Comune del Ventasso: visita al borgo artistico Ca’ Manari
Nel comune del Ventasso, per la precisione a 1 km da Busana, esiste un piccolo borgo chiamato Ca’ Manari (Ca’ di Manera nel dialetto locale).
Il nome, come immaginerete, proviene dalla facoltosa famiglia Manari di origine Toscana, che ha costruito e abitato questo piccolo nucleo rurale.
Immerso tra gli alberi di castagno e quercia, ottimo come nascondiglio da chissà quale pericolo, temuto dai Manari stessi.
Ho scoperto questa deliziosa perla incastonata nell’alta Val Secchia, recandomi a trovare una cara amica che sta aprendo proprio qui il suo Bed and Breakfast.
La natura di questa fantastica scoperta è stata quindi assolutamente casuale, come tutte le sorprese belle che a volte ti riserva la vita.
Se continuate a seguirmi sono sicura che vi stupirò…
Ca’ Manari nasconde all’interno dei suoi boschi un fantastico percorso artistico di fotografia e racconti.
Ma procediamo con ordine:
Il Borgo di Ca’ Manari è raggiungibile in auto da Castelnovo ne Monti, dal quale dista circa 30 minuti.
Abbandonata la statale 63, ci si immette sulla provinciale che porta a Ligonchio.
Attraversato il paese di Busana si prosegue scendendo sino a quando non si trova l’incrocio con cartello che indica Casa Manari.
Il borghetto non lo vedi fino a quando non sei arrivato, è un agglomerato di casette di cui alcune ristrutturate.
Oppure si può raggiungerlo a piedi dai piccoli centri limitrofi di Marmoreto, Giarola e Nismozza, attraverso semplici sentieri, passando boschi nei quali si possono trovare interessanti esemplari di castagno secolare.
Tutte le casette all’interno della borgata sono prevalentemente in sasso e alla fine del paese, troviamo una fontana risalente all’inizio del secolo scorso.
È visibile anche un’antica maestà a pilastrino con nicchia, coperta da lastre di pietra, la cui immagine votiva è però scomparsa.
Tutt’attorno, avvicinandosi all’inizio del bosco, scorgiamo cartelli con scritte incise, foto in bianco e nero che preannunciano meraviglie e originali installazioni.
In 15 minuti si può da Ca’ Manari, raggiungere attraverso il bosco, il caratteristico e grazioso centro abitato di Nismozza, con numerosi edifici settecenteschi e ottocenteschi.
All’interno del paese fanno bella mostra di sé diversi metati (strutture utilizzate per l’essicazione della castagna), ormai in disuso, se ne possono vedere i ruderi, logorati dal tempo a testimonianza del passato.
Famosa è anche una fontana, posta all’entrata del paese, nota come “Fonte dell’Amore”.
Proprio qui a Nismozza si conclude il percorso artistico che sto per andare a descrivere.
Percorso dell’arte, della fotografia e del racconto a Ca’ Manari
Come vi dicevo la mia amica mi ha preso per mano e mi ha condotto in questo suo posto magico.
Immaginatevi il mio stupore nel trovarmi in un castagneto, accerchiata da mille volti custodi delle memorie dell’Appennino che mi guardavano.
Questo percorso permanente d’arte, di fotografia e di racconto, inaugurato nel 2017 dall’ Associazione Amanzio Fiorini, prende il nome di “Sutt al Ventass” (Sotto al Ventasso in dialetto montanaro).
Se siete arrivati sin qui a leggere, preparatevi ad inoltrarvi con me nel fitto boschetto di castagno.
Il percorso all’interno dell’ampio spiazzo abbellito dai colori autunnali, vuole rappresentare un vero e proprio viaggio nell’anima delle nostre montagne.
Avviene, attraverso le foto di inizio ‘900 di Amanzio Fiorini, fotografo e orologiaio, a alle storie scritte dalla nipote Rosi Manari e Vania Tronconi.
Ovunque troviamo installazioni di artisti quali: Fabrizio Ugoletti “Fabretti”, Silvano Catozzi, Lara Bianchi, Simona Sentieri e tanti altri.
Gli artisti, hanno dato un contributo a questo vero e proprio viaggio nella memoria delle persone, che per anni hanno vissuto, lavorato, e cresciuto generazioni nell’ Appennino Reggiano.
Troviamo in un angolo dello spiazzo anche una graziosa casetta gialla contenente libri, costruita da un falegname locale.
La sua funzione è quella di intrattenere tutti coloro che, arrivando in questo luogo incantato e sospeso, volessero prendere un libro e leggerlo.
Una piccola biblioteca pubblica (ormai sono diffuse nei parchi e nelle zone di intrattenimento) con lo scopo di far circolare belle storie, incentivando la lettura.
L’associazione Amanzio Fiorini ne ha installate altre 2 anche sul monte Ventasso e presso il lago Calamone.
