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Bologna

BloginBo 2024: due giorni tra bellezze artistiche e specialità enogastronomiche di Bologna e provincia

Inizio subito col dire che è stato per me un vero piacere partecipare all’EducTour di promozione della città di Bologna, BloginBo 2024, nelle giornate del 2 e 3 Ottobre.
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Bologna un po’ la conoscevo, ma il programma stilato dall’agenzia Iniziative Turistiche per conto della Confesercenti di Bologna e di Città Metropolitana Bologna, ha reso questa esperienza di due giorni nella città turrita veramente piacevole, complice l’ottima organizzazione e la nostra accompagnatrice Barbara, professionale, attenta e simpaticissima.

Tante le esperienze fatte e le realtà commerciali che non conoscevo, la storia dei cibi e le associazioni a tutela e divulgazione della qualità dei prodotti, a coronare il tutto una gradevole complicità tra i colleghi blogger e influencer come me coinvolti nell’esperienza.

Qui di seguito vi metto le esperienze da me vissute divise per giorno, spero che le troviate utili per le vostre future visite a questa sempre bella città emiliana:

Giorno 1:

. A pranzo con la tagliatella bolognese raccontata dall’Associazione “Apostoli della Tagliatella”.

. Visita alla città turrita, ai portici, alle caratteristiche torri e alla finestrella più famosa di Bologna che si affaccia sul canale delle Moline: la finestrella di via Piella, visita agli scavi archeologici.

. Degustazione di prodotti del territorio presso InCantina l’enoteca del ghetto.

. Cena nel Laboratorio Simoni, assaggio del rinomato “Tagliere dei Salsamentari De.Co.

. Pernottamento presso l’Hotel Relais Bellaria.

Giorno 2:

. Visita al Borgo di Dozza, ai murales del borgo dipinto tra i più belli d’Italia e alla sua splendida Rocca Sforzesca.

. Visita all’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna

. Aperitivo e pranzo presso le due realtà collegate, Bottega e Osteria di Dozza.

. Cooking Class con la “Regina del Tortellino” presso il laboratorio di Tortellini Bo.

. Cena al ristorante stellato I Corbezzoli.

BloginBo 2024: la tagliatella bolognese

Beh iniziare degustando un ottimo piatto di tagliatelle al ragù, regine della cucina bolognese non è niente male!

Se poi tra i commensali c’è un personaggio del calibro di Giovanni Tamburini la cosa assume un certo spessore.

Insieme a lui Loreno Rossi Direttore della Confesercenti di Bologna, i due eminenti personaggi ci hanno raccontato la storia dell’Associazione “Apostoli della Tagliatella”.

Tornando a Giovanni Tamburini forse non sapete che stiamo parlando del salumiere bolognese più conosciuto al mondo, ex presidente degli Apostoli della tagliatella è anche il proprietario di una delle prime Salsamenterie di Bologna.

Se capitate nel “Quadrilatero” del gusto bolognese, recatevi in via Capraie, 1 per rimanere estasiati dallo sfoggio di salumi, pasta fresca e formaggi in bella mostra nella vetrina della Salsamenteria Tamburini.

Ma chi sono gli Apostoli della Tagliatella?

Sono in breve un’associazione costituitasi il 6 Giugno del 2003, con l’obiettivo di valorizzare la tradizionale tagliatella attraverso “incursioni culinarie” nei ristoranti della provincia di Bologna.

L’Associazione è costituita da 11 apostoli, ad essi si aggiungono 50 discepoli che partecipano alle iniziative.

Ogni due anni vengono premiate le tre migliori tagliatelle assaggiate, maggiori info le trovate nella pagina ufficiale dell’Associazione.

Cosa vedere a Bologna in un paio d’ore

Bologna è ricca di arte e spazi verdi incantevoli nei quali passeggiare, ma se si ha poco tempo e si vuole dare una rapida occhiata ad alcune attrazioni caratteristiche della città turrita, allora non può mancare la finestrella di via Piella.

La finestrella nasconde una delle tipicità più fotografate e rinomate di Bologna, il corso  d’acqua facente parte del Canale delle Moline.

Per approfondire l’argomento della città dell’acqua trovate info qui.

Successivamente ci siamo diretti in via Marsala dove troviamo uno dei due portici più antichi di Bologna quello di casa Grassi.

