Via Roma: il quartiere dell’inclusione
Conoscete via Roma?
Il quartiere dell’inclusione, il più ospitale, dinamico e cosmopolita di tutta Reggio Emilia.
Se c’è una realtà da scoprire all’ interno di questa bella cittadina, questa è proprio via Roma.
Inutile dire che è la mia via preferita, una via palpitante di negozi multietnici colorati, ristoranti e caffetterie.
Di gente che si incontra, socializza, collabora e crea, agendo per il bene sociale.
“Una via che non ti manda via”, anzi ti accoglie a braccia aperte, ti sorprende, e si vuole far conoscere.
Si vuole fare sempre più bella e stimolante per chi la vive, e per chi l’attraversa anche solo per un giorno.
Un laboratorio continuo di sperimentazione civile, costantemente aperto a chi lo vuole conoscere, che è riuscito a trasformare il suo essere un quartiere malfamato ed emarginato in una risorsa importante.
Se la vuoi scoprire insieme a me seguimi in questo breve ma entusiasmante viaggio.
Via Roma, passeggiata tra i lussuosi palazzi fino al rione popolare
Partendo dal cardo “Cardine Romano” e spostandosi verso nord, troviamo una stretta e allungata arteria collegata alla via Emilia.
Questa arteria prende il nome di via Roma e non vi è a Reggio via più caratteristica di questa…
La via conserva nel tratto iniziale, palazzi rinascimentali tra i più lussuosi e significativi della città, quasi a separare la parte più ricca iniziale dalla parte finale più povera e anticamente emarginata.
I palazzi sono i seguenti:
Palazzo Fossa: palazzo cinquecentesco appartenente ad una nobile famiglia di commercianti di lana, presente sulla facciata anteriore un ciclo di pitture uniche in Italia dal titolo “Uomini d’Arme”, mirabilmente eseguito dal giovane Cesare Cesariano.
Il palazzo ora sede di una banca, ha subito un restauro conservatorio per mantenere gli affreschi sopracitati.
Complesso di Palazzo Zoboli: anticamente di proprietà della famiglia Zoboli alla quale apparteneva Filippo, vescovo di Comacchio.
Questo vasto complesso, che comprende la chiesa di San Nicolò fondata nel 1186, si trova tra via Roma e via Sessi ed è meglio conosciuto come Palazzo Negri Gualdi, ultimi proprietari ed eredi di una stirpe di notai.
Ad oggi l’intero complesso è stato acquistato da un imprenditore reggiano.
Palazzo Cassoli: acquistato nel 1607 dal conte Girolamo Cassoli, dal quale prende il nome, costruito nel ‘500 e ristrutturato parzialmente nel secolo XVII.
Abitato anticamente dai Boccacci, il palazzo mostra una facciata che mi ha sempre affascinato per le splendide decorazioni in rilievo di rovi e arbusti.
All’interno sono presenti tempere di Domenico Pellizzi e decorazioni di Anselmo Govi.
Palazzo Fontanelli-Ceretti: complesso rinascimentale costruito nel 1500 e visitabile solo durante eventi, quali Fotografia Europea.
Posizionato tra via Roma e via Dante, graziosi il cortile interno e il balconcino.
Palazzo Guizzardi -Guidati: palazzo datato 1659, nato come filatoio nella lavorazione della lana e oggi Camera del Lavoro.
Si trova quasi alla fine della via, più o meno all’altezza di Borgo Emilio, il rione popolare del rinomato “Popol Giòst” del quale ho parlato ampiamente nel mio articolo su Reggio, che potete andare a consultare.
Via Roma: eventi, progetti, mostre di quartiere
L’abbiamo già detto e lo ripetiamo, via Roma è il quartiere dell’inclusione, che si è iniziata a creare anche tramite i tanti progetti, gli eventi e le iniziative dei i suoi abitanti, commercianti, gestori dei negozi, complice anche il Comitato di quartiere.
Con l’obbiettivo comune di rendere via Roma un quartiere più bello, vivibile e culturalmente ricco.
A dare il via ad una serie di iniziative molto interessanti, è stato sicuramente il Festival di Fotografia Europea che si svolge a Reggio da almeno 10 anni.
