
Fondazione Magnani Rocca: “La Villa dei Capolavori” in provincia di Parma
In provincia di Parma esiste una villa che rappresenta una delle più importanti istituzioni culturali d’Italia.
Questo è solo uno dei motivi per i quali viene chiamata “Villa dei Capolavori”.
La Fondazione Magnani Rocca inoltre fa parte delle “Case e studi delle persone illustri dell’ Emilia-Romagna.
Un altro valido esempio di casa studio può essere rappresentato dalla Casa Museo Covili.
Mi sono recata per la prima volta alla Fondazione, circa due settimane fa, in occasione della splendida mostra “Moda e Pubblicità in Italia” che consiglio di vedere.

Per chi non l’avesse già fatto terminerà a brevissimo, l’11 Dicembre.
Sono rimasta immediatamente colpita dal fascino discreto e raffinato sia della villa che del suggestivo parco che la circonda.
Il luogo in sé trabocca di cultura e buon gusto, inoltre internamente è stata lasciata il più possibile invariata la collocazione degli arredi, di modo da sembrare ancora vissuta dalla famiglia Rocca.
Il fondatore Luigi Magnani, attento conoscitore delle arti ha voluto con la costituzione di questa rara collezione onorare la memoria del padre Giuseppe e della madre Eugenia.
Ma chi era Luigi Magnani?
Ve lo spiego nel primo capitolo del mio articolo, continuate a leggere per scoprire i segreti di una delle dimore più belle d’Italia.
Luigi Magnani, musicologo, critico d’arte e scrittore

Luigi Magnani nasce a Reggio Emilia il 29 gennaio 1906.
Figlio di Giuseppe Magnani, imprenditore nel settore caseario, che fu tra i primi a commerciare il Parmigiano Reggiano e da Eugenia Rocca distinta signora appartenente ad una nobile famiglia ligure.
Luigi chiamato confidenzialmente Gino aveva due sorelle Ada e Lisetta che morirono di tubercolosi in giovane età.
Il ragazzo passa la sua infanzia prevalentemente in solitudine, nella biblioteca di famiglia, unica sua compagnia, la madre Eugenia con la quale passa la maggior parte del tempo essendo il padre spesso in viaggio per lavoro.

Ed è proprio la madre ad iniziarlo all’apprendimento della musica e dell’arte, successivamente avrà come maestro Adolfo Venturi, considerato il fondatore della disciplina storico artistica universitaria Italiana.
La sua formazione musicale invece si deve ad Alfredo Casella, illustre compositore, pianista e direttore d’orchestra dei primi anni del 900’.
Nel 1941 la famiglia Magnani acquista una proprietà immersa nelle campagne parmensi a Mamiano.
Da quel momento in poi Luigi avido viaggiatore e scopritore di talenti, sempre in viaggio tra Italia ed Europa, potrà passare all’azione.
Acquisterà dipinti da mettere a Mamiano attraendo a se figure di spicco dell’arte novecentesca.
Villa Magnani diventa così un prezioso scrigno di opere di grande valore come quelle di: Goya, Dürer, Monet, Renoir, De Pisis, Cézanne solo per citarne alcuni.
Tra le amicizie più significative di Luigi troviamo Cesare Brandi, teorico del restauro e collezionista, e Giorgio Morandi pittore, amico e consigliere.
Grazie a quest’ultimo Magnani acquisterà alcune preziose opere dell’artista sperimentale Alberto Burri.
Mamiano diventa così una realtà molto simile ad un museo, ma più personale ed intima.
Ed è qui che Luigi, dopo aver vissuto ed insegnato a Roma per lungo tempo, muore, nella sua amata villa di campagna il 15 Novembre 1984, lasciando alla collettività una grande eredità artistica e culturale.
Due mesi prima della sua scomparsa difatti presenta la sua collezione d’arte in una mostra dal titolo: “Fondazione Magnani Rocca. Capolavori della pittura antica”.
La fondazione si ebbe anche grazie al supporto dell’allora Cassa di Risparmio di Parma.
La finalità che anche oggi la fondazione persegue è lo sviluppo e la promozione di attività culturali legate al mondo dell’arte, della musica e della letteratura.
Visita alla villa e ai suoi capolavori, Fondazione Magnani Rocca

