Terre del Boiardo: Scandiano paese di poesia e di scienza
Scandiano paese ricco di storia e secondo comune più popoloso della provincia dopo il capoluogo Reggio Emilia, facente parte delle Terre della famiglia Boiardo e dal 2020 entrato a fare parte dei “Castelli del Ducato di Parma e Piacenza”.
La bellezza e la particolarità della sua Rocca non hanno eguali in tutta Italia, e non lo dico solo perché mossa da sentimento nostalgico, in quanto è il paese nel quale è nata mia madre, lo dico soprattutto perché a questo paese anticamente bagnato dal fiume Tresinaro, ai piedi delle belle e verdeggianti colline reggiane, non manca proprio nulla.
Infatti da Dicembre 2007 l’amministrazione comunale ha aderito a cittaslow, rete italiana delle “città del buon vivere” riservata ai territori che in Italia mettono al primo posto la qualità dell’accoglienza, dei servizi, dell’ambiente e della buona cucina e io aggiungerei anche del buon bere grazie al suo vitigno autoctono la Spergola.
Scandiano non è purtroppo molto conosciuta, ma vi garantisco che sono pochi i paesi con un concentrato di arte, poesia e scienza come questo, uno scrigno di gioielli noto solo ai vicini di casa o agli abitanti stessi anche detti “scandianesi”.
Sarà anche dovuto al fatto come dicono molti personaggi più ho meno noti del luogo, che da Scandiano non sono mai andati via e che amano fortemente il proprio paese, che questo è sempre stato un paese di contadini…
Questo mio articolo infatti esce proprio durante la festa di San Giuseppe, che è usanza festeggiare ormai da 500 anni, ma purtroppo causa Covid da due anni a questa parte non si stà festeggiando.
La festa di San Giuseppe è anche la festa del papà, in concomitanza con quest’ultima a Scandiano si organizza il 19 Marzo la Fiera di San Giuseppe, fiera dedicata all’agricoltura che è andata sempre più estendendosi, richiamando centinaia di espositori e folle di visitatori.
In questo articolo oltre a parlare della ricorrenza, vorrei farvi fare un tour sulle principali attrazioni di questo bel paese e delle personalità di rilievo che qui sono nate e hanno operato, senza dimenticarmi qualche consiglio legato al cibo ovviamente.
La Fiera di San Giuseppe
Da che mi ricordi non c’è stato anno che non si andasse alla Fiera di San Giuseppe e ai “barracconi” (le giostre), maggiore attrattiva di noi ragazzi e ragazze.
Tanti e tanti anni fa la fiera era un evento tutto dedicato all’agricoltura, alla coltivazione dei campi, alla vendita e agli acquisti delle sementi, di attrezzi agricoli manuali e anche di animali, da utilizzare nella coltivazione dei campi stessi, una fiera paesana insomma.
Poi con l’arrivo della meccanizzazione e l’utilizzo di attrezzature che potessero rendere meno faticoso il lavoro del contadino anche lo scenario cambiò completamente…
Alla fiera centenaria di Scandiano da svariati anni fanno bella mostra nell’ampio spazio allestito appositamente in piazza Prampolini, trattori tra i più sofisticati, trebbiatrici e macchine di ogni sorta.
Nei vari espositori allestiti con cura e perfetta organizzazione ci sono i rappresentati delle case produttrici che per mezzo di dépliant, schermi visivi e prove in loco, danno dimostrazione della validità dei loro articoli.
All’interno dei padiglioni della fiera sono allestiti numerosi espositori che riguardano l’arredamento, il giardinaggio, fino alle ricerche tecnologiche più avanzate in fatto di telefonia e computeristica.
Lungo le vie del paese si trovano le classiche bancarelle del mercato, prevalentemente di vestiario, oltre a tantissime altre che espongono prodotti tipici, gadget pubblicitari, stock di merci a prezzi stracciati.
E poi il luna park, con le sue mille luci colorate, i rumori, le risate, le urla e l’odore di zucchero filato, le montagne russe, il castello degli orrori, il calcio in culo che mi ha sempre fatto impressione.
Si perché fino a circa dieci anni fa, quando le giostre erano posizionate lungo la via che costeggia la Rocca, dove anticamente scorreva il fiume Tresinaro, il calcio in culo era messo in una posizione tale per cui sembrava che le persone volando a velocità elevate andassero a sbattere contro la torre della Rocca stessa.
Ma d’altronde ho sempre avuto una fervida immaginazione, ad oggi le giostre sono collocate nell’ampio spazio del parco Bisamar, e il problema non sussiste più.
