Alto Appennino Modenese: incredibile week end tra storia e natura
Cari amici l’escursione che vi propongo nell’Alto Appennino Modenese potrebbe anche essere fatta in un giorno e mezzo prendendosela decisamente con calma.
Potreste infatti dedicare una giornata intera alle cascate, fermandovi lungo la strada, a visitare una bellissima Pieve romanica che si trova nella graziosa frazione di Pietravolta, prima di arrivare a Sant’Annapelago.
Anticamente suddetto paesino era attraversato dai pellegrini che dall’Emilia si dirigevano verso Lucca per ammirare “il volto Santo” attraverso la famosa via “Bibulca”.
Se amate le Chiesette immerse nella pace e nella tranquillità continuate a seguirmi…
Dopo essere arrivati a Sant’Annapelago comincia l’avventura all’interno del Parco del Frignano, alla ricerca delle 5 più 1 cascate introdotte nel sentiero ad anello di circa 12 km.
Sentiero di media difficoltà, segnato sulla cartellonistica con la sigla SDC (Sentiero delle Cascate).
La scarpinata potrà durare dalle 5 alle 7 ore inclusa pausa per mangiare, fare qualche foto, rinfrescarsi mettendo i piedi ammollo, e per i più temerari azzardando una nuotata, (la temperatura dell’acqua anche in estate è abbastanza fredda).
Dopo una cenetta allo storica Pensione Ristorante Guerri, e una bella dormita, si torna verso Modena se è da lì che provenite, fermandosi però a Frassinoro.
Qui si potrà passare una piacevole mattinata tuffandosi nella storia di uno dei paesini che accolsero i primi Monasteri benedettini legati alla sovrana delle Terre di Badia “Matilde di Canossa”.
Troverete infatti l’abbazia di Frassinoro, e un fantastico e piccolo museo molto moderno e architettonicamente affascinante ex sede del Castello di Frassinoro.
A dopo per le info di approfondimento.
Quindi riepilogando nell’articolo troverete :
- Sant’Annapelago e il sentiero delle Cascate
- Dove mangiare tipicità Tosco-Emiliane…Pensione Ristorante Guerri
- Santuario di Pietravolta anche detto “Pieve della Madonna della Neve”
- Centro Culturale presso il Castello della Badia a Frassinoro
Seguitemi in questa stimolante avventura, andiamo a incominciare.
Frassinoro, ridente paesino dell’Alto Appennino Modenese, visita al centro culturale del Castello della Badia
Sicuramente il primo e più importante edificio storico di Frassinoro è l’Abbazia benedettina, fondata da Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa il 29 Agosto del 1971.
Non siamo state a visitarla, ma presto tornerò in zona per scrivere un articolo dedicato a questa importante Chiesa posta sulla via Bibulca, la stessa via di pellegrinaggio sulla quale si trova il Santuario della Madonna della Neve.
Importante da sapere per chi si trovasse in zona: il 29 Agosto di quest’anno si celebreranno i 950 anni di fondazione dell’Abbazia di Frassinoro.
Un altro importante simbolo legato a Matilde di Canossa è il Castello della Badia, che oggi ospita un piccolo e multimediale centro culturale, disposto su tre piani, nel quale poter conoscere la storia di Frassinoro.
Con l’aiuto di pannelli di legno incisi, chiari e di forte impatto visivo, e di materiali audio e video si ripercorrono le vicende del passato, e le antiche manifestazioni ancora esistenti a Frassinoro.
Il centro Culturale ospita anche: Una sala per mostre, incontri ed eventi e uno spazio di informazione e consultazione dei materiali a disposizione dei cittadini.
Questo paese il cui nome significa Frassino d’oro è collocato in un punto tra i più strategici lungo il percorso dei pellegrini verso il santuario di San Pellegrino in Alpe, posto sul Passo delle Radici detto anche Passo di San Pellegrino in Alpe (altezza metri 1529).
Ancora oggi le strade di Frassinoro ospitano il fascino antico delle canzoni dei Maggi, e la rappresentazione della Via Crucis vivente.
Per maggiori informazioni: UIT Unione Comuni Valli Dolo Dragone e Secchia, Tel 0536/962727
Visita al Santuario di Pietravolta, luogo immerso nella pace dell’Alto Appennino Modenese
Un luogo magico questo Santuario eretto a 1151 metri di altitudine, nella frazione di Pietravolta nel comune di Frassinoro.
Inizialmente eretto come semplice realtà votiva in epoca medioevale era posto sulla linea di confine tra la diocesi di Modena e quella di Reggio Emilia.
Il quadro presente nella cappella intitolata alla Beata Vergine della Neve fu ritenuto miracoloso, grazie ad alcuni monaci francesi che nell’andata a Frassinoro, o nel ritorno, vennero sorpresi da una paurosa tormenta di neve.
Fra le due Valli del Dolo e del Dragone (dove ora sorge il Santuario) la tormenta si fece più insidiosa tanto da mettere in pericolo la vita dei viaggiatori.
I monaci non trovarono di meglio che invocare la Madonna venerata nella loro abbazia come “la pierre qui vire“ e riuscirono a ripararsi in alcuni casolari.
