Gualtieri: viaggio in uno dei borghi più belli d’Italia
Vi porto con me in “Viaggio a Gualtieri”, un borgo nato in quelle terre paludose nelle quali il grande fiume Po regnava incontrastato, e ad oggi si merita il titolo di Borgo tra i più belli d’Italia.
Siamo in pianura padana a 26 Km da Reggio Emilia, mia città di origine.
In un territorio da me amatissimo chiamato “bassa reggiana” che però si trova a Nord della regione Emilia-Romagna, direzione Mantova per intenderci.
Quindi recandomi a Gualtieri che già conoscevo, in compagnia delle mie colleghe del progetto Viaggi.Cibo.Emilia, non sono rimasta stupita nel vedere quanto sia meraviglioso e caratteristico questo borgo sull’argine del Po.
Tanto meraviglioso, quanto è stata fantastica e quasi commovente l’ospitalità e l’accoglienza che ci ha riservato l’amministrazione comunale.
E’ doveroso quindi ringraziare : Mattea Gialdini, Fabio Stecco, Renzo Bergamini, Stefano Pivan, Federico Carnevali e il nostro bravissimo e competente cicerone Gian Luca Torelli, storico e bibliotecario.
Gente della bassa orgogliosa del proprio territorio che ama il proprio paese e persino la nebbia che non di rado lo avvolge.
Gente semplice e genuina custode di un patrimonio artistico che vi invito a venire a scoprire durante l’evento più atteso dell’anno dal nome “Viaggio a Gualtieri”.
Non dovrete attendere molto e consiglio di sbrigarvi a prenotare le svariate attrazioni delle tre giornate di festa che si svolgeranno questo fine settimana da venerdi 16 a domenica 18 settembre.
Viaggio a Gualtieri giunto alla settima edizione come ogni anno offrirà svariate attrazioni quali:
- Cene e pranzi nella pittorica Piazza Bentivoglio
- Visite guidate a ville private e a palazzi solitamente chiusi al pubblico quali: la Torre Civica, il Teatro Sociale di Gualtieri, unico esempio di Teatro rovesciato, Palazzo Greppi, Villa Malaspina con il pittoresco giardino all’inglese e tanti altri.
- Visita ai Capanni della Golena, con cibo e musica
- Gite in Canoa sul Po dall’alba al tramonto.
- Degustazioni in cantina e assaggio di prodotti tipici e proiezioni cinematografiche.
Per maggiori info consultate il sito dell’evento.
Per darvi un assaggio dei tanti luoghi da visitare a Gualtieri in un giorno continuate a leggere vi racconterò interessanti storie e vicissitudini legate a uno dei borghi più belli d’Italia.
Borgo che non a caso è stato spesso location di diversi successi cinematografici quali il film recente dedicato al pittore Ligabue “Volevo nascondermi”.
Gualtieri è anche terra di grandi personaggi che hanno fatto la storia dell’arte quali:
Antonio Ligabue (Pittore), Umberto Tirelli (costumista), Bruno Rovesti (Pittore) senza dimenticare il grande musicista Ezio Bosso, cittadino onorario della città.
Brevi cenni storici di Gualtieri uno dei borghi più belli d’Italia
La piccola capitale emiliana appare per la prima volta nel sec. VII con il nome di Castrum Vultureno, ossia residenza fortificata del Longobardo Gualtiero dal quale prende appunto il nome, che iniziò a bonificare il territorio.
Nei secoli XIV e XV il paese vedrà l’alternarsi di diverse signorie tra le quali gli Sforza e i duchi d’Este proprietari del feudo fino alla metà del 1800.
Tra il 1567 e il 1635 grazie al feudatario Cornelio Bentivoglio e ai figli Enzo e Ippolito, che Gualtieri acquisisce l’aspetto raffinato attuale.
Nel 1635 Enzo Bentivoglio permuta Gualtieri con Scandiano con il duca Francesco I d’Este e il borgo rimane in suo possesso fino all’Unità d’Italia.
Viaggio a Gualtieri, cosa vedere nel centro storico:
Come spesso accade nei borghi ma anche nelle grandi città, la piazza è il fulcro vitale del paese, il luogo più frequentato dai cittadini residenti e non.
All’interno della quale si organizzano, eventi, fiere, concerti e mercati.
Piazza Bentivoglio
quando arriverete a Gualtieri, potrete parcheggiare nel parcheggio gratuito di Piazza IV Novembre.
Prima di percorrere il portico di accesso all’elegante Piazza Bentivoglio, consiglio di fermarvi a gustare un caffè nello storico Bar del Teatro.