Oltre al luna park, vi erano un sacco di bancarelle di cibo, formaggi, salumi, caramelle, frittelle zuccherate, ma qui di seguito vi voglio consigliare i due street food per eccellenza della Fiera:
Uno di questi era amatissimo da mia madre, che non perdeva mai l’occasione di acquistare almeno 4 “panetti di castagna” dal fruttivendolo di fiducia di fianco al piccolo bar, locale storico di Scandiano.
Panetto di castagna: delizioso e ghiotto, dolce tipico della stagione autunnale, molto semplice da cucinare perché composto prevalentemente da farina di castagne (la qualità qui è fondamentale), acqua, un po’ di zucchero e una scorzetta di limone, si mescola il tutto e si cuoce in forno.
I panetti sono ottimi e possono rappresentare una gustosa alternativa alla colazione, oppure un dolce dopo il pasto, sicuramente se ne mangi uno a tarda mattinata c’è il rischio di non pranzare più.
Da sempre i panetti di castagna, sono tra i prodotti più ricercati della fiera ed è tradizione centenaria cucinarli proprio in questa occasione.
Il fruttivendolo nel quale trovarli veramente buoni si chiama: Frutta & Verdura “da Bocco” ed è in Piazza della Libertà 10/F a Scandiano.
Tel.333 936 5489
Un altro street food per eccellenza che io adoro conosciuto da ogni scandianese che si rispetti è il “gnocchino” del forno Maletti.
Assolutamente consigliato consumato caldo, dice “mangiami” appena ne annusi il profumo fragrante, un misto di farina e strutto.
Il gnocchino di forma tonda potrebbe essere anche considerato una focaccia morbida e alta il giusto con i bordi croccanti, ho l’acquolina in bocca mentre lo descrivo, a me piace anche vuoto ma c’è chi lo farcisce con salume e formaggio.
Il personale del forno è costituito prevalentemente da ragazze che si rivolgono al cliente con il vezzeggiativo di “nanò” , un modo di dire tipico reggiano che solitamente usano gli anziani con i nipoti, una coccola verbale.
Il gnocchino lo si può e lo si deve consumare tutto l’anno soprattutto se non lo avete mai mangiato, provatelo almeno una volta nella vita.
Il Forno Maletti è in via Marconi – 42019 Scandiano (RE)
Tel.0522 857394
Ma passiamo a un doveroso tour di questo bel paese…
La Rocca di Scandiano, simbolo delle Terre del Boiardo.
Questo possente bastione risalente al XII° secolo costruito dalla famiglia Da Fogliano per scopi di difesa militare, si trasformò in dimora signorile nel 1423 con la venuta della famiglia Boiardo alla guida della città.
La Rocca della quale non è mai stata ultimata la seconda torre di vedetta, vide nel corso dei secoli succedersi famiglie che ne modificarono l’architettura e ne abbellirono gli interni.
Alla famiglia Boiardo, che l’abitò per 137 anni, succedettero i Thiene, i Bentivoglio e i Principi d’Este, fino alla venuta di questi ultimi intorno al 1700 la Rocca ha conservato importanti cicli di affreschi detti del “Camerino” realizzati da Nicolò dell’Abate, con scene dell’Eneide, trasferiti alla fine del 1700 a Modena alla Galleria Estense.
Il percorso di visita a suddetti spazi che si trovano tutti a pian terreno, e speriamo che presto torneremo a poter visitare, inizia dall’appartamento Estense costituito da sei stanze di origine seicentesca così come si vedono allo stato attuale.
In ordine troviamo: la Sala dei Gigli di autore ignoto, che presenta affreschi con vedute della città di Scandiano, la Sala del Camino in stile rococò, la Sala del Drappo che presenta un prezioso drappo posto a soffitto che circonda la volta del cielo, la Sala dell’Alcova con affreschi del 700 rappresentanti scene di battaglia, ed infine la Sala delle Aquile, situata nel corpo della torre, nella quale sono raffigurati i busti di Luigi, Borso, Foresto e Rinaldo d’Este.
Oltre all’appartamento estense è molto interessante visitare sempre al piano terra il Salone d’onore che custodisce lo splendido dipinto di Nicolò dell’Abate.
L’evento narrato sulle quattro pareti della stanza ha forse a che fare con qualche campagna militare estense.
Sulle due pareti lunghe sono raffigurate: la preparazione della campagna militare (secondo moduli stilistici che richiamano “La scuola di Atene” di Raffaello) e la discesa in campo dell’esercito (secondo modi che si rifanno stilisticamente a Nicolò dell’Abate); sulle pareti corte: una divinità guerriera, lo scompiglio nella città vinta e la consegna della città ai vincitori.
