cappelletto reggiano
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Cappelletto reggiano protagonista indiscusso delle feste

In questo primo articolo del progetto “viaggi.cibo.Emilia” vi parlerò del protagonista indiscusso delle feste di Natale a Reggio Emilia, il cappelletto reggiano.

Il cappelletto è il mio piatto preferito; sapori, consistenza e odore di brodo e di spezie, mi hanno sempre accompagnata sin da bambina.

Ma più di tutto ad accompagnarmi era il prima, la cerimonia unita all’euforia e al momento “social” legati alla preparazione “dal caplet”.

Anziani, giovani e bambini, tutti insieme intorno alla tavola a piegare.

Al caplèt come si dice in dialetto reggiano, è il tipo di pasta ripiena che farebbe discutere la persona più pacifica al mondo, si perché di tipologie di paste  in Italia ce ne sono mille, ma noi andiamo orgogliosi del nostro cappelletto reggiano.

Tanto orgogliosi che è nata nel 2018 una vera e propria “Associazione del Cappelletto reggiano” per valorizzare e tutelare lo squisito manufatto.

Vi è un manifesto e un disciplinare della ricetta del cappelletto, utilizzata dalla stragrande maggioranza delle famiglie reggiane.

Risultato della ricerca effettuata tramite interviste a famiglie, su tutta la provincia reggiana, dalla bassa all’appennino, passando per la città di Reggio Emilia.

Il Manifesto ( preso dal sito dell’Associazione) invece è un vero e proprio inno, degno di essere qui riportato:

“Sono un piccolo pezzo di pasta ripieno.

Non mi chiamo tortellino non mi chiamo anolino, mi chiamo cappelletto e sono di Reggio Emilia.

Nelle mie pieghe ci sono, carne, spezie, Parmigiano Reggiano.

C’è una tradizione, un sapere prezioso, una storia che si tramanda: c’è la nostra terra.

Questa eredità è passata di mano in mano, di donna in donna, e non può interrompersi.

Alle rezdore, ai cuochi, alle nonne, spetta il dovere di insegnare alle nuove generazioni questa storia bellissima: nelle cucine, nei ristoranti, nelle piazze.

Sono figlio di un rituale antico, una meditazione fatta con le mani.

Una serie di gesti costanti, ripetitivi, accompagnati dalle chiacchiere delle sfogline. Riempire,  piegare, metterci in fila precisi come soldatini è un mantra tutto reggiano”.

“ Sono il cappelletto!

Un rimedio contro la stanchezza, la noia, la solitudine.

Sono social, sono antico.

Faccio stare bene.”

La ricetta la potete trovare nel mio articolo, il primo uscito nel blog proprio dedicato al cappelletto.

Mi raccomando solo di mangiarli accompagnati da un bel bicchiere di lambrusco reggiano.

Addirittura un tempo il cappelletto veniva servito nella scodella, e si mangiava a seconda della grassezza del brodo con almeno mezzo bicchiere di lambrusco al suo interno, e per chi l’aveva con una spolverata abbondante formaggio parmigiano.

Il Lambrusco con la sua freschezza mitigava e alleggeriva il brodo a volte molto pesante.

Se invece volete acquistarli ho raccolto per voi una rosa di tre botteghe dalla bassa reggiana alla collina, passando per la città che li fa veramente ottimi e artigianali.

Botteghe nelle quali comprare il vero cappelletto reggiano:

La Casareccia

bottega cappelletto reggiano bassa

Laboratorio e bottega del Mastro pastaio Alessandro Aldrovandi, un vero e proprio artigiano della pasta fresca, con esperienza triennale,  gestisce questa graziosa bottega nel cuore della bassa.

Tra tortelloni, ai mille gusti (quelli di zucca essendo già in provincia di Mantova, sono strepitosi) , cappelletti dal ripieno sublime, e dalla sfoglia studiata e brevettata ad ok fatta con farina bio “Molini Pivetti”, e uova allevate a terra bio.

Un mondo colorato di giallo, come il camice che indossa questo pastaio decisamente Naif, perché lo sapete come la penso al riguardo: la materia prima è importantissima, ma dietro a questa c’è sempre la persona, la passione e la sua storia, che vanno a completare l’opera.

Alessandro fa anche parte dell’Associazione del cappelletto reggiano.

Essendo di Mantova non dovrebbe essere in questo articolo, è qui presente perchè vista la qualità non potevo non metterlo, ma anche perchè lavoro con ricette reggiane, è reggiano di origine, e la sua bottega è sul confine.

La Casareccia si trova in via donatori di sangue, 1/B Suzzara (Mantova)

Aperta tutti i giorni tranne il lunedi e la Domenica.