Negli anni successivi la scomparsa di Luigi Magnani, la fondazione sistemò il grande parco della villa e restaurò gli edifici della tenuta.
La neobarocca villa di Mamiano aprì le porte al pubblico nel 1990 e da allora espone la straordinaria collezione di opere d’arte dall’XI al XX secolo.
Eccovi l’imperdibile lista dei Capolavori da ammirare sia dentro che fuori dall’edificio:

I Pavoni: Giungendo alla villa oltrepassata la biglietteria vi imbatterete facilmente nel passaggio di splendidi pavoni, quelli bianchi sono stati per me una piacevole sorpresa.
Questi incredibili esemplari che scorrazzano tranquillamente per il parco mostrano in primavera, mese in cui la loro coda si riempie, un ventaglio iridescente assolutamente da ammirare.
Il giardino romantico: L’ampia zona verde che abbraccia la villa è anch’esso un capolavoro da godersi passeggiando tra i rari cedri del libano e il labirinto di basse siepi del piccolo giardino all’inglese che troverete dietro al casotto della biglietteria.

Tanto più se visiterete la villa durante lo sbocciare delle Ortensie, lo spettacolo è assicurato.
La Villa: Salendo la bella scalinata d’accesso alla Villa vi ritroverete nell’atrio e non potrete fare a meno di notare la grande coppa di malachite e bronzo d’orato posta al centro della stanza, dono dello Zar Alessandro I a Napoleone.

Alla destra e alla sinistra dell’atrio inizia il percorso della collezione permanente che termina al primo piano, in quelle che erano le camere da letto della famiglia Magnani.
Da sinistra troviamo le stanze con arredi in stile “Impero” e poi la quadreria.
Sala Van Dick: nella prima stanza dedicata all’arte fiamminga ci appare un dipinto che troneggia su di un intera parete opera di Anton Van Dick raffigurante Giovanni Paolo Balbi a cavallo.
Sala del Goya: Tra i raffinati arredi compare il dipinto di Maria Luigia che con sorridente distacco ci osserva.
Tra i dipinti più preziosi e ammirati dobbiamo citare senz’altro l’opera di Francisco Goya ad olio su tela, dal titolo “La famiglia dell’Infante Don Luis di Borbone”.

Nella stessa sala è posta proprio davanti al dipinto di Maria Luigia la bellissima statua in marmo candido “La Tersicore” di Antonio Canova (1811), superba effigie della poesia lirica, ultimo acquisto di Luigi Magnani.

Sala Dürer : dedicata al caposcuola tedesco, nella sala sono esposte anche alcune opere tra le più antiche della fondazione, come una Madonna della scuola romana del XI-XII.
Sala Tiziano: Grande e lunga sala ben illuminata da un grande lucernario, anche detta la loggia nella quale spicca il dipinto di Tiziano Vacellio dallo squillante cromatismo e dal titolo “La sacra conversazione Balbi” (1512-14).

Tornando nell’atrio ai piedi dello scalone con balaustra in stucco troviamo la candida scultura “Ninfa del Deserto” opera dell’artista Lorenzo Bartolini (1850).

Salendo il sontuoso scalone accederemo alle camere da letto e allo studio di Luigi Magnani, in un percorso di opere moderne di grande valore sentimentale e artistico.
Sala del Novecento: In mostra alcune opere dei grandi maestri Burri, Severini e Guttuso, Tra le sculture esposte si trovano due bassorilievi e una statua in bronzo Giacomo Manzù: Orfeo I, Orfeo II e San Giorgio (1972).
Sale Morandi: Due sono le sale allestite con le opere di uno dei più cari amici di Magnani, Giorgio Morandi.

Cinquanta opere totali tra acquerelli e oli della prima sala e disegni e incisioni della seconda.
La più grande collezione di Morandi fuori da Bologna.
Sala Cézanne: Sala dedicata al pittore nella quale sono conservate opere ad Olio e ben 5 acquerelli.

La natura morta con ciliegie rimane una delle rarissime opere del pittore presenti in Italia.
Sala Impressionisti: Chiude il percorso museale la sala degli Impressionisti con Monet e Renoir come protagonisti tra i più rappresentativi.
La sala è completata dalle opere del secondo dopoguerra e personalmente sono stata conquistata dal dipinto di Wols che vedete qui sotto.