Lo scalone monumentale della Rocca è stato concepito da Giovan Battista Aleotti nel 1600.
La scalinata a “tenaglia” è successiva di qualche anno e fu sicuramente voluta dalla famiglia Bentivoglio, le quattro statue in terracotta presenti invece rappresentano probabilmente personaggi della famiglia Thiene, e furono realizzate nel 1619 dallo scultore genovese Giovan Battista Pontelli.
Il Cortile della Rocca ha una superficie complessiva di 647 mq, presenta molti elementi architettonici che testimoniano le numerose modifiche che il castello ha subito nel corso dei secoli facendo convivere stili diversi: medievale, rinascimentale, barocco.
Con l’arrivo della bella stagione il cortile ospita diverse sedute per concerti e spettacoli.
La facciata della Rocca sul lato Tresinaro presenta ancora il fossato a difesa del castello e l’accesso nel quale era collocato il ponte levatoio.
Anche i giardini della Rocca andrebbero decisamente rivalutati, sono costituiti da un’area molto grande di cui una porzione è denominata “il Gelso” ma non è accessibile, la restante parte è divisa in un’area lastricata “Portico dell’Aleotti” e “Passerella o Scala del Bastione”, un giardino alto “Giardini del Bastione” e i giardini bassi.
Concludendo la visita alla Rocca di Scandiano, non si può non citare i suggestivi sotterranei, sede delle vecchie prigioni.
La Rocca sotto gli Estensi fu anche sede estiva utilizzata per i cadetti dell’accademia modenese, subì successivamente un progressivo degrado fino al 1983 quando venne intrapreso il ciclo di lavori di restauro da parte della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell’Emilia Romagna.
Il 20 ottobre 2007 la Rocca di Scandiano venne data in gestione all’amministrazione comunale per 50 anni, tra il 2007 e il 2009 il Comune promosse il recupero della Sala del Paradiso e di parte del piano nobile.
La Rocca è un esempio di rara meraviglia è rappresenta un monumento di grande valore storico e culturale.
Oltre all’interessante storia che la caratterizza, al suo interno hanno vissuto alcune grandi menti che hanno fortemente influito sulla storia letteraria e scientifica internazionale.
Rimanete con me per scoprire chi sono…
Le terre del Boiardo abitate da sapienti e poeti
Questa piccola cittadina diede i natali a molti “scandianesi” illustri: Matteo Maria Boiardo (1441-1496), poeta cortese, conte di Scandiano e governatore di Modena e Reggio Emilia, uomo mite molto caro ai cittadini.
La famiglia Boiardo era molto legata ai Duchi d’Este di Ferrara, ed è grazie a questi ultimi che ottennero il titolo di Conti di Scandiano.
Dopo la morte del padre, M.M.Boiardo ancora giovane venne educato dal nonno Feltrino Boiardo umanista colto e pieno di interessi, alla cultura umanistica.
Grazie al nonno il ragazzo imparò ad amare il latino e le figure di Dante e Petrarca, sembra tra l’altro che quest’ultimo nel 1300 in fuga da Parma trovò rifugio proprio alla Rocca presso i Da Fogliano.
La Rocca negli anni di permanenza dei Boiardo ospitò grandi personalità come: Giovanni d’Angiò, Laura d’Este, il papa Paolo III, Ludovico Ariosto e Giovanni Calvino.
A soli 19 anni M.M. Boiardo si ritrovò a dover gestire per intero gli affari familiari e del suo feudo, durante gli spostamenti tra Ferrara e Reggio Emilia nel 1460 cominciò a scrivere i suoi primi componimenti in latino e lingua volgare, continuò a comporre occupandosi anche delle sue faccende burocratiche.
La sua più grande e famosa pubblicazione che rappresenta un innovazione, sia dal punto stilistico che linguistico è “l’Orlando Innamorato”, poema cavalleresco diviso in tre libri che il Boiardo cominciò a scrivere nel 1876.
L’innovazione riguardò la fusione delle vicende cavalleresche con quelle amorose, come da tradizione romanza dell’epica francese, vengono qui raccontati i paladini in preda a patimenti amorosi e viene utilizzata una lingua non più toscana, ma comune a tutta l’area padana con l’aggiunta di latinismi.
Questo poema fu poi la fonte d’ispirazione dell’Ariosto (poeta reggiano) il quale, utilizzando personaggi e temi boiardeschi, scrisse “l’Orlando Furioso”, in quella che fu concepita come una vera e propria continuazione dell’Innamorato.