I portici di Bologna diventati patrimonio dell’UNESCO, rappresentano un’altra caratteristica saliente della città turrita, la loro nascita risale all’Alto Medioevo.

ghetto ebraico Bologna

Racconta di una città in sviluppo, che con l’esigenza di aumentare lo spazio abitativo interno, non potendo svilupparsi in larghezza si sviluppò in altezza.

Inizialmente si costituirono semplici sparti in legno, sorretti da mensole dette beccadelli, successivamente per evitare crolli si sono aggiunsero le colonne di sostegno dal basso…

… Nacquero così i portici!

Spostandoci nella vicina via Goito al civico 16,  troviamo un esempio di Palazzo particolare di Bologna, Palazzo Bocchi.

Palazzo realizzato in stile rinascimentale dal rinomato architetto Jacopo Barozzi detto “il Vignola”.

Il Palazzo prende il nome del proprietario anche fondatore dell’Accademia letteraria “Ermatema” di qui l’edificio era sede.

Bocchi fece apporre due massime sulla facciata anteriore del palazzo, che rappresentano la singolarità dell’edificio.

Le due iscrizioni sono una in ebraico, presa dal libro dei Salmi e l’altra in latino, appartenente ai versi dell’Orazio.

Proseguendo in via Albiroli al civico 1, troviamo una delle 20 torri gentilizie, con funzioni abitative ancora esistenti nel centro storico di Bologna, la torre dei Guidozagni dal nome della famiglia nobile che l’abitava.

Probabilmente costruita all’inizio del XIII secolo è alta circa 20 metri, una parte della torre crollò ma si è riusciti a restaurare e mantenere intatta la parte ancora esistente.

A pochi metri dalla torre dei Guidozagni troviamo la torre Prendiparte, seconda in ordine di altezza rispetto alle altre torri bolognesi (59,5 metri) conosciuta anche come la “Coronata” per via della risega posta a 50 metri di altezza.

La Torre la si può ammirare in Piazzetta Prendiparte, solitamente non è visitabile all’interno ma si può consultare il sito di Bologna Welcome e chiedere info al riguardo, quello che è certo è che da sopra la visuale della città deve essere meravigliosa.

Ci spostiamo poi nella piazza epicentro della città, Piazza Maggiore a cospetto del Nettuno.

La nostra brava guida Valeria facente parte dell’Associazione guide d’arte, ci porta all’interno dell’ ennesima bellezza bolognese , la Sala Borsa la prestigiosa e antica biblioteca di Bologna.

Forse non tutti sanno che nel sottosuolo della biblioteca e della piazza si possono ammirare, previa richiesta, gli scavi archeologici rappresentanti i resti di alcune bellezze di Bononia (antico nome romano della città), quali: la basilica civile, l’orto botanico e tanto altro…maggiori info a questo link.

Ed ecco giunto il momento di addentrarci nel ghetto ebraico di Bologna, potete leggere l’articolo dedicato qui

dove oltre ad ammirare il dedalo di caratteristiche case colorate e ad ascoltare il racconto di genti venute da lontano e del loro triste destino andremo alla scoperta di un aspetto decisamente gustoso che oggi risiede in questo quartiere…

Dove assaporare le bontà del territorio emiliano-romagnolo

In Cantina – Osteria del Ghetto:

Questo è il nome dell’accogliente Enoteca con cucina, nata in via del Carro 9/a, che con i suoi arredi vintage uniti al savoir fair del gestore Davide ci trasporta in un gustoso viaggio nella Romagna della piadina (che come ci spiega Davide lontana dal mare è più spessa).

Il gustoso pane fatto di grani antichi o in versione integrale può essere un’ottima apericena, accompagnato da formaggi come lo squacquerone, oppure il più emiliano parmigiano reggiano e da una selezione di altre 1000 etichette di vini del territorio emiliano romagnolo.

L’accogliente locale ha come partner l’Enoteca Regionale Emilia-Romagna e il gruppo Dozza Eventi del quale vi parlerò più avanti.

La mission è quella di promuovere e valorizzare cultura, turismo e tradizioni enogastronomiche del territorio.

Il locale di Davide oltre ai taglieri di salumi e formaggi e alla piadina, serve prelibatezze quali primi e secondi della tradizione, accompagnati da un sottofondo musicale decisamente pop e accattivante.

In Cantina è aperto tutti i giorni dal lunedi al venerdi dalle 16:00 alle 23:00 il sabato e la domenica dalle 11.30 alle 23:00.

Dopo questa pausa di gusto siamo pronti a tuffarci in una delle più antiche Salsamenterie di Bologna, Simoni, che guarda caso si trova nel Quadrilatero del gusto a pochi passi dalle due torri.

Laboratorio Simoni 1960:

Camminando per le brulicanti e profumate stradine di quello che sembra un piccolo quartiere pieno zeppo di ristoranti e botteghe ci fermiamo in via Pescherie Vecchie 3/b.

Qui in queste strade la famiglia Simoni è presente dal lontano 1960, furono i pionieri dell’innovazione iniziando a vendere per primi pasta fresca, salumi artigianali, formaggi e tanto altro.

Oggi le botteghe sono tre, due delle quali per la spesa di ogni giorno e le spedizioni all’estero, mentre nel Laboratorio al civico 3/b è possibile sedersi ed assaporare le bontà che arrivano sotto forma di un grande tagliere circolare e molto famoso” il Tagliere dei Salsamentari De. Co.

Non si può andarsene da Bologna senza avere assaggiato questo tripudio di salumi e formaggi tra i quali non manca lei la regina, la Mortadella.

A questo punto viene da chiedersi chi erano i Salsamentari?

Sia il negozio di Giovanni Tamburini che quelli di Simoni che ne è il presidente appartengono alla “Mutua Salsamentari 1876…

Un Associazione antichissima, nonché l’unico sodalizio storico dell’arte della salumeria nel mondo, e qui c’è talmente tanto da apprendere che vi consiglio di leggere questo articolo dedicato.

Con la pancia piena torniamo in Hotel a riposare, il giorno successivo ci attende un super giro in uno dei borghi più belli d’Italia.

BloginBo 2024: Visita al borgo dipinto e alla Rocca Sforzesca.

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Non c’è che dire, anche se con la pioggia in sottofondo Dozza anche detta “il borgo medioevale dipinto” mi ha veramente colpita per la sua magica atmosfera…

Questo museo d’arte a cielo aperto insieme alla splendida Rocca Sforzesca che si presenta in tutta la sua maestosità all’entrata del borgo, rappresentano il connubio perfetto tra passato e presente.

Dozza dista 7 km da Imola e 44 km da Bologna, fa parte dei Borghi più Belli d’Italia.

Passeggiando per il borgo potrete notare splendidi murales nati dall’idea dell’allora sindaco Tomaso Seragnoli che nel lontano 1960 cominciò a fare dipingere i muri del suo grazioso borgo.

Nacque così nel 1965 la Biennale del Muro Dipinto, che nel corso degli anni ha coinvolto e continua a coinvolgere critici e artisti di fama nazionale e internazionale.

Quello che si percepisce anche dalle parole di Davide (dozzese di nascita e ancora residente nel borgo), che ci ha accompagnato per tutta la mattinata a Dozza è il forte legame identitario delle persone che vivono e lavorano qui.

Ad oggi sono oltre 200 i dipinti realizzati, alcuni di questi sono conservati in una delle stanze della Rocca Sforzesca e sono stati prelevati dai muri con una particolare tecnica dello “stacchi e strappi”, che consente di rimuovere la superfice dipinta e applicarla su una tela o un supporto rigido.

Queste opere si possono ammirare al terzo piano della Rocca al centro studi e documentazione del muro dipinto, tra i più celebri vi è la mungitura (1965) Sebastian Matta.

Le pitture murari poste sulle facciate delle abitazioni del centro storico del paese sono in stretta simbiosi con la storia, l’atmosfera e i profumi dell’antico borgo medioevale.

Da non perdere la chiesetta

Vi è un secondo evento a Dozza oltre al Muro dipinto che richiama molti appassionati di Fantasy, si tratta della biennale di illustrazione Fantastika.

In questa occasione una sinistra creatura che dimora nella Rocca si sveglia per dare il benvenuto ai visitatori del borgo.

Continuate a leggere per saperne di più…

Passeggiando per le stradine del borgo potrete scegliere il murales che più vi piace, scelta a mio avviso difficile, sono veramente tutti belli.

Il centro storico di forma affusolata è costituito da due vie parallele lungo le quali ammirare i murales:

  • via XX Settembre,
  • via Edmondo De Amicis.

Non dimenticatevi di sbirciare anche vicolo Lorenzo Campeggi, troverete bellissimi murales e soprattutto nelle giornate di pioggia vi potrete fermare sotto a un cielo blu.

A me sono piaciuti in particolar modo Franz, il folletto che sbuca dalla balconata di una casa dell’artista Karin Andersen e anche il più celebre Angelo di Dozza di Giuliana Bonazza.

Dopo un rapido giro è un caffè in uno dei locali gestiti da Davide ci introduciamo nel mastio di Dozza, la Rocca Sforzesca, che come avrete intuito prende il nome da una grande nobildonna molto rinomata in Romagna, Caterina Sforza.

Breve storia della Rocca medioevale.

La Rocca costruita intorno al 1250 per volontà del Comune di Bologna, durante l’epoca medioevale fu lungamente contesa per la sua posizione strategica, poi a fine 1400 entrò a far parte dei domini Riario – Sforza.

L’attuale aspetto esterno risale proprio a questo periodo: i torrioni arrotondati, il profondo fossato e il ponte levatoio presente all’entrata gli permisero di resistere ai numerosi attacchi dei nemici.

Lungamente utilizzata come rocca atta a scopi militari con l’avvento della famiglia nobiliare dei Campeggi in primis diventa una residenza.

L’interno del Castello infatti presenta arredi in stile rinascimentale, grazie alle due famiglie succedutesi nel XVI secolo, i Campeggi-Malvezzi, questa stirpe nobiliare abitò la Rocca fino al 1960.

Visita alla Rocca

Per una visita accurata consiglio di percorrere tutti i piani compresi i sotterranei che vedremo nel prossimo paragrafo:

Piano Terra: salone con una splendida riproduzione delle antiche cucine, lavanderia e sala delle torture.

Primo Piano: salone maggiore, appartamento nobile, quartiere del mastio, appartamento di Lorenzo Campeggi e loggia (Cappellina con altare) fate attenzione a non cadere nella botola utilizzata da Caterina per imprigionare i nemici…

Secondo Piano: Torri e camminamento, sale espositive, da cui un ulteriore scala porta alla creatura imprigionata nel castello…

… all’interno di una cella dorme il Drago Fyrstan, rappresentante del leggendario passato di Dozza.

Sembra che la temibile creatura, intorno al 1062 dimorasse poco distante dalle dolci colline dozzesi e dopo avere fatto innumerevoli vittime fu sconfitta e incarcerata nella Rocca da San Basilio, vescovo di Imola.

Inutile dire che vederla per me è stata un’emozione unica, anche se solo una splendida riproduzione.

Terzo Piano: Per quanto riguarda la visita al centro Studi e Documentazione precedentemente citati, questa parte del Castello è aperta durante le due manifestazioni, Muro Dipinto e Fantastika per una visita al di fuori di questi eventi, consiglio di informarsi chiamando al 0542 678240 oppure 3801234309.

Un’ultima chicca che è anche una grande storia d’amore svelataci dal nostre cicerone Davide Arcangeli è una piccola saletta con all’interno dipinti raffiguranti una giovane donna che altri non è che la Zia dello stesso Davide.

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La donna di nome Teanna fu eternamente amata dallo Zio di Davide, Teresio Arcangeli, che la fece riprodurre da diversi artisti, molti dei quali autori di murales della Biennale e decise poi di donare la collezione alla Fondazione Comune di Dozza.

La Sala Arcangeli è visitabile su richiesta chiamando i numeri precedentemente elencati, la sala attinente è costituita da diverse collezioni d’arte di proprietà del Comune.

La rocca di Dozza è visitabile tutti i giorni, festivi compresi per maggiori info consultate il sito ufficiale.

BloginBo 2024: Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna

Nei sotterranei della Rocca di Dozza ha la sua sede L’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna!

Nata nel 1970 allo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio enologico regionale, l’enoteca ad oggi in numeri conta:

. Duecento associati tra produttori di vino, aceto balsamico e distillati.

. Più di 1000 etichette presenti, esposte seguendo i criteri di abbinamento vino/cibo.

Con mia enorme soddisfazione ho trovato anche vini della mia provincia, Reggio Emilia, quali: la Spergola dei Colli di Scandiano e diversi lambruschi di cantine come Casali e Medici.