Ora potrete attraversare il loggiato e rimanere stupiti davanti alla bellezza della Piazza che anticamente era considerata il cortile d’onore del Palazzo padronale.
Commissionata da Cornelio Bentivoglio al più illustre tra gli ingegneri della corte estense, Gian Battista Aleotti detto l’Argenta.
La realizzazione della grande piazza quadrata con circa 96 m per lato, presenta al centro un giardino di forma tondeggiante.
Su tutto il perimetro della piazza troviamo:
Il Palazzo nobiliare Bentivoglio, la Torre Civica, la Collegiata di Santa Maria della Neve che nel complesso creano una gigantesca scena teatrale.
I portici rendono la struttura elegante, interrotta solo dagli ingressi delle tre vie romaniche principali (cardo e decumano orientati sui punti cardinali).
Per ammirare tanta magnificenza dall’alto vi svelo un segreto…
In occasione di Viaggio a Gualtieri potrete, come abbiamo fatto noi, recarvi al civ. 1, proprio sotto la torre a cannocchiale rappresentante uno degli accessi più scenografici a Piazza Bentivoglio, conosciuta come…
Torre Civica
Accompagnati da una guida, salirete circa 35 gradini in pietra, nascosti dietro una piccola porta grigia posta sotto alla torre e giungerete in prossimità del balconcino proprio sotto il grande e antico orologio.
Da qui potrete ammirare il panorama più caratteristico e magnifico oltre che instagrammabile, rappresentato da una delle piazze più belle d’Italia, in tutta la sua maestosità!
La Torre portata a compimento fra il 1599 e il 1602 è alta 44 metri e assomiglia, grazie alla forma che va rimpicciolendosi verso l’alto, ad un cannocchiale appunto.
Separa la piazza dalla via principale del paese, Corso Vittorio Emanuele, via che vi consiglio di percorrere, per fare un salto nel passato giungendo a Piazza Felice Cavallotti (Piazza Nuova).
La piazza è costellata dalle strette e caratteristiche case a schiera di impianto tardo medioevale, rappresentanti il primitivo nucleo abitativo di Gualtieri.
Sempre in zona, troverete una delle ville più belle della Bassa, Villa Torello- Malaspina.
Una Villa privata ora di proprietà dei Conti Guarienti, in passato antico Castello del Vescovo di Parma, successivamente ristrutturata in stile Neoclassico.
Tornando verso la Piazza terminiamo il nostro viaggio del centro storico con la visita di Palazzo Bentivoglio e di una delle strutture che più di tutte mi ha emozionata il Teatro Sociale di Gualtieri!
Palazzo Bentivoglio
Fatto eseguire da Ippolito Bentivoglio per mano ancora una volta dell’Argenta, la dove anticamente vi era solo la palude.
Il Palazzo seicentesco venne ben presto abbandonato dai Bentivoglio che si stabilirono a Scandiano.
Iniziò proprio da lì il declino della struttura, fino a quando il 28 Settembre 1750 il Comune decise di acquistarlo, e negli anni successivi ripopolarlo con svariate attività tra le quali la costruzione di un teatro.
Ad Oggi all’interno del palazzo oltre agli uffici comunali, ha sede nel primo piano padronale, una sala mostre che ospita opere d’arte tra le quali alcuni dipinti di Ligabue.
I saloni del piano suddetto sono riccamente affrescati e divisi in sale tra le quali le più rappresentative sono sicuramente:
- La Sala dei Giganti, terminata nel 1628 che rappresenta la più impegnativa opera decorativa commissionata da Ippolito, e finita alla sua morte.
A guidare i lavori fu il pittore bolognese Pier Francesco Battistelli.
Entrare nella sala senza sapere cosa aspettarsi provoca senza dubbio una reazione entusiasta!
Il tema del salone è quello della “Gerusalemme Liberata”, gli affreschi dai colori dorati lasciano veramente senza parole.
- La Sala di Enea è la sala d’ingresso al museo, gli affreschi che ci circondano illustrano le vicende narrate dal libro VIII al XII dell’Eneide di Virgilio.
Gli Dei intervengono a diretto contatto con l’uomo, per fondare Roma.
Una di fianco all’altra due sale da non lasciarsi assolutamente sfuggire:
- La sala di Giove che continua a trattare il tema della fondazione di Roma con gli Dei al soffitto e le pareti occupate da un ciclo di dipinti tra i più rappresentativi di Ligabue.
- La sala di Icaro è avvolta dalla magica presenza artistica degli abiti di scena di alcuni storici film realizzati dal costumista gualtierese Tirelli.
Nelle teche in vetro al centro della sala sono presenti due costumi esposti dal valore inestimabile.
