alto Appennino Modenese bellezza e sostenibilità
Visitare il Giardino botanico Esperia, dell’alto Appennino Modenese, è stata un incredibile esperienza all’insegna della bellezza e della sostenibilità.
A 1500 m di quota, sull’alto Appennino Modenese, all’interno di un bellissimo giardino, percorrendone i sentieri intervallati da ponticelli di legno e rigagnoli d’acqua, ci si immerge in diversi habitat naturali, ognuno illustrato da un pannello descrittivo delle principali specie presenti: protette, velenose, alimentari o medicinali.
Sorto nel 1980, ai piedi del Monte Cimone, vetta più alta dell’Appennino Tosco-Emiliano con i suoi 2.165 m s.l.m.
L’Esperia rappresenta un vero e proprio scrigno di bellezza e biodiversità, che si estende su di un’area di circa due ettari, messi a disposizione dal Comune di Sestola.
All’interno di una bellissima faggeta, ricca di esemplari di specie arboree arbustive facenti parte dell’Appennino Settentrionale e di introduzione.
Passeggiare lungo i sentieri, immergersi nella fitta vegetazione, tra zone paludose, torba e prateria.
Ammirare con occhio attento e curioso anche se nel mio caso inesperto, le specie erbacee tipiche degli ambienti altomontani.
Udire nel silenzio assoluto della natura l’unica voce dei ruscelli, ammirare il laghetto spruzzato del giallo dei fiori che lo circondano.
Alla fine del percorso, contemplare nella parte antistante il rifugio le numerose aiuole e le roccere, realizzate con massi dolomitici.
In queste ultime vennero introdotte, accanto alle specie tipicamente appenniniche, numerose piante alpine, ma anche provenienti da catene montuose asiatiche, è un’esperienza a dir poco rigenerante e consigliatissima anche per i non esperti.
E’ possibile prenotare la guida se si è in gruppo, per i singoli invece si possono prendere a riferimento i depliants illustrativi e la mappa del giardino.
I sentieri sono accessibili anche ai disabili.
Perchè un Giardino Botanico Alpino, nell’alto Appennino Modenese?
Gestito dal CAI di Modena che fu l’artefice negli anni ’80 della sua rinascita da semplice “orto di erbe” a bellissimo “giardino fiorito”, l’Esperia, unico giardino botanico nell’Appennino Modenese non persegue esclusivamente finalità scientifiche, ma vuole principalmente contribuire alla diffusione di una nuova cultura ambientale, più attenta e rispettosa degli equilibri indispensabili alla vita in ognuna delle sue forme.
La conoscenza promuove l’educazione alla sostenibilità e al turismo naturalistico attraverso percorsi didattici, visite guidate ed eventi di divulgazione scientifica.
Come Arrivare:
Il Giardino Esperia si trova sull’Appennino Modenese in località Passo del Lupo, Via Lago della Ninfa, 26 Sestola (MO).
Grazie alla veloce strada del fondovalle Panaro, queste montagne sono velocemente e comodamente raggiungibili sia da Reggio sia da Modena in meno di 2 ore.
Orari: 9,30-12,30 /14,00-18,00 – Aperto solo in estate: da metà giugno a metà settembre, tutti i giorni escluso il lunedì
Ingresso: Offerta libera
Club Alpino Italiano Sez. Modena – tel. 059 826914
per maggiori info: https://www.cai.mo.it/giardino-botanico-esperia/#
In auto: raggiungibile con la strada che da Sestola, in Provincia di Modena, passa per Pian del Falco e proseguendo oltre, per quattro chilometri si arriva ad un vasto parcheggio sul lato destro della strada, dove un breve sentiero di circa 200 mt. vi porterà al Giardino Esperia.
A piedi : percorrendo i sentieri CAI da Sestola: sentiero CAI 451 – da Fanano: sentiero CAI 443 – da Roncoscaglia: sentiero CAI 457 – da Montecreto: sentiero CAI 459 o 461 – da Le Polle: sentiero CAI 475.
Lago della Ninfa, piccolo gioiello ai piedi del Cimone nell’alto Appennino Modenese.
Uscendo dal giardino botanico, non si può tornare al traffico della città senza prima essere passati a dare un’occhiata al lago della Ninfa distante 500 mt.
Il lago circondato da faggete è un ottimo punto di partenza, per passeggiate ed escursioni verso e per il Monte Cimone.
Dotato di un ampio parcheggio per moto, auto e bici, ha al suo interno 2 ristoranti molto carini e rustici e aree attrezzate per pic-nic.
Consiglio però di non mangiare in questi ultimi, ma di optare per ristoranti meno alla mercè di turisti e più tipici.
Attrazioni e sport nei pressi del Lago
Possibilità di pesca alla trota. Dal 5 giugno 2020 inoltre con l’apertura della seggiovia Sestola-Pian del Falco, per gli appassionati apre anche il bike park del Cimone.
Si è affermato come riferimento assoluto per gli amanti del Free Ride e dell’All Mountain.
Al momento aperti quattro percorsi, in totale i sentieri si snodano per 70 Km nei boschi delle valli del Cimone.
Se si intende camminare, raccomando di attrezzarsi con bacchette, onde evitare di sforzare gambe e ginocchia, e abbigliamento apposito; per salite impegnative, consiglio la discesa con bob monorotaia.
D’Estate i bambini possono divertirsi nell’Adventure Park Cimone , con entrata vicino al parcheggio; tante le attività, percorsi ad ostacoli, scivoli, per i più temerari albering.
D’inverno tutto si trasforma, le piste sciistiche si riempiono, quella che è da tutti conosciuta come una zona sciistica si attrezza per fare vivere esperienze memorabili ai propri turisti.
Leggenda sul lago della Ninfea
Io che tanto apprezzo le favole e le leggende non posso esimermi dal citare quella che ho letto sul lago in oggetto:
La leggenda narra di un giovane cacciatore che un giorno giunse alle rive del Lago della Ninfa.
Appena si rinfrescò con le acque del lago, un’apparizione incredibile affascinò la sua vista.
Gli apparve sulla riva opposta una fanciulla incredibilmente bella, che lo guardò fissandolo con i suoi occhi verdi. L’amore divampò in lui immediatamente.
La giovane rise e si allontanò, scomparendo rapidamente.
Egli la rincorse invano poi incontrò dei carbonai e chiese loro notizie sulla misteriosa e bellissima fanciulla.
“E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica”. “Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”.
Il cacciatore non credette loro e ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda.
Ogni giorno per svariati giorni la scena si ripeté, poi il cacciatore, sfinito da quel gioco crudele, le urlò il suo amore.
Ella allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo.
Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando tutto si dissolse e il poveretto fu inghiottito dalle acque gelide.
La morte del giovane fece cadere nel silenzio tutta la montagna.
I carbonai ebbero diverse opinioni a riguardo:
che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia;
altri affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato tuffandosi anch’essa nelle acque ghiacciate.
Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago due nuvolette vicine fluttuare…
Se vi è piaciuto l’articolo potete commentarlo, e potrebbe interessarvi anche:Visitare l’Appennino Reggiano da una panchina all’altra
3 commenti
Bruno Bartoli
Ciao Giovanna, ho visitato varie volte questi luoghi davvero belli, potresti aggiungere che, grazie alla veloce strada del fondovalle Panaro, queste montagne sono velocemente e comodamente raggiungibili sia da Reggio sia da Modena in meno di 2 ore.
Giovanna
Certo è un elemento che posso aggiungere grazie!
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