C’è comunque da sbizzarrirsi con marchi DOC e DOCG dei colli Piacentini , di Parma e dei colli bolognesi e romagnoli.

Nel percorso di mostra dell’Enoteca non mancano gli oli extravergini (tra i più rinomati quello di Brisighella) e gli aceti balsamici tradizionali di Modena e Reggio Emilia DOP.

Se volete deliziare i vostri palati con una degustazione è presente un angolo Wine Bar nel quale fare tappa.

Nel corso dell’anno vengono organizzate serate di degustazione e incontri con i produttori, maggiori info qui.

Imperdibile è anche l’evento che si svolge ogni anno a Maggio con partenza proprio dall’Enoteca…

Il Sentiero del vino che ha una lunghezza di circa 6,5 km, in parte su strade asfaltate, in parte sterrate e carrarecce con caratteristiche facilmente fruibili.

Un evento organizzato durante il Festival Narrativo del Paesaggio.

BloginBo 2024: dalla bottega artigianale alla tavola in Osteria a Dozza

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Sempre accompagnati da Davide ci inoltriamo nella bottega dell’Osteria di Dozza gestita da Matteo, suo socio, che ci illustra i tanti prodotti esposti a scaffale: il miele di castagno di Castel San Pietro, l’Olio D.o.p di Brisighella, lo squacquerone e i grissini fragranti, le piadine naturalmente, il banco gastronomia, gli immancabili vini e tanto altro…

La nascita recente della “Bottega dell’Osteria” ci spiega Matteo vuole essere un collegamento diretto con l’Osteria di Dozza, che riesca ad accontentare chi, uscito dal ristorante vuole portarsi a casa un po’ di Romagna acquistando in bottega i prodotti tipici gustati.

La missione è quella di creare un collegamento tra caffetteria (sempre di proprietà di Davide and company), bottega appunto e Osteria per coccolare al meglio il cliente che visita Dozza.

Tutte le attività commerciali sopracitate hanno come patner: Fondazione Dozza Città d’Arte e l’Enoteca Regionale Emilia-Romagna.

Anche l’esperienza all’Osteria è al di sopra delle aspettative…l’atmosfera calda e accogliente del locale sempre in stile vintage è palpabile.

Quadri e arredi hanno dettagli che richiamano al cinema, altra grande passione di Davide.

Le cartoline in bianco e nero che raffigurano attori e scene di film e pendono sui tavoli appese a un filo, mi è piaciuta un sacco.

Il pranzo si presenta subito appetitoso con il tipico friggione, la giardiniera e lo squacquerone per farcire una profumata crescenta fritta (gnocco fritto).

Poi è la volta dei cappelletti, che Matteo mi rivela essere prodotti da una Cooperativa Sociale romagnola, Botteghe e Mestieri, che impegna ragazzi disabili e svantaggiati, nella fabbricazione di pasta fresca.

Ci tiene a ribadire che tutti i prodotti di Osteria, Bottega e Cantina (di Bologna) sono ricercati con criteri severi e sempre con l’intento di selezionare le eccellenze dei produttori locali.

Come dessert finale ci viene servito un gustoso biscotto a base di mandorle (Scroccadenti) da intingere nello zabaione e accompagnare ad un goccio di Albana passito.

Info generali:

L’Osteria è aperta tutti i giorni a pranzo e a cena, si trova in via XX Settembre n.19 a Dozza, di fronte alla Caffetteria e nella stessa via trovate la Bottega, gli orari sono i seguenti:

Dal Lunedì al Venerdì: 12.00 – 15.00 / 19.00 – 22.00

Sabato  e Domenica: 12.00 – 22.00 cucina sempre aperta.

La prenotazione è obbligatoria al Tel: 0542678200 oppure tramite WhatsApp 3341153323.

Riscaldati nel cuore e nell’anima siamo pronti per partire alla volta della prossima esperienza: una cooking class con la “Regina del tortellino” Lucia Antonelli.

Cooking Class con Lucia Antonelli al laboratorio Tortellini in Bo

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C’è un laboratorio di pasta fresca a Bologna che produce tortellini in grande quantità e di grande qualità.

Tortellini.Bo è il suo nome, il laboratorio è gestito dallo Chef del ristorante stellato “I Corbezzoli” Giuseppe Tarantino, ristorante ubicato proprio all’interno dell’Hotel Relais Bellaria che ci ha ospitati e di cui vi parlerò a fine articolo.

