Val Trebbia: weekend indimenticabile nella valle incantata
Siete mai stati in questa bellissima valle incantata che è la Val Trebbia?
Sicuramente molti di voi la conosceranno grazie al Borgo dei Borghi, il grazioso Bobbio e il suo lungo ponte dalle 11 arcate irregolari, detto “Ponte Gobbo” o “Ponte del Diavolo”.
Se non conoscete la simpatica leggenda che si cela dietro il suo nome, seguitemi e vi svelerò l’arcano.
Prima di tutto è bene puntualizzare che un weekend non basta per vedere tutta la Val Trebbia, basti pensare che solo la degustazione di vini, fatta con la cara amica blogger Teresa di andiamo all’avventura, è durata ben 4 ore…
…e vi garantisco che è stata un’esperienza fantastica, ma di questo ne parleremo tra qualche istante.
Quindi riepilogando eccovi i miei consigli su cosa visitare in due giorni, nella valle piacentina tra le più rinomate:
antichi borghi, ottimo vini, cibi tipici e natura incontaminata.
Prima tappa della nostra bella avventura, una passione che abbiamo scoperto di avere in comune io e Terry, il vino…
Degustazione di vini all’Agriturismo il Poggiarello in Val Trebbia
Per la scoperta di questa cantina tra le migliori a Piacenza, devo ringraziare assolutamente il caro amico piacentino @r.iccardo 1982, vero conoscitore della sua terra e anche dei vini che essa produce magistralmente.
Gli ingredienti di un vino che ha ricevuto premi internazionali sono:
. 1882, quattro generazioni di passione e grande professionalità legate al vino da due famiglie Ferrari e Perini (Incontro tra l’agricoltura della famiglia Perini con l’arte di fare le botti in legno della famiglia Ferrari).
. Terreni altamente votati alla viticultura
. L’estrema cura, oltre che nella storia, nelle caratteristiche individuali di ogni singolo vino prodotto
. La maestria nel saperlo narrare.
Si perché dovete sapere che quando siamo entrate in cantina per la degustazione non ci immaginavamo che avremmo assistito alla narrazione articolata di almeno 11 storie diverse legate ai vini, degustati con un delizioso salume assolutamente piacentino.
Undici vini passando dall’ Ortrugo e Gutturnio tipici della zona, come undici arcate del ponte di Bobbio, associazione casuale e interessante.
Entrate nella cantina ottocentesca, ristrutturata dai proprietari attuali, siamo state accolte sin da subito come amiche in visita, da Fabio Boni sommelier del Poggiarello.
Esperienza nuova ed entusiasmante, una moltitudine di sapori e colori, dal miele, alla frutta, al mosto, ai legni e alla terra.
Ad accompagnare questi sapori e colori, le parole e le metafore di Fabio che magistralmente ci ha introdotto nella storia di 11 vini con 11 caratteri diversi alcuni dei quali resi più famigliari dalle etichette della nuova produzione Mami e Cecco, creata ad hoc per la cantina.
Vini bianchi e rossi buonissimi legati ad un volto, con un carattere ed una personalità specifica, abitanti fantasiosi di questa valle, che portano nomi generati dai singolari racconti di Fabio, volti nei quali ognuno di noi si può riconoscere.
Vi consiglio di andare a conoscerli meglio sul sito dell’azienda.
Successivamente all’assaggio abbiamo chiesto di vedere la vigna, circa 13 ettari di vigneto che integra le varietà di uva tipiche delle colline piacentine con varietà più “internazionali”.
Nella quale l’uva viene rigorosamente raccolta a mano.
Consiglio che vi do: una bella foto “anche da brilli” sulla terrazza panoramica con vista su Piacenza e sui Castelli che circondano la piana di Statto.
Seguitemi alla scoperta della prossima tappa una grande terrazza panoramica conosciuta bene soprattutto dai piacentini, breve fermata prima di giungere a Bobbio.
Info per raggiungere la Cantina:
Uscire dall’autostrada a Piacenza Sud, prendere la tangenziale in direzione della S.S.45 della Val Trebbia.
Oltrepassato il paese di Rivergaro, si gira a destra seguendo le indicazioni per il Castello di Rivalta, giunti a Statto, si svolta a sinistra in direzione di Scrivellano-Pigazzano.