In quell’occasione anche via Roma, con il Circuito Off, ha aperto case, attività, cortili, hotel e ristoranti, creando in collaborazione con i cittadini, originali installazioni, come l’immancabile sedia fucsia posta davanti ai luoghi facenti parte del circuito artistico.
Sempre all’ interno del Circuito Off grazie all’idea di un artista partecipante al Festival, entrando nella lavanderia a gettoni del quartiere, al civ.49, aperta 24 ore su 24, troviamo tante foto di cittadini che ci sorridono con gli abiti macchiati.
Il dietro le quinte dell’idea invitava chiunque lo volesse a macchiarsi gli abiti e ad essere poi immortalati all’interno della lavanderia dalla fotografa.
Un altro luogo molto interessante, oltre al già citato Vicolo Venezia con il suo murales legato alla storia del “Popol Giòst”, è il distributore di merende e bevande, quasi frontale alla lavanderia, al civico 46: è l’Open shop 24 che per pochi euro ti vende anche scatti fotografici di Alessandro Calò, artista locale.
Altre iniziative che si stanno sviluppando sono:
L’Orto di quartiere: costruito e gestito dai cittadini, situato all’interno del Parco Santa Maria, esperienza che ha preso spunto da realtà simili nate in altre città.
La residenza d’artista: iniziativa patrocinata dal Comitato di quartiere, in collaborazione con Ghirba – Biosteria della Gabella.
All’interno della quale le famiglie del quartiere hanno ospitato in casa loro, spontaneamente, per una settimana, artisti provenienti da diverse parti del mondo, arrivati a Reggio in occasione di Fotografia Europea.
Durante la loro permanenza è avvenuto un vero e proprio scambio culturale tra gli ospiti stranieri, che hanno condiviso il loro progetto artistico, facendolo diventare “memoria artistica territoriale” e le famiglie ospitanti che hanno condiviso con l’ospite luoghi e patrimonio enogastronomico di Reggio.
Quarantanove: luogo che è sempre più frequentato all’interno del quartiere.
Un appartamento al civico 49 appunto, acquistato da privati e messo a disposizione dei cittadini residenti e non per mostre, presentazioni e discussioni.
Grande esperimento sociale che sta riscuotendo un notevole successo.
Labart: luogo inclusivo voluto dall’Istituto d’arte Chierici, un’aula a forma di cubo in acciaio Corten, collocata all’interno del Parco Santa Maria.
Utilizzato per workshop, eventi e tanto altro.
Motore vibrante e organizzativo, oltre al Comitato di quartiere, sono le ragazze della Ghirba – Biosteria della Gabella, che da 7 anni, cucinano prelibati piatti, e accompagnano tutte le attività che si svolgono in via Roma.
Sin dalla sua apertura la Ghirba, ha rappresentato il primo passo di rigenerazione del quartiere.
La carica e l’entusiasmo delle “Ghirbe”, che io conosco bene perché per un certo periodo ho lavorato con loro come cuoca, ha contagiato gli abitanti di via Roma.
Il fluire di giovani frequentatori dell’osteria e amici delle “Ghirbe”, ha portato all’interno del quartiere una nuova filosofia del fare rete e del fare comunità.
Per maggiori info potete consultare la pagina di Via Roma in facebook.
Via Roma Zero – Museo di strada
Avete capito bene…potrete, recandoti in via Roma, immergervi nella storia di questo quartiere straordinario.
Potrete incontrare il “Popol Giòst”, immaginare gli anni ‘80, costellati da gruppi punk e rock che sono passati anche di qui.
Rivedere le vecchie osterie e scoprire le più recenti pratiche di sostenibilità e coesione sociale.
Tutto questo tramite l’ascolto e il racconto immersivo di questi luoghi, narrati dai cantautori reggiani doc: Mara Redighieri e Max Collini.
Per farlo vi serviranno: uno smartphone e delle cuffiette con le quali ti collegherai al wi-fi “ViaRomaZero”.
Semplice no?
Appena entrerete nel wi-fi, vi si aprirà una cartina con il percorso che si snoda lungo via Roma e le 12 tappe numerate nelle quali fermarsi per ascoltare la storia del luogo indicato.
Le tappe verranno ampliate in futuro con altre storie, suoni e immagini.
I testi, le foto e gli audio sono accessibili solo in loco, quindi è necessario recarsi fisicamente in via Roma.
La realizzazione di questo fantastico “Museo di Strada” inaugurato il 26 settembre 2020, è stato possibile grazie al contributo dell’Unione Europea, del Comune di Reggio Emilia e alla partecipazione al bando europeo “Shaping Fair Cities”.
Se vi chiedete perché via Roma Zero, io vi rispondo con questa bellissima citazione, trovata sul sito del progetto…
“Via Roma Zero, come a sottolineare che si è sempre all’inizio…Zero è il numero civico di chiunque si senta parte di via Roma, anche senza abitarvi o lavorarvi, per il profondo bisogno di legarsi a un territorio in cui ci si riconosce. Dove le cose in comune emergono dalla buona abitudine di salutare per strada anche chi non ci assomiglia”.
Durante la giornata di presentazione, la Compagnia teatrale Pietribiesi/Tedeschi ci ha accompagnati in un tour attraverso tutta via Roma.
La stessa compagnia, che recita con abiti ottocenteschi e parrucche vaporose, è autrice dello spettacolo urbano “Memorie del suolo”, il suolo di via Roma, e anche questo progetto di laboratorio teatrale verrà portato avanti con la partecipazione attiva dei cittadini che hanno storie da raccontare.
La prima tappa del museo di strada è rappresentata dal “Giardino in movimento”, un giardino selvatico, un’oasi di confine tra la città e la circonvallazione.
Nato per rappresentare l’inclusione sociale, la diversità di genere e la condivisione di una casa/spazio tra diverse tipologie di persone/piante.
Qui piante abituate a essere straniere trovano un posto tutto per sé, continuando a crescere e a germogliare.
Le altre tappe, in parte le ho descritte e per il resto le lascio scoprire a voi.
Concludo segnalandovi un Bed & Breakfast dove potere soggiornare nel caso foste in visita alla città.
Uno dei luoghi che a tutti gli effetti fa parte di via Roma è senza ombra di dubbio il Bed & Breakfast “Il Sottotetto”.
Al suo interno infatti, spesso vengono ospitati eventi, esposizioni, piccole feste e cene di quartiere, con partecipanti e non.
La titolare Barbara è estremamente gentile e cordiale, in più il profumo di paste fresche della Pasticceria Boni sottostante e le torte della gestrice garantiranno un lieto risveglio.
Il Bed & Breakfast si trova in via Roma, 30 a Reggio Emilia.
Tel: 3495327556
Spero si sia capito che questo articolo, che volevo scrivere da diverso tempo, mi sta particolarmente a cuore e spero anche coglierete l’occasione di visitare il quartiere, perdendovi nei suoi tanti luoghi e negozi.
Acquistando pasta fresca nel forno rinomato a pochi passi da Porta Santa Croce, facendovi fare la piega dalla parrucchiera sudamericana, partecipando ad una cena dal mondo (quando sarà possibile, viste le restrizioni Covid) alla Biosteria Ghirba, oppure semplicemente facendo colazione in uno dei Bar storici del quartiere.
La sensazione che io ho provato, lavorando in via Roma come vi ho accennato prima, è stata quella di fare parte di una grande famiglia e questa sensazione è decisamente rara da trovare in altre vie di Reggio Emilia.
Sono curiosa di leggere le vostre impressioni, spero d essere riuscita a trasmettervi la bellezza di questo quartiere.
Vorrei anche sapere se c’è nella vostra città una via Roma, vi leggerò volentieri nei commenti.
2 commenti
Carlos Oliva
Magnífico Giovanna!!. Has hecho una presentación sobre este lugar, maravilloso. Se nota el gran cariño por tu ciudad y por tu región.
Me ha parecido estar en el lugar mientras leía el artículo.
Felicidades, eres sensacional, de verdad.
Giovanna
Carissimo Carlos, quando tornerai in Italia ci andremo insieme!