare nuovamente anche qui a Castell’Arquato essendo prima stato citato a Vigoleno.

Scotti signore di Piacenza fece costruire il Palazzo a scopo residenziale, quest’ultimo divenne poi sede degli uffici del Podestà e successivamente della Pretura.

L’avventura piacentina non può certo terminare qui, vi consiglio di andare a dare una sbirciatina all’articolo di Libera che saprà darvi tanti consigli su cosa visitare e dove mangiare nelle restanti Valli Nure, Trebbia e Tidone.

Seguite Viaggi.Cibo.Emilia per rimanere sempre aggiornati sui luoghi emiliani più interessanti da visitare.

E se vi piacciono i nostri consigli, taggateci nei vostri scatti così sapremo che vi sono piaciuti.

Arrivederci nell’anno nuovo, che sarà ricco di consigli e luoghi fantastici da visitare… è una promessa!

Seguimi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *