Bologna – gita fuori porta Saragozza
È arrivata a tutti gli effetti la primavera, queste meravigliose giornate di sole mi fanno pensare al pomeriggio speciale passato il Settembre scorso a Bologna, una città che io adoro.
Grazie ad una gita fuori porta Saragozza con visita guidata al polmone verde della città, alle sue ville e alle specie di vegetazione, organizzata dall’associazione Vitruvio, con la bravissima guida ambientale Francesco, ho scoperto luoghi meravigliosi proprio a ridosso del centro storico.
Le prime colline bolognesi sono la meta ideale per fare passeggiate e picnic, in questo periodo di restrizioni causa Covid, godendosi i meravigliosi parchi ricchi di alberi centenari, i giardini e le ville antiche, arrivando tramite trecento scalini ad un parco con viste mozzafiato su Bologna e sul Santuario della Madonna di San Luca.
Cosa aspettate seguitemi prima tappa due Ville suggestive e piene di storia.
Porta Saragozza gita suggestiva tra ville, parchi e giardini all’Italiana
Un percorso interessante e culturalmente affascinante è quello che qui di seguito vado a descrivere.
Percorrendo una lunga scalinata che da via Saragozza parte e arriva al portico di Villa delle Rose che un tempo veniva appunto chiamata “Villa la Scala”.
La Villa delle Rose è situata sulla piccola altura di Monte Franco, alle pendici del colle della Guardia.
Costruita nel XVIII secolo, la residenza venne arricchita da un elegante loggiato che la contraddistinse, al catasto venne indicata come residenza di villeggiatura della famiglia Cella.
Ebbe nel corso degli anni diversi proprietari e nel 1916 venne donata al comune di Bologna dalla Contessa Nerina Armandi Avogli, con la speranza di farla divenire una galleria d’arte.
Durante la seconda guerra mondiale venne anche utilizzata come ospedale, come comando delle truppe tedesche e successivamente delle truppe alleate.
Il nome “Villa delle Rose” le venne attribuito grazie alla grande varietà di rose che un tempo erano presenti nel giardino, ma che ora non vi sono più.
Nel suo giardino fino agli anni ’90 si potevano ammirare sculture risalenti tra fine Ottocento e primi anni Novecento.
Prima di salire la lunga scalinata troviamo su entrambi i lati un giardino con numerose varietà di alberi e piante, tra le quali spicca il mastodontico e secolare Cedro dell’Atlante, una delle piante più massicce presenti a Bologna alto circa 32 metri.
La forma del tronco assomiglia, a mio avviso, ad un grande sedano, pianta decisamente ornamentale che guardando la chioma si apre in un vasto ombrello di rami, è bellissimo ammirarla da sotto col naso all’insù.
Oltre al Cedro sono presenti il Tasso, l’Abete di Spagna, il Cipresso, le Magnolie, e le siepi di Poncirus trifogliata, quasi a ricreare angoli romantici, in un contesto misto che ha lo scopo di suscitare in chi lo ammira piacevoli sensazioni visive.
La villa abbandonata per anni dopo la guerra ha subito un periodo di degrado, gli unici suoi abitanti erano i gufi.
Nel 1989 il complesso venne finalmente utilizzato dalla Galleria di Arte Moderna MaMbo per mostre temporanee, e tuttora riveste questa funzione.
La villa rimane internamente aperta solo in occasione di mostre.
Accediamo al parco sul retro della villa attraverso un piccolo passaggio nella siepe, quest’ultimo è ricco anch’esso di cedri e sequoie, di particolare interesse la corteccia molto rugosa dei cedri da incenso anche detti “alberi da matita”.
Dopo aver lasciato il parco attraverso un sentiero che ci porta prima a salire e poi leggermente a scendere la collina ci troviamo davanti ad un’altra villa meravigliosa, “Villa Spada” e al suo classico “Giardino all’Italiana”.
Costruita alla fine del ’700 per volere di Jacopo Zambeccari che affidò la sua progettazione all’architetto italo-svizzero Giovanni Battista Martinetti.
Martinetti era già ampiamente conosciuto a Bologna, grazie alla progettazione di Villa Albini e della Montagnola.
Egli mise tutto il suo impegno nella creazione del giardino in quanto “inscatolamento della natura”, una sorta di affermazione dell’uomo sulla natura stessa, nel concetto più ampio di circoscrizione di quest’ultima per scopi ornamentali e di vanto.