Trattasi del costume indossato da Romolo Valli nell’Enrico IV di Pirandello e il costume indossato da Romy Schneider in Ludwig di Luchino Visconti.
Continuando a parlare di cinema e di teatro con un balzo arriviamo alla visita, condotta magistralmente dal nostro cicerone Gian Luca, del…
Teatro Sociale
Anche detto Teatro rovesciato, assolutamente unico nel suo genere!
Rimarrete stupiti entrando, nel notare che al posto delle poltrone in velluto della platea c’è il palco e al posto del palco la platea.
Il motivo è da ricercare nella sua storia speciale da leggere tutta d’un fiato, e che potrete ascoltare personalmente se verrete a visitare il paese nei tre giorni dell’evento.
Il Teatro Sociale, anticamente chiamato Teatro Principe, vide la luce nel 1775 grazie all’iniziativa dell’ingegner-architetto Giovan Battista Fattori.
Egli chiese alla comunità di poter fare un piccolo teatro nelle camere a pian terreno del Palazzo Bentivoglio
La Comunità approvò l’iniziativa con lo scopo di fornire alla gioventù del luogo onesti divertimenti, istruendola e liberandola dall’ozio in certi tempi dell’anno.
Il Piccolo Teatro in stile barocco prosperò per più di un secolo ma verso la fine dell’800 a causa, si pensa, di una lampada d’olio rovesciata, il teatro venne avvolto dalle fiamme, non bruciò completamente ma divenne inutilizzabile.
Da questo sfortunato accadimento il Teatro rinascerà almeno altre due volte:
La prima nel 1905 grazie alla fondazione di una Società Teatrale costituita da palchettisti, che demolisce completamente ciò che rimane del Teatro Principe per raddoppiare gli spazi e la capienza delle sedute.
Tante le opere liriche messe in scena nei primi anni del 1900, nasce l’esigenza di allargare il palcoscenico e per fare questo, altre parti del Palazzo Bentivoglio vengono demolite.
Negli anni Trenta all’attività del Teatro si affianca quella del Cinema, facendo diventare Gualtieri il fulcro dell’attività cinematografica della bassa reggiana.
Nel 1951 il Po rompe gli argini e allaga Gualtieri, e con essa anche il Teatro.
L’acqua arriva al livello della balconata di prim’ordine che ad oggi ne porta ancora i segni, le attività però non cessano anche durante tutto il dopoguerra.
Col passare degli anni l’attività teatrale diminuisce sempre di più lasciando spazio al cinema, fino al 1975 data in cui viene chiuso al pubblico per motivi strutturali.
Il secondo miracolo avviene nel 2005 grazie ad un gruppo di intraprendenti ragazzi ventenni che varcano la soglia del Teatro ormai dimenticato.
Ne immaginano le potenzialità e cominciano a sognare di riaprirlo al pubblico, ma mancano i fondi per farlo.
Seguono mesi di occupazione clandestina, con il tacito consenso dell’Amministrazione Comunale che sogna e immagina anch’essa la riapertura.
Dal 2006 al 2009 I ragazzi con l’aiuto del Comune. impiegando le sere e i weekend riescono il 6 giugno del 2009 a riaprire i battenti.
Il periodo dal 2011 al 2013 sarà costellato da successi con oltre sessanta serate di spettacolo con artisti di fama internazionale.
Privo del palcoscenico originario, il teatro viene utilizzato “rovesciato” come spazio d’avanguardia per gi spettacoli teatrali e la musica, ricettacolo d’arte ed eventi pubblici comunali.
Nel 2013 dopo il terribile terremoto che colpisce L’Emilia, Ezio Bosso artista di fama internazionale, viene invitato a Gualtieri per esibirsi in piazza Bentivoglio, diventata l’unico palcoscenico del paese.
Bosso da quel momento in poi, sposando la causa del Teatro Sociale ne diventa sostenitore e cittadino onorario di Gualtieri.
E qui la lacrimuccia non può che scendere…
E’ stato affascinante visitare il teatro piano per piano, vedere le insegne e alcuni oggetti di scena abbandonati, i camerini degli artisti, la stanza delle proiezioni cinematografiche e il sottotetto con l’arco portante.
Ma ora è il momento di dirigerci verso un altro luogo magico che io personalmente adoro, la Golena del Po e l’isola degli Internati.
Viaggio nei dintorni di Gualtieri:
Gualtieri è collegata tramite un lungo viale fiancheggiato di pioppi cipressini alla riva destra del Po.
Immergersi nella fitta vegetazione fino ad arrivare alla Golena è un’esperienza assolutamente affascinante e consigliata.
