il grande fiume Po: itinerario imperdibile in bicicletta.
Il fiume Po e tutti i piccoli e grandi paesi che accompagnano il suo corso nelle zone della bassa reggiana, rappresentano per me oggetto di grande fascino dalla prima volta che li ho visti.
Quasi un colpo di fulmine che mi riempie di eccitazione e di curiosità tutte le volte che mi reco in queste terre umide e piatte, ma a mio avviso, di una particolarità senza eguali, tali da essere state spesso protagoniste di film e di Colossal, (vedesi il film Novecento).
E gli abitanti di questi luoghi non sono da meno, anche perché come afferma l’amica local Nicoletta originaria di Boretto: le persone della “Bassa” che d’inverno vivono nella nebbia e d’estate nell’afa, tra le zanzare, non possono non essere un po’ folli.
In questo articolo che si addentra in quelle che sembrano delle vere e proprie foreste, dove ti aspetti che da un momento all’altro salti fuori una feroce tigre di uno dei dipinti di Ligabue, vi racconterò di una domenica in bicicletta con amici del posto che mi hanno sapientemente guidato.
Un imperdibile itinerario alla scoperta di:
Capanni abbandonati, barche rinvenute, locande storiche, abitanti fiabeschi, stupendi percorsi panoramici in sella alla bicicletta.
Seguitemi lungo il grande fiume Po.
La locanda dei Pontieri perfetto punto di partenza e di ristoro
Appena arrivati al Lido Po di Guastalla abbiamo parcheggiato nel parcheggio frontale la Locanda dei Pontieri.
Nicoletta e Roberto mi hanno gentilmente fatto conoscere uno dei proprietari di questa locanda, il cui emblematico nome è stato presto spiegato da Stefano, gestore del locale e personaggio assolutamente local nato e cresciuto a Guastalla.
La mia sensazione nel vedere questa Villa che rispecchia i caseggiati un po’ usurati soprattutto dall’acqua che quando arriva non perdona, è quella di un locale ristrutturato parzialmente, che trasuda ancora di storia, con le persiane scrostate e i muri dai pallidi colori.
Il paesaggio del Po è bello anche per questo, e chi vive in queste zone vive a contatto con una presenza tanto bella e utile quanto pericolosa.
A lato della locanda vi sono tre bungalows di proprietà di Stefano e socio, che fungono da veri e propri appartamenti con letto, scrivania, bagno privato, entrata indipendente e da quest’anno anche un bungalow adibito a saletta wi-fi.
La cosa strana è che le casette rialzate dal suolo, hanno alla base delle strutture a forma di barca, che in caso di inondazione tengono in sicurezza i bungalows stessi.
E qui ci ricolleghiamo ai pontieri:
Stefano ci spiega che proprio vicino alla locanda circa un secolo fa c’era un ponte sorretto da barche che congiungeva le due sponde del Po.
Incredibile vero?
poi continua:
“Qui dove ora c’è la locanda/ostello ci vivevano due famiglie, il loro lavoro era proprio quello di occuparsi del ponte, della sua manutenzione, del pagamento del pedaggio per le merci che attraversavano il fiume e così via”…
Ecco spiegato l’arcano del nome “Pontieri”.
Stefano ci spiega che i fascisti furono gli artefici di diverse operazioni di bonifica del territorio e dove prima c’era l’acqua si è creato il suolo per la coltivazione e la costruzione di strutture atte ad accogliere attività e abitazioni.
Durante la bonifica il ponte venne spostato più avanti all’altezza del locale Peace In Po, per bonificare le zone che ora accolgono locanda e campi di pioppete.
I pontieri abitarono la struttura fino al 1970 quando il ponte di barche venne smantellato e venne costruito il viadotto di cemento, si può vedere in mezzo agli alberi lato locale una delle barche piena di dipinti facente parte dell’antico ponte.
L’intera zona quando il fiume esonda si riempie d’acqua essendo zona di Golena aperta, e i gestori di locali che sanno in anticipo oramai quando esonda il fiume si preparano allo smantellamento delle aree più a contatto con l’acqua.