Terrazza Panoramica di Pigazzano
Pigazzano è una piccola frazione del comune di Travo, un delizioso borgo di circa 10 abitanti, con una terrazza panoramica, facente parte dal 2010 dei Luoghi del Cuore del FAI.
Sebbene a prima vista presenti problemi di conservazione, gode di un’ottima posizione ed affacciandosi ad essa si può godere di un panorama mozzafiato sulla vallata del versante sx della Val Trebbia che fa parte dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, con il caratteristico Monte Parcellara.
Il Monte Porcellara è una particolare formazione rocciosa tra i comuni di Travo e Bobbio.
La Terrazza molto cara agli abitanti del piccolo Borgo e altrettanto cara ai piacentini delle zone circostanti, fa parte del sagrato della chiesa antica di Santa Maria Assunta, riedificata nella seconda metà del 600.
E’ presente nel borgo anche un castello medioevale di proprietà privata.
Visitina e selfie consigliatissimi.
Bobbio arriviamoooooo.
Bobbio il Borgo dei Borghi epicentro della Val Trebbia
Questo Borgo splendido che dal 2005 al 2019 ha ricevuto riconoscimenti tra i più importanti, ultimo dei quali la definizione di “Borgo dei Borghi”, non mi ha di certo delusa.
Il suo “Ponte Gobbo” è anche detto “Ponte del Diavolo” perché sembra che il monaco Irlandese San Colombano, che arrivò in terra piacentina per fondare la sua importante Abbazia, proprio su questo ponte ebbe uno scontro con il Diavolo.
Questo meraviglioso lungo braccio posto sul fiume Trebbia, è pronto ad accogliere chiunque voglia visitare e godere dell’ospitalità e della grande vocazione turistica di Bobbio.
A Bobbio infatti in qualsiasi stagione dell’anno è possibile godere di diverse attrazioni partecipando a Festival e Sagre, o praticando trekking, sci e ciclismo.
Io e Terry siamo arrivate proprio mentre aveva luogo il Festival del Cinema di Bobbio.
Qui di seguito metto alcuni consigli su cosa vedere, dove alloggiare e dove mangiare a Bobbio:
Cosa vedere:
Oltre naturalmente al già citato Ponte Gobbo , non perdetevi…
Abbazia di San Colombano: fondata nel 614 dal monaco irlandese San Colombano sceso in Italia per arrivare a Roma, venne poi alla fine dell’ XI secolo ampliata e trasferita nella posizione attuale, per ospitare l’accresciuta comunità monastica e i numerosi pellegrini che arrivavano da tutta Europa.
Il monastero era a tutti gli effetti autosufficiente e al suo interno si trovavano : foresteria, mulini, laboratori, magazzini, forni, stalle, cantine, infermeria e “giardino dei semplici”, ossia un orto per la coltivazione di erbe medicinali.
Ad oggi all’interno della Basilica vi è la cripta che ospita la tomba di San Colombano, affiancata ad essa vi è l’elegante porticato nel quale ha sede il Museo dell’Abbazia.
Il Museo dell’Abbazia che io e Terry abbiamo visitate al prezzo di 3,00 euro, raccoglie moltissimi reperti che partono dal periodo preromano e romano per poi concentrarsi sulla storia di San Colombano.
Inoltre la Fama del Monastero è riconosciuta è legata soprattutto alla presenza dello scriptorium e di una vasta biblioteca il cui catalogo, comprendeva oltre 700 codici, tra cui alcuni dei manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti al mondo.
Addossato all’Abbazia si trova anche il Museo della città che però non abbiamo visitato, come anche l’imperdibile Museo Mazzolini che possiede una raccolta di ben 872 opere e 27 sculture e mostra uno spaccato dell’arte del secondo ‘900 , tra gli artisti troviamo: De Chirico, Fontana, Rosai e Giò Pomodoro.
Cattedrale di Santa Maria Assunta: Chiesa in stile romanico assolutamente imperdibile, si trova nella piazza principale del Borgo accerchiata da palazzi signorili.
L’esterno è abbastanza serioso e anonimo, vale però la pena di entrare …
Rimarrete a bocca aperta per la bellezza degli affreschi dedicati all’ Assunzione e soffitto con decori bizzantini.
Particolare interessante è l’affresco dell’Annunciazione riscoperto sotto la calce nel 1981 situato nell’ antica cappella di S. Giovanni Battista a cui si accede a destra del transetto risalente alla struttura della vecchia chiesa.