Tel: + 39 0376 531597

Pastificio Nonna Diana

Ho scoperto da poco questo laboratorio di Gastronomia sulle prime colline reggiane, gestito da Marco Manfredi, un giovane ex ingegnere, che sin da bambino nutre la passione per la pasta fresca; “Nonna Diana” invece è la nonna che gli ha insegnato l’arte della sfoglia.

cappelletto reggiano montagna

Marco ha aperto da poco la sua attività, il laboratorio non è visitabile, ma ci si può recare in loco e ritirare il prodotto opportunamente confezionato e congelato, oppure richiedere la consegna a casa.

E’ possibile anche acquistarlo in alcuni punti vendita da lui riforniti, uno di questi è Cassetta Verde di Scandiano(RE)

Il suo cappelletto mi ha stupito, perché la farina che utilizza è una farina macinata a pietra dall’Antico Mulino Cadonega, che dona al palato una piacevole sensazione; in più la materia prima del pesto è ricercatissima e di qualità, quasi a km 0.

Le carni sono allevate nel nostro Appennino reggiano e macellate da “Macelleria F.lli Costi”, il Parmigiano Reggiano è della “ Latteria Sociale Carnola” e le uova per la sfoglia, provengono da galline allevate all’aperto de “La Quercia” Azienda Agricola di montagna.

Provare per credere!

Nonna Diana, si trova  in via Nenni Vittoria, 1/1 Albinea (RE)

Tel  +39 348 117 0685

La sfoglia

La Sfoglia vanta dal 2017 una nuova gestione, una gestione giovane entusiasta ed energica che ha a cuore il buon cibo della tradizione emiliana.

Da un piccolo laboratorio di pasta fresca è nata inoltre una realtà più grande, con l’obiettivo di soddisfare tutte le richieste della clientela, grazie a prodotti freschi ed unici dal sapore antico.

cappelletto reggiano centro

Il punto vendita oltre alla pasta fresca realizzata nel suo laboratorio, sito in via Monti Urali, 3 a Reggio Emilia, vende una vasta gamma di prodotti alimentari.

Tutti di provenienza locale e di primissima qualità: Parmigiano Reggiano, salumi, vino, salse e mostarde, condimenti, aceto balsamico.

La Sfoglia, nella doppia veste di punto vendita e laboratorio, soddisfa qualsiasi tipo di cliente.

Si possono rivolgere a lei, privati, supermercati, attività di ristorazione ed esercizi commerciali gastronomici su tutto il territorio nazionale.

Il laboratorio de La Sfoglia offre consegne dedicate anche fuori provincia. 

Io ho provato i tortelloni di erbetta e i cappelletti, ne sono rimasta assolutamente soddisfatta.

Raro esempio di azienda che nonostante abbia una grande produzione, riesce comunque a garantire una buona qualità.

Il punto vendita La Sfoglia,  si trova in  via Rione, CLN2/D Reggio Emilia

Tel: 0522 280671

Cappelletto reggiano, dove mangiare il migliore a Reggio e provincia.

Tanti sono i ristoranti nei quali a  Reggio Emilia e provincia si possono assaporare ottimi cappelletti, qui la mia lista dei  tre ristoranti/trattorie nelle quali mangiarli veramente strepitosi:

Ristorante Canossa:

Questo tempio della tradizione reggiana, gestito da quattro fratelli, da oltre quarant’anni, ha tutte le caratteristiche per essere considerato uno tra i locali migliori di Reggio Emilia e provincia.

cappelletto reggiano fatto a man
foto presa dal sito internet del ristorante

Gli arredi retrò anni 80, il tovagliato rosa antico e i camerieri in divisa con gilet, pantalone e scarpa nera, camicia bianca e immancabile papillon, ti danno l’impressione di avere fatto un tuffo nel passato.

Ma la cortesia, la professionalità, le tempistiche, e l’ottimo cibo casalingo fatto rigorosamente a mano, fresco  e autentico, ti fanno capire di essere in un luogo di rara reggianità.

Un menù che non cambia mai, nel quale cappelletti rigorosamente in brodo, tortelloni alle erbe e di zucca, tagliatelle e lasagne,  bolliti e arrosti misti serviti a carrello, e zuppa inglese,  sono il must del ristorante da sempre.

foto presa dal sito internet del ristorante

Il tutto accompagnato ad un ottimo lambrusco reggiano che per il Canossa è l’unica cantina possibile in un ristorante che da sempre cucina i prodotti tipici locali.

Qui ho mangiato circa due mesi fa, dei cappelletti che ancora mi ricordo, quindi dico a gran voce andate, non ve ne pentirete!

Tra l’altro è situato in una delle vie più caratteristiche e pop della città, Via Roma, assolutamente da visitare anche perché una delle prime sorte alla nascita di Reggio Emilia, che ha ancora intatta una delle quattro porte di accesso alla città, “Porta Santa Croce”.