Il giardino all’Italiana è infatti caratterizzato da piccoli labirinti, passaggi, giochi geometrici e scorci sulla villa, capeggiati dalle statue, opera del cosiddetto “Canova bolognese” Giacomo De Maria, in quanto essendo stato allievo di Canova a Roma, aveva introdotto a Bologna lo “stile canoviano”.
L’unico esempio di scultura del De Maria rimasto è il grande Ercole posto al centro del giardino.
Sono presenti dodici sculture in terracotta ai bordi del giardino, che mi hanno immediatamente affascinato, rappresentanti le stagionalità della vita della donna, dalla gioventù alla vecchiaia, opera dello scultore bolognese Nicola Zamboni.
Vi invito a soffermarvi sulle espressioni dei visi delle protagoniste, attraversando il terrazzino che passa sotto le statue, sebbene le sculture siano usurate dal tempo, e dai muschi e licheni che in alcune zone le ricoprono , risultano ancora bellissime.
Tali sculture furono messe nel giardino negli anni ’90 durante il restauro della villa da parte dell’architetto Stefano Zironi, per reintegrare la mancanza delle statue del De Maria andate perdute.
Anche Villa Spada fu lasciata per lungo periodo in uno stato di abbandono, dopo gli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
È risaputo che nella collina sulla quale sorge Villa Spada, fosse presente un rifugio antiaereo, che poteva ospitare fino a 1300 persone.
Dopo la guerra, negli anni sessanta il comune di Bologna, acquistò la villa e restaurò il parco destinandolo ad uso pubblico.
Nel 1990 Villa Spada divenne Museo della Tappezzeria, accogliendo al suo interno una vasta collezione privata di tessuti da tappezzeria, abiti e manufatti, raccolta sin dai primi anni nel 1966 dal Cavalier Vittorio Zironi, data in cui il Museo si trovava al Palazzo Salina Brazzetti.
Sempre negli anni ’90 nacque un Laboratorio di Restauro Tessile, con strutture tra le più avanzate in Europa.
Senza dimenticare che Bologna per quattro secoli fu la capitale europea della produzione della seta, ma questa è una storia che verrà approfondita in un articolo a parte.
Potete però leggere la storia di uno dei luoghi protagonisti della produzione della seta, l’ex ghetto ebraico di Bologna.
Dopo la morte del Cav. Vittorio Zironi, il museo fu gestito dalla famiglia, maggiori info per visitarlo potete trovarle a fine articolo nelle info generali.
All’interno del giardino vi è inoltre un tempietto dedicato a Diana, di modeste dimensioni e grande eleganza, sul quale è posta una terrazza panoramica, angolatura ottimale per contemplare l’intero giardino.
Tante le storie che si fondono assieme e i proprietari che hanno abitato Villa Spada, tra i quali spicca nella seconda metà del XIX secolo, per un breve periodo la figura di un principe turco.
Il nome della villa però è dovuto ad un altro principe, il principe originario di Roma Clemente Spada Veralli che acquistò la villa nel 1820 insieme alla moglie, la Marchesa Beanfort e succedendo a Jacopo Zambeccari portò a termine i lavori di costruzione dello splendido edificio.
Sentiero CAI 914 da Villa Spada al Parco dei trecento scalini.
Lasciata Villa Spada ci incamminiamo lungo il sentiero CAI 914 che ci porterà al parco dei trecento scalini, il parco di San Pellegrino.
Lungo la strada incontriamo il non degno di nota splendido parco panoramico di Villa Spada, una vasta area che offre una veduta di Bologna quasi a 360° e dalla quale si può scorgere anche il Santuario della Madonna di San Luca.
La zona vicino alla quale si trova il parco è anche nota come il Curvone, vicino ad esso si trova la seconda entrata al parco, ed essendo strada asfaltata che prende il nome di via Casaglia, si può arrivare con la macchina e cercare un parcheggio.
Fermarsi sul vasto prato per un picnic, oppure semplicemente per ammirare il panorama e respirare a pieni polmoni, è la gita fuori porta Saragozza che vi consiglio di fare assolutamente.
Procedendo a piedi verso l’uscita del parco, su di un tratto di strada asfaltata arriviamo all’altezza di via Casaglia, 37 e qui imbocchiamo la stradina dei trecento scalini, che altro non sono che assi di legno consunte e ormai rovinate.
Salendo per raggiungere il punto più alto della collina e arrivando a 80 metri circa, siamo circondati da zone verdi che in passato erano coltivate e nelle quali erano presenti alberi da frutto, vigne e campi di grano.