L’immediato e duraturo successo ottenuto dal poema di Ariosto oscurò la fama dell’Orlando innamorato.
Il secondo personaggio fu un illustre scienziato, Antonio Vallisneri (1661-1730), discepolo di Marcello Malpighi, suo insegnante alla facoltà di medicina dell’università di Bologna.
Successivamente Vallisneri fu chiamato a ricoprire nel XVIII secolo la cattedra di medicina presso l’ateneo di Padova.
Autore di importanti studi intorno alla generazione degli insetti, degli animali in generale, dell’uomo e delle piante, nonché di opere di anatomia, pubblicò tra il 1696 e il 1700 i Dialoghi sopra la curiosa origine di molti insetti.
Vallisneri affermava che la conoscenza scientifica è acquisita tramite l’esperienza e il ragionamento, questo fu il principio che egli seguì per le sezioni anatomiche e la descrizione degli insetti.
A Scandiano vi è una via importante dedicata a lui in pieno centro storico, nella quale ha sede anche il Municipio, chiamata Corso Vallisneri.
Il terzo illustre personaggio apprezzatissimo e probabilmente il più celebrato dagli scandianesi è Lazzaro Spallanzani (1711-1778) naturalista e fisiologo, fondatore della Biologia sperimentale comparata e della fisiologia.
Considerato il “padre scientifico” della fecondazione artificiale, ottenne la prima fecondazione nel 1777, usando uova di rana e rospo (al centro della piazza di Scandiano, a lui dedicata, c’è il suo busto che tiene in una mano una rana e nell’altra una lente di ingrandimento).
Fu definito da Pasteur “uno dei più grandi sperimentatori che siano mai esistiti al mondo”.
Gli studi dello Spallanzani andavano dal sistema di circolazione dei vasi sanguigni al funzionamento digestivo dello stomaco.
Apportò notevoli miglioramenti in campo medico e biologico, collezionò anche privatamente durante gli anni reperti zoologici, paleontologici, litologici, botanici, oggetti di arredo, ora conservati ai Musei Civici di Reggio Emilia.
Si dice inoltre che Lazzaro Spallanzani solitamente utilizzasse i sotterranei della Rocca come luogo ideale per svolgere i suoi esperimenti.
Sei imperdibili tappe nel centro storico di Scandiano:
E veramente imperdibile il tour che potrete fare per conoscere meglio questo grazioso paese non limitandosi a visitare solo la Rocca.
Partendo a piedi dalla Rocca ci si può dirigere verso via Garibaldi, oppure uscire dalla Rocca nella parte che si affaccia su piazza M.M. Boiardo e immediatamente trovarvi al centro del percorso e delle origini della città di Scandiano, attraversando gli spazi interni delle mura di fortificazione:
- La prima tappa che vi troverete di fronte se sbucate in piazza è la bellissima Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria.
Edificata nel 1430 sotto il primo conte di Scandiano Feltrino Boiardo, nonno di M.M.Boiardo, fu successivamente rinnovata e ampliata nel 1515 su progetto dell’architetto reggiano R. Pacchioni.
L’interno è composto da tre navate su quattro campate concluse da due cappelle laterali, la prima sulla destra a fianco dell’altare maggiore è dedicata a Santa Caterina d’Allessandria, patrona della comunità di Scandiano.
Nella cappella è di particolare rilievo il dipinto eseguito nel 1588 dal celebre pittore bolognese, Bartolomeo Passerotti (1529-1592).
La seconda cappella posta a sinistra dell’altare è dedicata alla Madonna di Lourdes con al suo interno la statua policroma della Madonna Addolorata.
Degno di menzione è inoltre il monumento funebre dedicato a Lazzaro Spallanzani (eseguito nel 1800 da Tondelli) a forma di tempietto con nicchia, nel quale sono collocati il mezzo busto dello scienziato e l’urna contenente il suo cuore.
Scendendo verso la torre dell’orologio percorriamo via Magati, se osserviamo con il naso all’insù, vediamo i versi sotto forma di luminarie, della poesia che Carducci scrisse per celebrare Scandiano.
Luminarie accese e inaugurate proprio in quest’ultimo e particolare Natale 2020.
Seconda tappa: In via Magati al civ. 9A vi è anche la casa nella quale nacque il 12 gennaio del 1729 Lazzaro Spallanzani, consiglio una visita quando sarà possibile per ammirare i pregevoli e armoniosi arredi in stile barocco.