Il Ristorante Canossa si trova in Via Roma, 37/b Reggio Emilia

Tel: +39 0522 454196

Locale con all’incirca 100 coperti, ma sempre meglio telefonare prima, per prenotare.

Ristorante Villa Bagno

La storia del ristorante Villa Bagno inizia nel lontano 1992

villa Bagno

Nato come azienda agricola e agrituristica tra le prime in Emilia, poi come mi spiega Valentina Collini, la cuoca e titolare, nel 1994 la famiglia intraprende la scommessa della ristorazione con 3 obiettivi principali:

il biologico, il km zero, la ricerca di materie prime di alta qualità e infine ma non ultimo, la preparazione all’interno della loro cucina di piatti della tradizione.

Oltre agli amati cappelletti con ricetta tradizionale reggiana con carne (i salumi e le carni biologiche vengono fornite da ” il Grifo “, azienda che alleva e macella maiali di razza autoctona di mora Romagnola).

Valentina mi spiega anche che: ” i maiali si trovano nei boschi dei colli di Scandiano.

Prepariamo i cappelletti seguendo un antica ricetta di famiglia, cappelletti senza carne con un ingrediente segreto, tramandato da generazione in generazione”.

cappelletto reggiano Bagno

Questo è uno dei ristoranti da non farsi assolutamente sfuggire se ci si trova a fare visita al bel paese di Scandiano.

Posizionato vicino alla Via Emilia direzione Modena è un’ottima e consigliatissima sosta.

Il ristorante effettua anche servizio d’asporto e consegna a domicilio, telefonando al:

Cell: 328 432 4317

Il ristorante Villa Bagno si trova in via Via Nello Lasagni, 29  Bagno di Reggio Emilia

Osteria la Golena

Questo Ristorante con la facciata gialla intensa, e le classiche tendine di pizzo bianco, ti avvolge in un atmosfera calda e familiare.

Il Ristorante si trova a Brescello, paese di Don Camillo e Peppone nel cuore della bassa reggiana, immerso nella nebbia a due passi dal grande fiume Po.

A gestirlo  ci sono con la loro simpatia e professionalità, Vanni e Antonietta, due autoctoni che trattano i clienti come se fossero esponenti della loro famiglia.

Il menù è ben assortito va dal cappelletto in brodo di cappone, al gnocco fritto, salumi, carne e non può mancare il pesce di fiume.

cappelletto della bassa
foto presa dal sito internet del ristorante

Il ristorante fa anche servizio d’asporto, ma io consiglio quando sarà possibile un’esperienza all’ interno delle sue calde e accoglienti mura.

Il ristorante si trova in via Ghiarole, 19/21 Brescello (RE)

Tel: 0522 687768

Spero che le mie indicazioni vi servano, poi ditemi come avete mangiato, e quando andrete non dimenticate di taggare il progetto #viaggiciboemilia.

Vi presento ora gli articoli delle mie compagne di viaggio:

Giulia ci condurrà attraverso un tour di Bologna da vivere in un giorno con protagonista, oltre alle piazze e alle attrazioni della bella città, il suo amato tortellino bolognese.

Ci consiglierà dove mangiarlo, e dove acquistarlo, ma anche come cucinare il vero tortellino bolognese della sua Bologna “la grassa”

correte a leggerlo al link del suo blog social.food.love

Iole invece ci porterà alla scoperta del gustoso e buonissimo “Passatello” della sua tradizione.

Ci narrerà delle origini rurali di questa minestra, molto apprezzata dalle famiglie contadine, che oggi è diventata un grande classico sulle nostre tavole.

“Dulcis in fundo” ci consiglierà dove mangiare il passatello a Modena, e da buona guida turistica, cosa visitare nei pressi del ristorante.

Se siete curiosi andate subito a cliccare sul suo blog ioleontour.

E per finire c’è Alice e i suoi anolini, piatto tipico della tradizione parmense.

Nel suo bello e dettagliato articolo, Alice ci racconterà come lo cucina la nonna, facendoci entrare emotivamente nella tradizione molto forte della sua famiglia, e dei parmigiani Doc.

Ci darà anche preziosi consigli su dove comprarlo, i ristoranti migliori nei quali mangiarlo, e le varie differenze sugli anolini delle zone di Parma e provincia, compresa Fidenza.

correte a leggerlo sul suo blog

Termino con il ricordarvi il prossimo appuntamento del 18 gennaio con altrettanti articoli interessanti, e se ancora non conoscete il progetto potete trovare approfondimenti sui due articoli chi siamo e il progetto.

Ciao e Buon Natale a tutti, vi aspetto nei commenti…

Seguimi

2 commenti

  • Michela

    Una tradizione che nonostante il passare del tempo non morirà mai! I cappelletti soprattutto con mortadella e parmigiano sono proprio uno dei cibi più consumati in tutto il.mondo. Anche all’estero vengono riproposti benché non siano quelli italiani!

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