Ma non è finita qui, proseguendo all’ interno del bosco sino ad arrivare al ponticello di legno sopra al torrente, siamo piacevolmente distratte dalla presenza, in mezzo alle foglie, agli alberi, oppure sui sassi, di incisioni, sculture e cartelli riportanti interessanti storie.
Una di queste narra della presenza in epoca pre-romanica di un popolo chiamato “Friniati” gli antichi avi della generazione di montanari abitanti dell’Appennino, che si presume fossero di origini liguri.
Come si può leggere nel mio articolo che parla della fondazione di Reggio Emilia e delle sue antiche origini.
Vediamo anche una testa per metà umana e metà animale con grandi corna, scolpita dal poliedrico Alessandro Toni dal nome “Drumbo”, quasi una figura mitologica…
E mille altre poesie e storie di personaggi che nella pace e nella magia del bosco, aspettano solo di essere scoperte da voi.
Il percorso continua fino a Nismozza, seguendo i cartelli con la scritta sutt al Ventass arriveremo in pochi minuti al caratteristico cimitero nel bosco di Nismozza, anziché proseguire giriamo a sinistra una meraviglia unica ci attende per regalarci una vista mozzafiato in una valle ampia e solare come difficilmente se ne trovano in montagna.
Dopo pochi minuti a piedi troverete un bivio e un cartello con su scritto “Arteumanze 2013”, tenete la sinistra e vedrete comparire dinnanzi un piccolo tempio dedicato alla “Vergine Pellegrina” proprio dove anticamente sorgeva una chiesa.
La grande magia vi attende sul retro del tempietto, ecco comparire la cordigliera di montagne che separa l’Emilia dalla Garfagnana da un lato e dalla Lunigiana dall’altro, siamo sul monte Rivarolo.
Ho successivamente fatto due chiacchiere per telefono con Rosi Manari (fondatrice dell’Associazione che porta il nome del nonno fotografo e proprietaria del Bed and Breakfast “la Corte della Maddalena”).
Rosi mi ha dato maggiori delucidazioni sulla nascita del percorso d’arte e sull’idea futura dell’Associazione Amanzio Fiorini di proseguire oltre Nismozza, creando così una sorta di anello che si ricongiunga a Ca’ Manari.
Vado a raccontarvi di seguito la nascita del progetto e la sua inaugurazione.
Fondazione Amanzio Fiorini Comune del Ventasso
Su di un Cartello all’inizio del percorso oltre il Borgo, collocato sotto alla foto di una famiglia abitante nell’Appennino, viene riportata questa scritta:
L’Associazione Amanzio Fiorini lavora da un decennio nel territorio dell’alto Appennino reggiano. I suoi progetti nascono per promuovere l’identità e la memoria di questa terra, attraverso la valorizzazione dell’archivio del fotografo Amanzio Fiorini e la realizzazione di svariate iniziative culturali, pensate per raccontare un territorio in una logica di contaminazione con le storie altrui.
Questo è il riassunto dello splendido scopo dell’Associazione, e anche il motivo per il quale è nato il percorso permanente “Sutt Al Ventass”.
Per maggiori info potete visitare la pagina Facebook dell’Associazione.
Chiacchierando con Rosi, ho scoperto che ogni anno dal 2017 viene fatta in location diverse, una festa/evento dal nome “Parole Nostre”.
Partendo da Ca’ Manari dove si è svolta l’inaugurazione il 7 luglio 2017, per finire alla splendida pietra di Bismantova a Castelnuovo Monti e al Ventasso.
Questo evento si svolge nel mese di luglio, e chiaramente quest’anno non è stato possibile organizzarlo causa restrizioni antivirus.
Tanti gli artisti, musicisti e cantanti, coinvolti in questo evento fatto di letture, canti, balli, spettacoli e bella energia che si protrae per tutta la notte fino al mattino.
Altra bellissima iniziativa legata a Rosi Manari e al marito Vincenzo Castellano, profondi conoscitori delle montagne in provincia di Reggio Emilia, è quella realizzata da Ethnos (casa di produzione televisiva bolognese).
Ethnos, specializzata nella realizzazione di documentari, ha prodotto una vera e propria trilogia dell’Appennino Reggiano, comprendente tre dvd che trattano in modo approfondito attraverso i racconti dei personaggi della montagna, il rapporto tra il paesaggio e la memoria.
I titoli dei tre documetari sono: “In Tal Fade; Punti di vista sull’ Appennino reggiano” (2010),
“Al Cusna; Le Radici del Canto, la Memoria del Cusna” (2012) ed “Acqua Chit Ven. Sorgenti e Correnti d’Appennino” (2010).
I filmati sono acquistabili online, sul sito di Etnhos.