Grati per questo insperato aiuto, i monaci raccontarono l’avvenimento e decisero di collocare un’immagine della Beata Vergine della “pierre qui vire”, parole francesi che tradotte, per noi diventano della “pietra che volta”, cioè pietravolta.
La Chiesa ha subito nel tempo alcuni rifacimenti tra cui lavori di restauro e ampliamento tra il 1948 e il 1949.
Fidatevi di me quando vi parlo della grande sensazione di pace e tranquillità che raramente ho provato arrivando ai piedi di una Chiesa senza nemmeno entrarci, per non parlare della veduta panoramica del retro.
Le stagioni più consigliate per godere della magia del luogo sono sicuramente l’autunno e la primavera.
Dopo avere fatto un tuffo nella storia è ora tuffarsi nelle faggete e per i più temerari nelle fredde acque delle 6 cascate di Sant’Annapelago.
Sentiero delle Cascate di Sant’Annapelago
Appassionati di cascate queste cinque meraviglie della natura vi conquisteranno.
Faranno sì che il vostro trekking in mezzo al bosco nel parco del Frignano, sia intervallato da pause, nelle quali lascerete il sentiero di meravigliosi faggi, per andare ad ammirare e ascoltare il dolce scroscio delle cascate alimentate dal Rio Valdarno.
Io e Terry la mia cara amica e collega blogger di andiamo all’avventura ci siamo veramente godute questa fantastica giornata immerse nella natura rigenerante, ma per il bagnetto nell’acqua fredda delle cascate abbiamo deciso di rimandare.
C’è una cascata bonus oltre alle cinque che andrò rapidamente ad elencarvi, che merita un bagno ma per saperlo continuate a seguirmi…
Prima di tutto è necessario sapere che la particolarità delle 5 cascate sta nel fatto che sono tutte diverse e a proprio modo belle, per le specifiche e i consigli tecnici, vi consiglio di andare a consultare l’articolo dettagliato di andiamoallavventura.
Intanto ecco i nomi delle cascate tutte indicate sui cartelli che troverete lungo il sentiero e alcuni miei consigli personali:
Cascata del Rioo: facile rimanere a bocca aperta perché è la prima dopo circa 1 ora e trenta di camminata, consiglio un breve sosta per scattare foto e riposarsi un’attimo.
Cascata della Bandita: dista circa 2 km dalla prima, molto graziosa ma potrebbe presentare dei piccoli vortici al suo interno meglio non avventurarsi in un bagno.
Cascata del Sassorso: qui ci siamo fermate per un breve spuntino, la cascata infatti presenta numerosi gradoni a diverse altezze, che si prestano bene sia per foto, che per appoggiare vivande da consumare anche all’ombra comodamente seduti.
Prima di cominciare ad avvicinarci a quelle più belle e meno affollate devo segnalarvi un albero con una corteggia particolarissima che mi ha affascinato, quasi fosse un vecchio guardiano del bosco, ubicato proprio sul sentiero che porta alla quarta cascata.
Cascata del Terzino: Percorsi altri due Km ecco arrivare in questo luogo tra le roccie che subito mi è parsa la perfetta location di una favola, anche grazie al particolarissimo tronco rotto cosparso di funghi.
Questa cascata è forse la mia preferita insieme all’ultima.
Cascata della Cascadora: la più imponente e scenografica, con ben due salti d’acqua, e la più amata dai locali, la si raggiunge tramite una ripida discesa non così impervia rispetto a ciò che recita il cartello posto a inizio sentiero.
Dulcis in fundo ecco la sesta cascata bonus…
Ci è piaciuta un sacco e d è forse per conformazione quella che più si presta per un tranquillo bagnetto…sto parlando della Pozza del Pisano, assolutamente da non perdere.
Be dopo tanto camminare ci è venuto un certo languorino e tornando in paese…
Dove mangiare a Sant’Annapelago: consiglio di un local.
Sapete come abbiamo fatto io e la Terry a scoprire dove mangiare un buon piatto locale Tosco-Emiliano?
Non so se capita anche a voi? ma a me piace molto, se l’occasione lo permette, fermarmi a chiacchierare con i local, meglio se sono anziani arzilli e socievoli, facendo anche la fatidica domanda…
Conoscete una trattoria dove si mangia bene?
La “Pensione Ristorante Guerri” è proprio il posto che ci hanno consigliato, gestito dalla Famiglia Guerri che da oltre 60 anni continua la tradizione di un’ ospitalità semplice ma professionale.
La sala è calda e accogliente con l’immancabile camino, la cucina casalinga e genuina è ricca di piatti della tradizione Tosco-Emiliana.
E poi per chi si volesse fermare a dormire l’albergo essendo anche pensione offre camere per il pernottamento!
Dormire qui avvolti dall’aria leggera e fresca di questi luoghi, sarà davvero rigenerante.
Che dire il nostro viaggio è giunto a conclusione, spero vi sia piaciuto, potete rimanere aggiornati con diversi video dell’esperienza e altre curiosità tutte emiliane, sui mie canali social Facebook e Instagram.
Se volete visitare un altro interessante luogo dell’ alto Appennino esplorato da me vi consiglio l’articolo sul lago della Ninfa.
Per qualsiasi domanda non esitate a contattarmi, sarò felice di rispondere.