Come ultimo consiglio come ho l’abitudine di fare, perdetevi per le stradine del borgo e ammirate le porte, le finestre, gli stemmi delle nobili famiglie rivali.
Dove Dormire:
Be chiaramente la scelta è caduta su di una sistemazione decisamente cich in pieno centro storico all’interno della Galleria Palazzo del Barone.
In un complesso di stanze completamente ristrutturate con sasso a vista, balconcino e vasca in camera da letto, direi che di più non si poteva sperare, soprattutto per il rapporto qualità/prezzo.
Maggiori info nella pagina dell’affittacamere.
Dove mangiare:
Casualità ha voluto che sotto alle stanze ci fosse l’Osteria Braceria il Barone, che avevamo prenotato con largo anticipo subito dopo la scelta dell’alloggio.
Suddetta Osteria non rispecchia la vecchia trattoria della rezdora con le mani in pasta come solitamente piace a me, ma il locale lavora solo con materie prime di qualità e fa della carne e del salume il proprio cavallo di battaglia.
gnocchetti Gnocco e salume Pisarei Tartare con Tartufo
Rapporto qualità prezzo ottimo due portate comprensive di vino 30 euro a testa, personale gentile e professionale, velocità del servizio buona.
Abbiamo mangiato nel cortile interno del Palazzo del Barone, complesso nobile ristrutturato-
Il filetto e la battuta di macinato profumato al tartufo ottimi, idem per gli gnocchi con pistacchi e la Sbrisolona alle mandorle con Zabaione.
Consigliatissimo!
L’Osteria si trova in Contrada Porta Nova, 11 – Tel 0523 932093 –
info@osteriailbarone.it
Se invece Volete fare uno spuntino o un pranzo veloce e stuzzicante, essendo Bobbio Terra di confine Ligure è consigliatissima la Focaccia genovese oppure la farinata di ceci che io e Terry abbiamo preso d’asporto per il nostro pranzo al sacco, alle cascate.
Potete acquistarle al Forno “Pizza del Monastero” in Piazza San Francesco 21.
Le cascate del Carlone un tuffo nella natura incontaminata.
La Val Trebbia è anche natura, una natura incontaminata che si può scoprire già dalla vicinissima Bobbio.
Infatti il Borgo di San Cristoforo che dista circa 7 km dal Borgo dei Borghi, sarà l’inizio della vostra passeggiata a piedi.
Dopo 30 min circa arriverete al bivio rappresentato da un enorme sasso riportante le indicazioni per raggiungere le due cascate del Carlone.
Le cascate sono di due tipologie e caratteristiche diverse:
la più grande situata più in basso la si raggiunge tenendo la sx dalle sopradette indicazioni, ha ai suoi piedi un laghetto le qui acqua hanno proprietà termali, a causa dell’alta concentrazione di minerali di sale.
Infatti non molto lontano da Bobbio esistono le Terme pubbliche di Rio Foino, la zona ha sicuramente una predisposizione naturale.
La più piccola si raggiunge tenendo la dx alle indicazioni, salendo e poi scendendo in prossimità della cascata vera e propria, con un laghetto molto più piccolo ma in una posizione più aperta rispetto alla precedente.
In entrambe è possibile fare il bagno, l’acqua e più fredda della precedente, ma con un po’ di coraggio… io mi sono buttata.
Per maggiori info su come raggiungere le cascate a mio avviso segnalate un po male, visitate il blog della Terry, la mia compagna di avventura.
On the Beach sulla Val Trebbia
Essendo nata vicino al fiume Secchia, magari potrete capire il mio stupore (in realtà mi sono quasi commossa) quando ho visto la spiaggia di San Salvatore consigliataci da care amiche e blogger piacentine:
@Sorsi in viaggio, @Hipster Pressure, @la valle delle Favole sono testimonial autoctoni d’eccellenza per quanto riguarda Piacenza.
Scendendo per un sentiero tra gli alberi, a tratti ripido ma fattibilissimo arriverete sul fiume e noterete subito le sue acque cristalline dai colori azzurro e turchese.
Per raggiungere la spiaggia di San Salvatore dovrete attraversare il fiume nel punto dove la corrente è più leggera.
Noterete immediatamente la conformazione di questo fiume che come un serpente, costretto dalla natura, si muove in diverse anse e insenature.