Tramite i sentieri e le stradine della Golena si può arrivare sia a piedi che in bicicletta, nei pressi del Porto Vecchio e dell’isola degli Internati.
Aguzzate la vista perché questa è anche la zona dei vecchi Capanni di pescatori.
Costruzioni sopraelevate che si mimetizzano perfettamente con la vegetazione e che ad oggi vengono utilizzate da alcune famiglie del posto per passare una domenica in compagnia di amici pranzando nella quiete del bosco.
Durante la nostra visita alla Golena siamo state accolte da Stefano, gualtierese doc, proprietario del Barcone.
Una barca con base in cemento che ha tutto l’aspetto di vera e propria abitazione e che viene usata da lui e da alcuni amici per cene, momenti di aggregazione e relax ammirando il placido scorrere del grande fiume.
E’ stato piacevole ascoltare Stefano narrare le storie di questa parte selvaggia di paese.
Un altro angolo suggestivo della golena è rappresentato sicuramente dal bosco del Caldaren, accompagnate dalla Guida Ecologica Dirce, abbiamo avuto modo di scoprire il più grande e vecchio bosco planiziale di tutte le golene reggiane.
Ma da dove proviene la parola Caldaren?
Dovete sapere che oltre alle piante sono presenti zone umide, residui di cave d’argilla che all’inizio del XX° secolo rifornivano di terra una fornace, mediante una teleferica dotata di piccoli contenitori chiamati appunto caldaren.
Con la sospensione dell’attività estrattiva si è sviluppato qui un rigoglioso manto di specie arboree rare, e nel giro di 60 anni sono cresciute spontaneamente 32 specie di Alberi e arbusti autoctoni.
Dirce ci spiega che l’intera area ad oggi è anche utilizzata come area didattica per bambini.
La nostra avventura immersiva nel verde si conclude qui, il nostro cicerone Gian Luca ci attende nel “Paese dei Cento Violini” per mostrarci il settecentesco…
Palazzo Greppi
Palazzo Greppi si trova nella ridente e caratteristica frazione di Santa Vittoria sotto il Comune di Gualtieri.
L’edificio fatto costruire dalla famiglia milanese dei Conti Greppi tra il 1770 e il 1775 balza immediatamente all’occhio per la sua vastità, e costituito da tre corpi principali collegati tra loro per una lunghezza totale di 144 m.
Costruito su progetto di Lodovico Bolognini la sua funzione era sia quella di dimora signorile estiva, che quella di fattoria agricola con il modello somigliante delle antiche corti lombarde basate sull’autosussistenza.
L’imponente facciata la cui parte centrale era anticamente provvista di scalinata d’onore fatta demolire nel 1832 e terrazza pensile, tuttora visibile rappresentava l’accesso alla dimora signorile dei Conti Greppi.
Tale accesso era collegato al salone centrale finemente affrescato con decorazioni neoclassiche eseguite da Giovanni Morini da Viadana.
L’effetto ottico di finta cupola che si vede alzando gli occhi al soffitto, rivela una corretta prospettiva, solo se guardato volgendo le spalle alla terrazza.
Curiosità a parte le ali laterali del Palazzo erano adibite ad alloggi per i lavoratori impiegati nelle campagne con mansioni di coltivazioni di riso, tabacco e baco da seta.
Affacciandosi al balcone inoltre si ha una bella visuale sulla chiesa di Santa Vittoria, fatta costruire da Ippolito Bentivoglio nel 1585, per onorare il padre che aveva bonificato il territorio liberandolo dalle paludi.
Chiudiamo questa bellissima giornata passata nelle terre del Po, svelando l’ultima chicca che riguarda proprio Santa Vittoria “Terra dei Cento Violini” (titolo del libro di Syusy Blady).
A Santa Vittoria nell’800 era ancora in uso la proprietà latifondiera, (Conti Greppi), costituita da braccianti, impiegati solo stagionalmente.
I lavoratori nei mesi di disoccupazione, per sbarcare il lunario organizzavano feste con musica, canti e balli.
Fu così che prese vita e si diffuse quel genere musicale che si protrasse fino alla metà del ‘900 chiamato “Liscio”, l’avreste mai detto.
Il paese di Santa Vittoria ad oggi e dotato di banda che suona per allietare momenti di festa.
Se verrete condividete con noi il vostro Viaggio a Gualtieri taggandoci nelle storie con #Viaggi.Cibo.Emilia, sapremo in questo modo che siete andati e avete gradito l’esperienza.
Il nostro Viaggio termina qui! potete seguire le mie avventure emiliane sui social Facebook e Instagram.