Che dire, sono profondamente emozionata e commossa perché quando incontro realtà come queste, mi ricongiungo a quelle che sono le mie origini di quasi montanara reggiana.
Ed ora dopo aver riempito l’anima, da buona Emiliana vi consiglio dove poter riempire al meglio la pancia.
I quattro ristoranti migliori del Comune del Ventasso.
Locanda Piera
La Piera è uno dei ristoranti più rinomati nella zona del Ventasso, da alcuni addirittura definito come uno tra i migliori dell’Appennino reggiano.
Il locale interamente in sasso, un misto tra rustico e moderno, ma con un tocco di classe, serve piatti della tradizione montanara con qualche rivisitazione interessante.
Come consigliatami dalla mia amica della zona, la tagliata con funghi veramente squisita.
Per gli amanti della carne qui a suon di cacciagione c’è da sbizzarrirsi. Ottimi anche gli antipasti a base di gnocco fritto e salume, e polenta fritta con caciotta fusa da sballo.
Poi gli immancabili tortelli e cappelletti, insomma da madre a figlia la tradizione continua, anche il vino della casa merita, i prezzi non sono economici, ma lo consiglio sicuramente.
La locanda tra l’altro, ha anche delle stanze nelle quali pernottare.
La Piera si trova sull’ SP 18 83 a Busana (RE).
La Baita d’Oro
Ci mangiai almeno due anni fa e ricordo ancora la squisitezza dei funghi fritti, che da queste parti non possono mancare.
La Baita d’Oro è un locale molto grande a gestione familiare, nato nel 1990 come Pub.
Nel 1995 diventa ristorante con possibilità anche qui di pernottamento, grazie alle camere spaziose e arredate con angolo cottura.
Oltre ai funghi sono rinomatissimi i piatti a base di tartufo bianco e i secondi di cacciagione, oltre alla carta dei vini che mette a disposizione ben 120 etichette.
La pasta è rigorosamente fatta a mano e sono buonissimi anche i dolci.
Altro punto a favore del ristorante, la straordinaria vista sulla Pietra di Bismantova.
Che dire, anche questa è una tappa obbligata magari scendendo verso Castelnuovo Monti dopo avere trascorso due giorni in alta montagna.
Osteria Sparavalle
Anche questa è un’Osteria da non farsi sfuggire, ottimi i tortelli verdi, con patate e sugo di funghi.
Come antipasto sono consigliatissimi il gnocco fritto, molto buono e abbastanza asciutto, e l’erbazzone tipico montanaro.
Il personale è molto cordiale, le porzioni sono abbondanti e il prezzo è assolutamente a buon mercato.
Consigliatissimo!
Il Fortino si trova in via Nazionale Nord 1 Cervarezza, Ventasso, 42032, Busana (RE).
Giardini dell’Acqua
Questa è una tappa assolutamente da non perdersi nel periodo estivo.
Se volete mangiare una trota da leccarsi i baffi allora non potete perdervi questo magico posto, che soprattutto nella bella stagione offre un sacco di attività per grandi e piccini appassionati di pesca.
Infatti i servizi offerti, spaziano dalle visite guidate all’allevamento didattico, dall’acquario fluviale all’uscita di pesca con istruttori esperti, dalle uscite guidate di Torrentismo al Trekking fluviale, e naturalmente il punto ristoro.
Quest’ultimo è aperto con ristorante nei periodi che vanno da giugno ad agosto.
Mentre invece da settembre a maggio, si potrà usufruire solo del bar, nel quale degustare panini e piade con affettati e formaggi locali ed un ottimo crostino alla trota affumicata e marinata.
Colazioni fatte in casa anche per gli ospiti pernottanti e accurata selezione di vini.
I Giardini dell’Acqua si trovano in via Porali 1/A, 42037 Collagna – Reggio Emilia
Spero che questo mio articolo vi abbia trasportato almeno un pò nel borgo da favola di Busana…
in tal caso sarei contenta di leggerlo nei commenti, e se avete altri borghi da consigliarmi li leggero molto volentieri.
Mi trovate anche sui social Facebook, Instagram e su Pinterest, vi aspetto per scoprire insieme le bellezze e bontà dell’Emilia.
7 commenti
ALICE RAINERI
Bellissimo articolo Gio!
E’ molto interessante e non conoscevo questo borgo : me lo segno!!!
Giovanna
Cara Alice grazie di cuore, si il borgo è un piccolo gioiello assolutamente da visitare!
Cristina
Avevi ragione, è proprio un borgo molto bello! Ho segnato in agenda!!!
Giovanna
Siiii, poi mi dirai. Fai anche la passeggiata completa nel bosco!
Nuccia
Una perla di amore , storia e memoria delle : radici del territorio !
Giovanna
Assolutamente Nuccia, sono rimasta veramente incantata da questi luoghi!
Giovanna
Concordo a pieno, un luogo magico