Appennino modenese: alla scoperta del bellissimo Museo Giardino della Rosa Antica
In Appennino modenese, tra boschi e calanchi si apre in una collina di 42 ettari di cui 3 ettari caratterizzati dalla presenza di 600 varietà di rose, il meraviglioso “Museo Giardino della Rosa Antica”.
Questo giardino vive e fiorisce grazie alla passione di Riccardo e della moglie.
I coniugi hanno creato in una zona abbandonata, ma adattissima alla piantumazione di diverse piante quali le rose, un museo a cielo aperto, naturale, ecosostenibile e in perfetta armonia con l’ambiente circostante.
Il Museo inoltre è una fra le prime esperienze di genere a livello europeo, e rappresenta un punto di riferimento internazionale per botanici, paesaggisti, cultori e appassionati di rose classiche.
Sono stata ospitata in questo bellissimo ambiente dai due coniugi e ho visto tipologie di rose, toccato foglie, annusato profumi di petali tra i più svariati.
Pensate un po’ che alcune avevano l’odore di mela e di incenso.
Un’esperienza che come dice Riccardo può contribuire a risvegliare tutti e 5 i sensi, a tale scopo vengono infatti organizzate iniziative all’interno dell’Erbario Multisensoriale del Museo.
Seguitemi in questo breve ma intenso viaggio che di fatto è durato un’ora e trenta.
Io sarei rimasta tutto il giorno a guardare e annusare quelle che mai avrei pensato fossero rose, abituata alla tipologia di rose che vendono i fioristi.
Cosa si intende per Rosa antica?
Prima di conoscere la storia della creazione del Museo potrà essere utile sapere cos’è una rosa antica?
La definizione approvata dai più grandi esperti di rose nel mondo, riguarda tutte le rose ibridate cioè (create mettendo insieme più semi diversi) prima del 1877.
In tale data è stata creata una rosa che non si collocava in nessuna delle definizioni precedenti e fioriva sempre, (La France)
La caratteristica di una rosa antica è che fiorisce massimo due volte nell’arco di un anno.
La fioritura spettacolare rimane pur sempre una, quella di Maggio nella quale la rosa ha una vera e propria esplosione.
Se pensiamo alle rose vendute oggi dai fioristi dobbiamo pensare a rose a gambo lungo create per scopi commerciali.
Suddette rose vengono chiamate moderne.
Le rose antiche hanno un portamento più naturale e morbido, aperto quasi rilassato.
In realtà mi dice Riccardo, “noi facciamo crescere le nostre rose in maniera spontanea, e la conformazione che più di tutte si vede nel nostro museo è quella a fontana libera (cespuglio)”.
Tipologie di rose del museo dell’Appennino modenese
Dobbiamo fare una distinzione tra rose botaniche (cioè rose trovate in natura) e rose create dall’uomo cioè ibridate mescolando tipologie diverse per ottenere colori e sembianze sempre più gradevoli.
All’interno del Museo troverete inoltre rose che provengono da svariate parti del mondo (America, Cina, Francia, Germania, Inghilterra, Turchia…).
Ognuna di loro ha una storia! vi aspetto nelle curiosità legate alle rose continuate a leggere…
Nascita del museo della rosa antica
Ma torniamo alla nascita del Museo, il terreno acquistato nel lontano 1996, era all’inizio un terreno abbandonato pieno di sterpaglie e rifiuti di ogni tipo e senza nessuna pianta o albero.
Dopo averlo ripulito e studiato, i proprietari attesero sette anni per far sì che nascessero al suo interno specie vegetali resistenti.
Poi seguendo le indicazioni del libro “Rose Classiche” di Peter Beales (uno dei migliori coltivatori ed esperti di rose in Inghilterra) Riccardo e la moglie, cominciarono a piantare i semi delle rose antiche.
La maggior parte delle varietà di rose esistenti trapiantate nel museo sono rose ibride create dall’uomo, che vanno dal 1400 fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le cosidette “rose specie” (botaniche, come la rosa canina) sono circa trenta e sono quelle trovate in natura, potrete trovarle elencate in uno dei tabelloni all’inizio del percorso.
Cosa vedere al museo della rosa antica dell’Appennino modenese…
Quello che troverete, andando a visitare questo poetico e stupendo museo, non saranno quindi file perfette di fiori dai mille colori intonsi e senza nemmeno una bestiolina.
Qui tutto sopravvive con tutto, visto e considerato che ai fiori non vengono fatti trattamenti o dati pesticidi.
Riccardo afferma: “ lasciando il territorio allo stato naturale, attiriamo sia gli insetti nocivi per le rose che gli antagonisti che si mangiano gli insetti nocivi, in questo modo non spezziamo la catena alimentare delle specie e manteniamo invariata la biodiversità all’interno del giardino”.
Egli infatti sostiene che è importante far vedere sia le cose positive che quelle negative del giardino museo, con l’intento di mostrare al visitatore che un giardino ha in sé bellezza ma anche cose meno belle e soprattutto, non è perfetto.
Ogni sezione e ogni gruppo di rose è diviso dagli altri da vialetti di erba larghi circa due metri e i vialetti seguono semplicemente le curve di livello del territorio, al fine di rendere agevole il percorso e facile la manutenzione.
Ogni rosa è dotata di un cartellino che mostra il nome, la data, l’autore e la provenienza.
