Terre di Castelli: Levizzano Rangone fiabesco borgo tra castelli e vigneti.
Levizzano Rangone è un imperdibile meta facente parte delle Terre di Castelli situata a circa 5 km da Castelvetro.
Un borgo fiabesco incastonato tra i vigneti che producono uno dei vini più consumati al mondo: il Lambrusco Grasparossa.
Venire in queste belle località costellate da cipressi e da un morbido sali e scendi di strade, mi ha sempre dato la piacevole sensazione di essere in Toscana.
Le Terre di Castelli sono terre di gentili colline da visitare assolutamente in autunno!
I vigneti qui presenti, come nella tavolozza di un pittore mostrano in questo periodo dell’anno colori che vanno dal verde, al giallo, all’arancio, al rosso e al viola.
Insomma uno spettacolo di foliage unico che se passate da queste parti vi potrete godere da fine settembre a metà novembre.
Continuate a leggere per scoprire i punti nei quali fare i selfie migliori, immersi dei colori fiammeggianti delle vigne per un’indimenticabile effetto foliage.
In questo articolo parleremo anche di:
- Il Borgo storico di Levizzano Rangone
- L’antico castello presente in esso
- Un piccolo e grazioso museo della vita contadina emiliana
- Un ristorante storico tra i migliori delle colline modenesi
- Cosa visitare nei dintorni di Levizzano e dei cammini da compiere in zona
Che dite siete pronti per compiere questo interessante viaggio nelle Terre di Castelli?
Visita all’imperdibile Castello di Levizzano, caratteristica fortezza delle Terre di Castelli.
In una terra votata all’agricoltura e al controllo grazie alla strategica posizione, nasce già dal IX secolo, durante l’invasione ungara, la fortificazione che prenderà il nome di Levizzano Rangone.
Nel 1038 Viberto, vescovo di Modena, concesse l’area di Levizzano a Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa.
All’epoca di Matilde, la fortezza era costituita da una corte, da una cappella e da una torre quadrata detta Matildica.
L’ampliamento dell’intero complesso iniziò nel Duecento, dopo la morte di Matilde, con il passaggio alla famiglia Levizzani e con la progressiva costruzione del palazzo feudale che divenne la residenza del signore.
Alla stessa epoca si deve probabilmente la costruzione del passaggio sotterraneo che unisce la torre al palazzo quale via di fuga.
Nel 1342 il possedimento venne venduto dai Levizzani a Guglielmo e Gherardo Rangoni, annettendolo ai domini della famiglia.
La potente famiglia Rangoni principale proprietaria dei feudi delle colline modenesi dette alla Fortezza l’aspetto simile a quello che si vede oggi.
Nel Quattrocento e in seguito al terremoto del 1501, gli edifici furono restaurati.
Nel 1921, il Comune acquistò l’intero castello.
Per tutto il Novecento si effettuarono campagne di restauro, con un particolare intervento nel 1983, che riportò alla luce parti dell’edificio medioevale e dell’ impianto viario di epoca romana.
Purtroppo il castello non è sempre aperto, consiglio perciò di telefonare al numero dell’accoglienza turistica o di visitare il sito con tutte le info.
Fare la visita guidata per approfondire la conoscenza di questo antico luogo del territorio emiliano-modenese sarà sicuramente un’esperienza indimenticabile.
Di grande utilità l’app guida scaricabile da smartphone, delle principali attrazioni del Comune, che Castelvetro mette a disposizione di chi vuole fare una visita raccontata.
La “Pop guide” è da richiedere all’ufficio turistico del Comune, verrà fornito un codice di accesso alla mappa della guida con i punti d’interesse comprensivi di ristoranti e alcune attività commerciali.
La visita vi porterà nel Palazzo Feudale nella quale potrete ammirare, nelle cosiddette “Stanze dei Vescovi” le decorazioni, sui soffitti a cassettoni, delle scene di vita agreste , imperdibile il panoramico loggiato e l’affascinante tunnel di collegamento con la Torre.