Tortellini.Bo si avvale di una moderna ed efficiente macchina, presentataci dallo chef Tarantino, che confeziona il tortellino alla velocità superiore ad una squadra di esperte rezdore.

Fidatevi di me quando vi dico che non avevo mai visto nulla di simile e per di più i tortellini non escono perfetti ma mostrano alcune naturali irregolarità, come se fossero stati fatti a mano.

Ecco in questo luogo che ha richiesto un imbragatura particolare, ci siamo addentrate nel fantastico mondo del tortellino bolognese e qui la seppur efficiente e fantastica macchina ha lasciato il posto ad una rezdora d’eccezione: la Regina del tortellino, Lucia Antonelli.

Lucia, che come ci ha raccontato non ha fatto nessuna scuola, pensate che sognava di fare la prof di ginnastica, si è preparata facendo corsi di cucina e tanta pratica sul campo, alimentata da quello che io ribadisco sempre “una grande passione”.

Il suo segno d’istintivo, la firma d’artista che racconta che cibo e passione sono irrimediabilmente legati, sono i due tortellini intrecciati uno all’altro.

La cuoca come ama definirsi Lucia che non ama la denominazione chef,  proviene dalla gestione di circa 30 anni di un ristorante sulle montagne bolognesi, la Taverna del cacciatore’ a Castiglione dei Pepoli.

Imbracciato il mattarello ci ha mostrato come tirare una sfoglia perfetta, per poi confezionare i suoi tortellini ripieni di pesto bolognese (che se non lo sapevate è differente da quello reggiano) del cappelletto, ve ne parlo ampliamente in un articolo che trovate qui.

Il pesto di Lucia è composto in prevalenza da carne, mortadella, parmigiano reggiano, i rapporti della uovo farina per la sfoglia invece sono: 55gr di uova per 100 gr di farina.

Quello che mi ha stupito di Lucia è l’estrema eleganza nei movimenti, tutti noi assistevamo rapiti e poi abbiamo confezionato i nostri tortellini.

Vi confesso che non vedevo l’ora di scendere in campo per mostrare i miei manufatti reggiani piegati diversamente dei tortellini bolognesi.

Ristorante i Corbezzoli e Hotel Relais Bellaria

La serata è terminata in grande stile con una cena al ristorante “I Corbezzoli”, qui abbiamo degustato i tortellini di mare a base di tonno, gli stessi piegati dalla macchina sopracitata, di incredibile bontà e ottima consistenza.

In un susseguirsi di altre bontà a base di pesce e ottimo vino bianco la cena è terminata con un buonissimo babà napoletano come la terra natale del bravo chef Tarantino.

Ci siamo successivamente ritirate nelle nostre confortevoli camere da letto e qui vado brevemente a introdurre l’Hotel Relais Bellaria che per due giorni ci ha ospitati in questa bella avventura bolognese.

L’Hotel Relais Bellaria si trova a circa 10 minuti da Bologna in via Altura 11/b a San Lazzaro di Savena.

Arrivando vi sembrerà di non essere in Emilia, palme e rigogliosa vegetazione circondano l’Hotel che spesso ospita Congressi ed eventi importanti.

Nato da un progetto a basso impatto ambientale il Relais Bellaria è conforme ai principi di sostenibilità.

Offre 108 camere suddivise in standard, superior e junior suite.

Tutte le camere sono dotate di TV, minibar, scrivania, asciugacapelli, cassetta di sicurezza, aria condizionata, serratura elettronica, collegamenti free-internet alta velocità.

Al mattino ti aspetta una deliziosa colazione continentale dolce e salata.

Per un esperienza speciale non dimenticare di cenare nel ristorante stellato al suo interno “I Corbezzoli”.

Ringrazio ancora gli organizzatori e chi ci ha condotto in questo piacevole viaggio alla scoperta di una Bologna legata alle proprie tradizioni culturali e gastronomiche e sempre più desiderosa di farle conoscere a chi vuole intraprendere un viaggio nelle sue terre.
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foto di Linda di @themamosfamily “la squadra al completo”

Spero che questo articolo sia stato di vostro gradimento, ricordatevi di taggare emilianaperpassione e 100città se mai vorrete seguire le nostre orme.

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Vi aspetto nei commenti!

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