Stefano dice che la sua più grande passione è di mettere in contatto il territorio del Po con il viaggiatore, che può giungere da tutto il mondo e può scegliere anche di passare brevi periodi in zona per lavorare facendo ad esempio smartworking.
Tra ostello e bungalows i posti letto sono in totale circa 19, più il ristorante nel quale si mangia tradizionale emiliano e dove anche noi approfittiamo per una pausa ristoratrice…
prima di inoltrarci nell’isola degli Internati…
Itinerario in bicicletta tra ex capanni di pescatori, relitti e atmosfere surreali
Dopo pranzo Stefano ci consegna le biciclette a noleggio per l’intera giornata al modico prezzo di 5 euro, mio consiglio è di prenotarle per tempo.
Ci sono anche diversi noleggi nella zona del Lido noi però avevamo già preso accordi con lui.
Chiedete a Stefano di darvi una cartina della zona per potervi orientare meglio, vi sarà utile e se pensate di visitare il Po durante i mesi di luglio e agosto vi do un consiglio spassionato, il repellente antizanzara è assolutamente necessario.
Inforcate le biciclette svoltiamo a sinistra e attraversiamo il ponticello in legno, posto nel punto in cui il torrente Crostolo si butta nel fiume Po, ci troviamo per la precisione in via Alzaia e abbiamo 2 possibili vie per raggiungere Boretto nostra meta finale:
La prima dal lungo Viale Po andando sempre dritto in 5 min. si arriva sull’Argine Maestro e si prosegue poi sull’SP 62 passando Pieve Saliceto e arrivando dopo circa 20 min a Boretto.
La seconda è quella che scegliamo noi, facendo una deviazione a dx presso la cava del Piattello ci avventuriamo nel dedalo di sentieri dell’isola degli Internati.
Si perché oltre ai resti delle barche riaffiorate, vogliamo vedere i capanni degli ex pescatori, utilizzati ormai per pranzi e grigliate domenicali e ritrovi tra amici e familiari.
La possibilità di vedere l’isolotto sul quale c’è la baracca nella quale si ritirava Ligabue nei suoi momenti di isolamento dalla “inciviltà”, e le barche che riaffiorano dall’acqua è alquanto scarsa…
Il livello del Po è molto alto e alcuni pescatori ci informano che isolotto e barche si riescono a vedere solo quando il livello dell’acqua è basso.
I capanni che incontriamo percorrendo le stradine sterrate sono tutti meravigliosi e diversi tra loro, uno di questi ha addirittura la roulotte attaccata all’abitazione.
Tutte le singolari casette al sabato e alla domenica sono piene di vita, di schiamazzi e di risate, di bambini e adulti intenti a fare grigliate, un po’ come se fossero nella casa di villeggiatura insomma.
Ultimo capanno che avvistiamo nel nostro giro magico, ha pareti dipinte ed è molto grazioso.
Vi dirò di più i due amici che ci avvistano da dentro alla recinzione, ci invitano ad entrare per un bicchiere di vino e io ne approfitto chiedendo a uno dei due…
…come si diventa proprietari di un Capanno?
Il simpatico nuovo amico mi racconta che sin dai primi del 900 i capanni venivano utilizzati per la pesca che a differenza di oggi, anche a livello di qualità di pesce, è andata decisamente calando.
Infatti mi racconta che una volta nel Po c’erano svariate qualità di pesce buonissimo, tra le quali gli storioni, ad oggi invece l’inquinamento e l’avvento del pesce siluro la cui carne non è molto buona, che si nutre di altre qualità di pesce e sta aumentando di numero, sono tra le cause della diminuzione della pesca.
I capanni già dagli anni 70 sono stati dismessi, il benessere ha portato le persone ad acquistare il pesce al supermercato a prezzi più vantaggiosi.
I capanni solitamente si ereditano dai vecchi pescatori se si è di famiglia, oppure tramite passa parola e a titolo amichevole tramite anziani che decidono di cederli.