Nella Torre di particolare rilievo è la stanza “cappella” piena di simboli massonici, un po’sbiaditi, ma ancora visibili, forse luogo di ritrovo di Templari.
Facente parte delle Terre di Castelli è anche il borgo di Spilamberto, trovate tutto ciò che forse non sapete nel mio articolo qui.
Un’altra tappa da fare passeggiando tra i cipressi posti lungo la strada in salita che porta alla Chiesa Parrocchiale di Levizzano è la “Stazione Storica Campo San Rocco”.
Dall’alto dei cipressi potrete vedere un esempio di cimitero risalente al periodo Napoleonico, realizzato in seguito all’Editto di Saint Cloud per portare fuori dalle mura del castello il luogo di sepoltura dei defunti.
Ad oggi un’altra imperdibile attrazione presente in una parte del Castello, è sicuramente rappresentata dal “Museo Rosso Graspa”.
A me la visita è piaciuta molto, e se anche voi come la sottoscritta amate le tradizioni e l’immersione nelle vita agreste di una civiltà rurale, che rappresenta le origini vere dell’Emilia, bè allora continuate a leggere.
Tappa consigliata: Rosso Graspa Museo del vino e della società rurale.
Perché visitare il Museo Rosso Graspa?
Perché…
“Se oggi noi percorriamo queste strade è perché qualcuno prima di noi ne ha tracciato il sentiero”
(cit. Giorgia Mezzacqu – Assessore alla cultura)
Perché sono le emozioni ad arricchire la nostra vita, e perché dobbiamo avere cura dei nostri luoghi e delle persone che li abitano rispettandone e celebrandone la memoria.
Chi mi segue sa che questo è il filo conduttore del mio lavoro sul blog.
Quindi spesso vi capiterà di leggere articoli come questo dedicati alla società rurale, altri approfondimenti li trovate anche nell’articolo dedicato al fantastico museo di Ettore Guatelli.
Ma arrivando al sodo, il Museo Rosso Graspa attraverso tre coinvolgenti percorsi (la Via dell’uva, la Via della Terra e la Via del Legno) racconta i cicli di lavorazione e le buone pratiche di vita contadina.
Tali percorsi sono arricchiti dalle stupende foto testimonianza del fotografo Giuseppe Simonini, che per oltre vent’anni ha girato le campagne di Castelvetro a caccia di soggetti da immortalare sulle pellicole.
A fare da cornice agli scatti suggestivi troverete gli attrezzi costruiti a mano e la documentazione storica frutto di un lavoro di ricerca durato anni.
Non per ultimi, passeggiando per le sale a tema vi capiterà di udire narrate dalla voce di personaggi guida, le vicende e gli aneddoti rigorosamente in dialetto locale, di vita contadina.
Un po’ come se capitaste nella cucina di una rezdora o nella bottega di un falegname o nel campo di un mezzadro.
Ad alcuni di loro è stato dato un volto ed una storia che fanno si che ci si senta intimamente coinvolti e immersi nella vita della società rurale Emiliana.
Quindi tutto segue il filo rosso del lavoro e del sostentamento, nulla è fabbricato a caso è così che dalla terra nasce il grano, dal grano nasce il pane, dall’uva invece nasce il vino rosso graspa.
Per produrre i beni di sostentamento tanti sono gli attrezzi costruiti dall’uomo che potrete leggere, ascoltare e vedere in questo museo che vi conquisterà.
Info utili:
La visita al museo è gratuita.
Orari e giornate fino al 7 Novembre 2021: Sabato/Domenica dalle 14:30 alle 19:00
E’ richiesto il green pass ed è consigliata una visita di almeno 30 min.
Per maggiori info telefonare al: 059 758880
oppure scrivere un email: info@visitcastelvetro.it
Cosa vedere nei dintorni di Levizzano, immersi nelle Terre di Castelli
Nei dintorni di Levizzano Rangone, sono davvero molti i luoghi da visitare vicini e un po’più distanti, primo tra tutti è sicuramente Castelvetro di cui parleremo ampiamente in un altro articolo.