Mi spiega Riccardo che persino l’erba tagliata trova un suo utilizzo senza essere sprecata, in quanto un suolo sempre coperto di erba fa si che venga utilizzata meno acqua per innaffiare i fiori.
Oltre al roseto troverete:
- un piccolo laghetto artificiale.
- La casetta prefabbricata all’entrata del museo adibita a Bed and Breakfast.
- la Bottega, nella quale acquistare specialità a base di rosa quali: Sciroppi o marmellate, libri e altri prodotti ispirati alle rose del Museo e alle rose del mondo.
- il vivaio con le rose in vaso e la possibilità di acquisto di alcune tipologie, oppure l’ordine di varietà che i giardinieri possono mettere in produzione per voi.
Curiosità sulle rose:
Sapevate che:
- La rosa è commestibile in tutte le sue parti, comprese foglie e bacche?
Esistono svariate ricette che utilizzano le rose, che si possono reperire su libri dedicate, oppure online.
- La provenienza delle rose va dal Tropico del cancro fino al circolo polare artico, cioè nell’emisfero nordico.
Ogni rosa ha una storia legata al suo nome…
…prendiamo ad esempio la Meg Marrilies: è stata creata da Lord Benzas, un nobile inglese, che amava molto i racconti romanzati di Walter Scott.
A tal punto che decise di chiamare tutte le rose da lui ibridate con il nome delle eroine dei romanzi dello scrittore scozzese.
I nomi delle rose sono infatti spesso collegati alle persone che le coltivano e non solo…
Troviamo le rose sia in letteratura che nei dipinti, associate a figure religiose e a Santi, inoltre essendo collegata al sentimento amoroso si trova spesso nelle poesie.
E comunque la rosa racchiude un mondo, tante sono le associazioni che la riguardano e conoscere le storie a lei legate è sicuramente una cosa che io stessa approfondirò.
I fiori in generale mettono di buon umore, un altro giardino imperdibile che vi consiglio è il meraviglioso giardino botanico alpino.
Info generali
Il Museo è visitabile dal 15 Aprile al 30 Giugno
Dal lunedi al venerdi su prenotazione, sabato e domenica orario continuato dalle 9:00 alle 19:00, verificate sempre sul web gli orari perché potrebbero variare.
Ingresso Intero: 9,00 euro
Ingresso ridotto: 6,00 euro (pensionati, ragazzi fino a 14 anni, gruppi di minimo 10 persone)
Ingresso gratuito: disabili, bambini fino ai 6 anni.
Come arrivare al Museo
Il Museo della rosa antica si trova a 25 km da Modena, in via radici nord 10250 – Montagnana di Serramazzoni, ed è raggiungibile:
macchina: dalle Uscite della A1 Modena Nord o Modena Sud raggiungete il centro di Maranello e imboccate la via Giardini, strada provinciale 3, in direzione Serramazzoni per circa 7 Km.
Appena prima dell’abitato di Montagnana svoltate a sinistra in presenza della segnalazione del Museo.
Procedete per cento metri, attenzione alle buche poste soprattutto nella parte iniziale della strada, dopodiché sarete arrivati al Museo Giardino della Rosa Antica.
Telefono: 0536 939010
Spero che questo mio articolo dedicato ad un giardino speciale vi sia piaciuto…
Consiglio la visita nella prima settimana di Maggio, momento in cui si può godere a pieno della bellezza della fioritura, fatevi guidare dall’esperienza e dalla grande passione di Riccardo.
Per ulteriori domande o info scrivetemi nei commenti, vi leggo sempre volentieri.
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6 commenti
Elena
Cara la mia emiliana, mi hai definitivamente conquistata! Da brava romagnola sono anche chiassosa nel dimostrartelo! Ma che meravigliaaaaa
L’unica pecca sta nel fatto che, giustamente, con la fine di giugno perderò la possibilità di vederlo. Allora vedrò di fare di tutto per andarci a brevissimo! Grazie per la dritta!
Giovanna
Cara Elena grazie mille, poi si sa che quando l’Emilia e la Romagna si incontrano il chiasso è garantito, se vorrai addentrarti a Giugno sarà sicuramente un’esperienza memorabile, ti invito però a rimandare a Maggio dell’anno prossimo, ora i riferimenti ce li hai, a maggio la fioritura è strabiliante! A presto!
Tullia
Giovanna sei meravigliosa,passionale,romantica e tecnicamente completa!!!!!metti tanta passione negli articoli che viene voglia di fare le tue esperienze. Conosco le rose antiche ,perché ne ho due nel mio giardino. La loro fioritura è da acquerello. Continua così,perché ti leggo con infinito piacere!!!!!
Giovanna
Grazie Tullia le tue parole mi lusingano, felice che si percepisca l’entusiasmo e la passione che metto nell’andare a ricercare cose belle da condividere che rendono più preziosa la nostra Emilia.
Bruno
Questo articolo mi ha incuriosito sul processo fi ibridazione delle rose: ho visionato alcuni video sul Web e devo dire che é un processo complicato ma affascinante!.
Io personalmente non amo le rose (troppe spine e cespugli per lo piú spogli in inverno), peró ammiro la passione di coloro che le coltivano.
Giovanna
Caro Bruno grazie per i tuoi commenti sempre molto dettagliati, si la coltivazione probabilmente non è complicata ma fatta come si deve nel rispetto della natura a mio avviso è un grande gesto d’amore.