E comunque sono tendenzialmente, e ritengo giustamente, le persone residenti nei paesi limitrofi a possederli.
Dopo aver salutato i gentili “Host” c’è ne andiamo si sta facendo tardi e a Boretto ci attendono due attrazioni speciali…
Se siete curiosi continuate a leggere…
Chiaramente dell’isolotto e delle barche non vi è traccia perché il Po è troppo alto, come avevano preannunciato i saggi pescatori.
Ogni Luogo magico che si rispetti ha il suo sovrano…
Dopo essere usciti dall’isola degli internati torniamo in zona Porto vecchio e ci ricolleghiamo all’ argine golenale , ovvero la stradina di ghiaia asfaltata adatta alle biciclette che all’altezza di Pieve Saliceto ci collegherà all’Argine Maestro SP62 che ci porta diretto a Boretto.
Dopo circa venti minuti, percorrendo aree costeggiate da Pioppete e suggestivi paesaggi con nuvole grigie sopra alla testa, ci accorgiamo di stare per entrare a Boretto perché giungiamo in area porto e cominciamo a vedere le barche, motonavi e attrezzature varie.
La strada statale 62 sulla quale sbuchiamo dopo una ripida salita divide il centro storico di Boretto dalla zona Portuale noi proseguiamo per un pezzo, “Il RE del PO” ci attende!
e non bisogna mai fare aspettare troppo un RE!
All’ incrocio con Il Ponte di Viadana, dopo circa 800 mt dall’entrata del porto di Boretto , troverete sulla dx un edificio rosso, quello è l’Hotel del Po dietro all’ Hotel la strada scende verso la spiaggia e vi conduce proprio in bocca al castello di Alberto Manotti conosciuto da tutti come il Re del Po.
Un Re che circa 15 anni fa, ha deciso di costruire con i legni e tronchi gentilmente offerti dal suo amato fiume Po, un regno per i bimbi che andando a trovarlo ne diventano i padroni incontrastati.
Il Re ha i capelli di un bianco candido che si vede da lontano, il viso e il corpo sono abbronzatissimi, le mani sono mani che hanno lavorato parecchio, sono callose e grandi, le braccia sono tutte un nervo e sebbene abbia compiuto 79 anni è in splendida forma.
Parla tanto e parla sempre lui, ci racconta tanti aneddoti che è quasi impossibile descriverli tutti, farò un articolo ad hoc dove potrete trovare alcune perle di saggezza assoluta.
Vi basti sapere che Il Re del Po ha creato un vero e proprio parco giochi per i suoi amati visitatori inchiodando palo per palo i legni e costruendo casette, percorsi sospesi tra gli alberi, tunnel fatti con la speciale sabbia del Po e tanto altro.
Alberto si definisce l’uomo più ricco al mondo e ciò che dice fa commuovere:
A me non mi manca niente VIENI QUA… ho il FIUME, i BAMBINI, la NATURA e il TEMPO!
Vietato andarsene senza prima avere scritto sul suo quaderno e avere ricevuto il chiodo magico portafortuna!
Torniamo verso Guastalla con il cuore pieno di gioia!
Per avere maggiori info dell’Ostello dei Pontieri riguardo a prezzi e curiosità generali potete andare sul sito.
Le affascinanti terre del PO non sono solo luoghi da vivere, da esplorare, da percorrere e nelle quali immergersi anima e corpo…Sono anche luoghi che hanno ispirato racconti e bellissimi romanzi.
Se siete curiosi di conoscere qualche interessante titolo lasciatevi ispirare da bellissimo e toccante articolo di Chiara di Smallbutgold.
Spero che questo viaggio alla scoperta del Po vi sia piaciuto!
Scrivetemi nei commenti se desiderate altre info, sono presente con video anche su Instagram e su Facebook.
2 commenti
Chiara
Bellissimo articolo Giovanna!!! Brava brava brava! Preciso, puntuale ma anche molto appassionato!
Giovanna
Grazie di cuore Chiara, adoro la Bassa e spero di averlo trasmesso!