Dal 2015 grazie all’Associazione Teatro dei Mignoli e al loro progetto “Ai 300 scalini” queste aree hanno ricominciato a vivere, grazie alla promozione di eventi e alla realizzazione di spazi pubblici comunitari.
Sono state create aiuole condivise di fiori, orti coltivati in permacultura che ognuno si può gestire autonomamente, una vigna e un forno di comunità costruito in terra cruda che rappresenta il vero cuore del progetto.
Nel forno infatti durante eventi e giornate organizzate chi lo desidera può andare a cuocere il proprio impasto, di pane, pizza o altro, facendo nel contempo una bellissima esperienza di comunità.
Per info consultate il sito, la partecipazione a questo laboratorio sperimentale può essere fatta in diversi modi, attraverso la collaborazione o semplicemente diventando soci e acquistando una tessera annuale.
Arrivati sulla cima della collina oltre alla vista suggestiva e all’aria non più rarefatta della città, vi è la splendida vista del santuario della Madonna di San Luca che domina la sommità del colle della Guardia.
Per tornare in via Saragozza si può scegliere il secondo tragitto che dal sentiero CAI 914 si raccorda con la via di Monte Albano e sbuca in prossimità dell’Arco del Meloncello.
I colli di Bologna sono un luogo a pochi passi dal centro storico, nei quali il rumore della città si affievolisce come per magia, un polmone verde e una riserva di buonumore per chi cerca la natura in città.
Ah…dimenticavo Bologna è ricca di tante altre attrazioni da scoprire, se volete sapere di più di questa splendida città e vi piacciono gli enigmi cliccate il link e vi si aprirà un mondo!
Info generali
I mezzi per raggiungere via Casaglia possono essere diversi, ma poi all’altezza del n. 37 bisogna salire a piedi:
BUS NAVETTA 58: mezzo comodo e sicuramente più ecologico dell’auto è la linea di autobus 58 con salita a Villa Spada e discesa a Casaglie Scuole.
BICI: Prendere via Casaglia all’angolo di via Saragozza, vi aspetta una forte salita con pochi tornanti, una volta arrivati a n. 37, potete legare la bicicletta e proseguire a piedi.
Per chi invece volesse visitare il Museo della Tappezzeria al momento è bene attendere le nuove disposizioni causa Covid, telefonando per i nuovi orari e la programmazione futura al
Telefono e Fax: 051 6491610
Oppure scrivendo all’email: info@associazionetappezzieribologna.it
Villa Spada si trova in via Casaglia, 3 Bologna
Mentre per quanto riguarda Villa delle Rose, l’edificio si trova verso la fine di via Saragozza a circa 300 metri dall’Arco del Meloncello, in via Saragozza, 228/230 Bologna
Telefono: +39 051 436818 / 051 6496611
Email: mamboedu@comune.bologna.it
Se invece siete interessati ad effettuare interessanti gite in quei di Bologna vi consiglio di andare a visitare il sito di Vitruvio.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto, scrivetemi nei commenti se desiderate avere ulteriori approfondimenti…
Appena sarà possibile aggiungerò a suddetto articolo alcuni consigli sui luoghi vicino ai colli nei quali fare spuntini o effettuare un pasto completo, cosa che al momento non è fattibile purtroppo.
In Instagram potete trovare video di alcuni luoghi descritti nell’ articolo, seguitemi inoltre anche su Facebook e Pinterest, e condividete l’articolo con chi potrebbe essere interessato all’argomento.
4 commenti
Sara
Amo questa zona di Bologna ma non ho ancora mai fatto questo tragitto e sentiero a piedi, un pochino per pigrizia e un pochino perché ho sempre rimandato a stagioni migliori.
Mi hai incuriosito e affascinato tanto con questo post però, spero di recuperare presto Covid permettendo, mi piacerebbe troppo ripercorrere tutte queste tappe!
Giovanna
Grazie Sara, so che sei un esperta di Bologna quindi doppiamente contenta di averti incuriosita, queste zone meritano veramente, poi quando si potrà scovare qualche posticino per pranzare sarà il top!
Samu & Marghe
Di Bologna abbiamo visitato solo il centro, però questo racconto ci ha fatto venire voglia di conoscere questi luoghi che hai raccontato. Speriamo di recuperare il prima possibile.
Giovanna
Ciao ragazzi mi fa piacere avervi ispirato, si le colline bolognesi sono assolutamente da vedere…