Poi preparatevi allo stupore dell’insenatura più grande con conformazione a U, degna di una cartolina, appoggiate zaini, ciabatte e ombrellone, immergetevi nelle acque della Val Trebbia non eccessivamente fredde, nei periodi estivi.
Una meraviglia a portata di mano e soprattutto di Emilia!
Brugnello borgo a picco sulla Val Trebbia
A circa 20 minuti di strada da Bobbio consiglio assolutamente la visita di un altro piccolo e magnifico borgo della Val Trebbia, Brugnello.
Che dire di Brugnello…
Borgo tra i più suggestivi della Val Trebbia, prende il suo nome dalla nobile famiglia che lo abitava “ I Brugnatelli”, lo si nota dal basso percorrendo la SS45 che costeggia il fiume.
Posto su di uno sperone roccioso all’altezza di 464 metri sovrasta la Val Trebbia con la sua chiesetta che da lontano dona sin da subito un immagine fiabesca.
Arrivarci e semplice si segue la statale SS45 e successivamente si sale, seguendo l’insegna dipinta a mano che indica la direzione Brugnello, per circa 2 km lungo una stretta strada asfaltata.
Prestate attenzione mentre salite, si possono notare ai lati della strada diverse sculture, rappresentanti animali ed elementi della natura fatti in pietra.
Arrivati in prossimità dell’inizio del Borgo è possibile parcheggiare lungo la strada oppure chiedendo il permesso nel parcheggio del ristorante Rocca Rosa, l’unico e caratteristico luogo del paese nel quale trovare ristoro.
Il borgo è veramente piccolo ma sin da subito ti conduce in una dimensione senza tempo, sembra che la sua collocazione, in alto tra i boschi e la roccia, ti isoli dal resto del mondo.
Per gli amanti delle camminate dal borgo partono diversi sentieri escursionistici interessanti assolutamente da approfondire.
Poi passeggiando per la viuzza centrale intere balconate di fiori, casette scavate nella pietra che hanno mantenuto il loro fascino medioevale, porte e persiane in legno mirabilmente intagliate, decorazioni in pietra che sostituiscono il normale asfalto, e qualche sedia e panchina sulla quale sedersi, realizzate sempre in pietra da artisti locali.
La pulizia e l’ordine sono un altro dettaglio che si nota subito, possibile anche grazie all’amore che gli 11 abitanti ( ed ecco che ritorna questo numero) provano per il loro piccolo paradiso.
La fine della strada ci conduce davanti alla chiesa che vedevamo dalla statale, trattasi della Chiesa di Cosma e Damiano.
Risalente al XIV secolo, è stata restaurata nel corso dei secoli, la facciata barocca è stata dipinta, il resto dell’edificio è rimasto in pietra come il villaggio.
Giace sulle rovine dell’antico castello appartenente alla famiglia Brugnatelli, e la sua cappella potrebbe essere stata la cappella dei nobili, all’interno della fortezza.
Tutto intorno ecco che potrete ammirare il punto forte del borgo …
La terrazza che circonda la chiesa e offre una vista panoramica sulla Val Trebbia assolutamente mozzafiato.
Che dire ci si potrebbe passare la notte in questo incantevole contesto, e visto che come avrete capito mi piace scovare posti assolutamente originali e fuori dalle solite tappe turistiche…
Dormire nel Borgo con vista a picco sulla Val Trebbia
Cosa c’è di più bello che dormire all’interno di un abitazione originale in pietra nel cuore del borgo…
Abbiamo scovato l’alloggio “El Mirador” di proprietà di Consuelo, un’affabile signora per metà ligure e per metà Venezuelana, la sua casa dotata di parcheggio privato, patio con vista panoramica, giardino e camere da letto, più tutti i confort di una casa privata, potrà veramente essere un’esperienza indimenticabile.
Visitate la pagina dedicata all’alloggio per saperne di più.
Il nostro viaggio nella Val Trebbia termina qui!
spero vi sia piaciuto e vi abbia stimolato nel progettare una visita nella valle che lo stesso Hemingway ha definito “La valle più bella del Mondo”
Un altro borgo degno di nota nelle mie montagne nell’ Appennino Tosco Emiliano è sicuramente il Borgo di Ca’ Manari al Ventasso molto suggestivo.
In caso doveste visitare la Val Trebbia, taggatemi ne sarò felice, e seguite le mie avventure anche sui canali social Instagram e facebook.