I Capolavori della Villa di Mamiano non finiscono qui…
Una parte della Villa riguardante l’agrumeto di Luigi Magnani costituito da ampie serre è ad oggi dedicata a mostre d’arte temporanee.
Pronti a tuffarvi nel colorato e sfarzoso mondo della Moda e Pubblicità in Italia?
Moda e Pubblicità in Italia in mostra alla Fondazione Magnani Rocca

Essendo io fortemente attratta dalla moda e dall’arte grafica non potevo certo farmi sfuggire una mostra che consiglio assolutamente di visitare.
Da considerare uno spaccato importante di vita della moda dall’Ottocento alla metà del Novecento.
Consiglio anche di effettuare la visita guidata, solo così vi verranno mostrati gli “Armadi Segreti”.

Armadi a muro contenenti gli oggetti utilizzati dalla famiglia Magnani, sia nella vita di tutti i giorni che durante i ricevimenti di ospiti illustri, che non di rado frequentavano la villa.
La visita inizia dal primo piano, già dagli oggetti si capisce la tipologia di vita e la finezza e ricercatezza della famiglia Magnani.
Gli armadi a parete laccati sono come porte che vi guideranno attraverso la vita, le abitudini e lo stile innovativo della facoltosa famiglia.
Ada fu la prima a portare i capelli tagliati alla “Garconne” e gli stessi abiti erano di una finezza sconvolgente.
Lasciata una delle esperienze a mio avviso imperdibili della villa, la guida ci ha condotti nel salone di collegamento tra la serra di agrumi e la villa…
L’atrio magnifico, luminoso e pieno di finestrature.
E’ da qui che veniamo catapultati nel mondo della moda italiana!
Grazie ad una meticolosa spiegazione riguardante l’evoluzione della moda avvenuta principalmente con l’apertura dei grandi magazzini “Le Bon Marché” comparsi per la prima volta in Francia nel 1850 aperti da Aristide Boucicaut.
Attraverso 150 Manifesti prestati alla Fondazione ripercorriamo la storia e l’evoluzione della moda Italiana, che grazie all’ambiziosa e pionieristica Rosa Genoni lancia uno stile esclusivamente nostrana.

A supporto dell’ambizioso progetto e sull’onda della nascita dei Grandi Magazzini arriva la pubblicità cartellonistica e le riviste di moda che consigliano come vestirsi in ogni occasione.
La moda non è più retaggio esclusivo delle classi agiate, anche la borghesia e la classe operaia si possono permettere un capo con un taglio moderno ad un prezzo abbordabile.
Il metodo di acquisto cambia, perché il prezzo viene messo in evidenza da un cartellino.
Il grande magazzino diventa anche un luogo nel quale incontrarsi per parlare e passare un po’ di tempo insieme…
Cosa vi ricorda?
Di grande importanza è anche il cinema nello sviluppo e comunicazione della moda sin dal suo avvento.
Durante questi anni c’è un’accesa competizione tra tutti coloro che aprono grandi magazzini in tutta Italia, ma sicuramente due nomi importanti presenti nella mostra vanno assolutamente citati.
Il primo riguarda i Fratelli Mele dei Magazzini Mele di Napoli, fautori della più imponente e ricca promozione mai realizzata che inizia nel 1889 e termina nel XX secolo.

Molto più attuale e conosciuta è la comunicazione della Rinascente di Milano con un direttore artistico d’eccezione, Marcello Dudovich che ha operato con scelte stilistiche uniche dal 1921 al 1956.

Ci sarebbe tanto altro da dire ma sta a voi approfondire questo interessante percorso che un po’ riguarda anche i giorni nostri.
Info sulla mostra:
La mostra si trova alla Fondazione Magnani Rocca in via Fondazione Magnani Rocca, 4 a Mamiano di Traversetolo (PR)
Il Biglietto d’entrata per la visita guidata comprensivo di entrambe le mostre e il giardino romantico è di 17,00 euro.
La sola visita alla mostra temporanea e permanente è di euro 12,00.
Sono applicabili sconti per studenti in visita d’istruzione.
Gli orari sono dalle 10 alle 18 feriali, dalle 10 alle 19 nei festivi.
Per maggiori info consiglio di consultare la pagina della fondazione.
Spero questo Viaggio tra i capolavori racchiusi in Emilia vi sia piaciuto, vi aspetto nei commenti.
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Mercatini di Natale a Reggio Emilia e provincia.
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