Nella mia giornata a Levizzano mi è stato consigliato di andare a vedere il piccolo “Oratorio di San Michele”.
L’Oratorio di San Michele si trova sull’antica via Tiberia in un contesto panoramico particolare, ed è raggiungibile sia in macchina, che in bicicletta che a piedi.
Considerato un vero gioiello preromànico/romanico, la cui origine è ancora incerta, vista la pianta rettangolare che lo caratterizza, la struttura potrebbe essere stata realizzata sulle rovine di un tempio pagano.
Sebbene la facciata orientata ad Ovest verso Levizzano, sia molto rovinata si possono percepire sulla sommità dell’architrave, poste sopra agli archetti, due testine di pietra, oggi purtroppo corrose dagli agenti atmosferici.
Tradizionalmente le due figure vengono identificate con Bonifacio di Toscana e la figlia, Matilde di Canossa.
Sono invece ben visibili i due capitelli che reggono l’archetto più esterno.
All’interno dell’oratorio, sono stati ricollocati gli originali affreschi trecenteschi rimossi a metà Novecento.
L’interno dell’Oratorio è visitabile su richiesta al Parroco di Levizzano.
La distanza dal Castello all’ Oratorio è di circa 2 Km, passando per via Bedine tenendo la sx e girando a dx nella storica via Tiberia, all’altezza del segnale che indica l’Oratorio, si percorrerà un tratto di strada sterrata.
L’Oratorio di San Michele fa parte di un cammino panoramico, che vi porterà ad attraversare i vitigni e ad immergervi nel caratteristico e acceso foliage.
Suddetto cammino si chiama “Anello dei Colli” e da Levizzano vi porta attraverso la via Tiberia a raggiungere Castelvetro.
Da Via Roma in centro storico a Castelvetro si può tornare a Levizzano attraverso via Cimitero, via Poggio con raccordo finale ad un’ altra importante via storica romana, la via Medusia.
La durata dell’intero cammino fino al ritorno al castello è di circa 3.45 ore.
Il tempo di percorrenza in bicicletta invece è di 1.30 ore.
Fermatevi tra le vigne per immortalare lo spettacolo dei campi e dei filari dai caldi colori autunnali.
Trattoria consigliatissima a Levizzano Rangone
Se desiderate mangiare piatti tipici in un contesto tranquillo e caratteristico allora l’Enoteca con cucina Di Vin Leone posta ai piedi del Castello di Levizzano è la miglior scelta che possiate fare.
Questo ristorante a conduzione familiare da vent’anni ha preso il posto di un bar gestito sempre dagli stessi proprietari dell’Enoteca, che hanno deciso di deliziare i propri avventori con succulente bontà cucinate dalla rezdòra di casa.
Il menù come nei migliori ristoranti non offre una quantità esagerata di pietanze, ma ricordatevi che quantità in eccesso non è mai sinonimo di qualità.
I vini di cui il più giovane dei proprietari è intenditore, le carni e la pasta ripiena sono il fiore all’occhiello del locale.
Ho però assaggiato due novità assolute molto simili come impasto e consistenza al nostro gnocco fritto e alle tigelle o crescentine che dir si voglia.
Molto gradevoli a mio avviso i cosidetti “Sgabei” di origine ligure, molto somiglianti al gnocco fritto ma differenti perché non sono fritti nello strutto e l’impasto è uguale a quello della pizza.
Cortesia, simpatia e professionalità vanno a coronare il tutto insieme ad un buon bicchiere di Lambrusco Grasparossa ovviamente.
Prezzo onestissimo, porzioni abbondanti, inoltre i titolari hanno l’abitudine di addobbare il ristorante con temi legati alle 4 stagioni, TOP
La mia avventura a Levizzano termina qui, spero vi sia piaciuta, fateci un pensierino e condividetela con chi potrebbe amare l’esperienza.
Mi trovate anche su Facebook e Instagram con video, foto e tanti consigli di luoghi interessanti tutti emiliani.
2 commenti
Roberto De Paolis
Molto utile!
Giovanna
Grazie Roberto mi fa piacere!