L’elegante scalone a tre rampe riportante elementi decorativi anch’essi in stile barocco: parapetti balaustrati, decori floreali, capiscala con busti e vasi, e pilastri in muratura con cornici finemente stuccate.
Tutto questo rispecchia una straordinaria ricchezza e varietà ornamentale, tant’è che la casa è stata dichiarata monumento nazionale il 16 novembre 1939 e ad oggi è sede di alcuni assessorati e del centro studi intitolato allo scienziato.
Procedendo verso la Torre dell’Orologio facciamo una deviazione a sinistra prima di passare sotto l’arco rappresentante la porta di accesso all’antico borgo.
Ed ecco comparire davanti ai nostri occhi una deliziosa piazza, imperdibile terza tappa, con tante casette colorate dalle tonalità pastello definita fin dall’antichità “Scatola dipinta” siamo giunti in piazza Fiume.
Questa suggestiva piazza fu sede dell’antico ghetto ebraico, se ne conservano ancora visibili tracce nei caseggiati presenti, tra i più noti vi è Casa Almansi-Padoa, sede della prima Sinagoga e dimora di una ricca famiglia di banchieri.
Una delle Comunità ebraiche tra le più importanti fra i centri minori dei domini Estensi, presente a Scandiano per quasi cinque secoli, visse e prosperò perfettamente integrata con la popolazione circostante.
In questa Comunità è utile dire che non ci fu mai un ghetto chiuso, e gli ebrei si trovarono nelle migliori condizioni per portare alla vita cittadina quel contributo intelligente e operoso delle proprie attività, poi barbaramente negato dalle leggi razziali fasciste del 1938.
Ad oggi l’edificio è la sede dell’ottimo ristorante “al Portone” del quale vi parlerò a fine intervista.
Il forno della Comunità, la Fontana Pubblica, l’antica Filanda, si affacciavano su questa piazza quando essa anticamente ospitava le contradelle, piccole strade nelle quali si svolgevano la maggior parte delle attività quotidiane del borgo.
Le contradelle nel 1915 vennero demolite per problemi igienico-sanitari, creando un grande vuoto urbano, nel 1924 la piazza prese il nome di piazza Fiume, ma per molti scandianesi rimarrà sempre “Piazza Padella” quella piazza nella quale tra un albero e l’altro le donne stendevano le lenzuola fresche di bucato.
(foto presa da Scandian le un gran Scandian)
la quarta tappa non può che essere la Torre Civica o dell’Orologio, detta comunemente il “Campanone” che collega via Garibaldi all’antico borgo tramite quella che sicuramente era la porta principale d’ingresso al Castello di Scandiano.
Fatta costruire da Feltrino Boiardo nel 1450 circa, presentava già dal 1548 l’orologio sistemato su di essa e lo si poteva ammirare dalla vicina piazza del mercato, sembra sia stato rimesso in funzione dallo storico orologiaio di Scandiano, Iotti.
Di particolare interesse il quadrante delle ore che si affaccia su via Magati, dotato di una sola sfera e con il perno a forma di sole.
Sotto al quadrante, in una nicchia è possibile notare il dipinto di Santa Caterina d’Alessandria patrona di Scandiano.
All’interno della Torre inoltre ha sede la confraternita dell’Aceto Balsamico di Reggio Emilia, un’associazione impegnata nell’azione di tutela della tradizione e la difesa dell’aceto balsamico di produzione familiare.
La quinta tappa ci porta in piazza Spallanzani fatta costruire da Giulio Boiardo nel 1548, la piazza Maggiore che poi verrà dedicata al grande scienziato, si estende su una superficie di circa 2400 mq, era ed è tuttora circondata da portici con stili architettonici differenti costruiti in diverse epoche.
Sulla piazza si affacciavano le abitazioni delle famiglie più in vista del paese: Vallisneri, Manzotti, Corradini, Magati, Bassi.
Al centro campeggia la statua in marmo di Lazzaro Spallanzani, opera del 1888 dello scultore reggiano G.Fornaciari.
Fino alla fine del 1800 vi si teneva il mercato dei bossoli e delle gallette, la giornata del mercato anche oggi è rimasta il lunedi.
Altra curiosità: nei pressi del Palazzo Carandini e all’altezza del terzo pilastro del portico davanti all’attuale farmacia, esisteva un pozzo della comunità che per una leggenda tramandata, aveva la virtù di conferire la cittadinanza scandianese a chiunque l’avesse percorso in giro per tre volte.(A.Belli, Storia di Scandiano)
Sesta ed ultima tappa la Chiesa di San Giuseppe patrono di Scandiano, che raggiungiamo da piazza Spallanzani procedendo dritto su corso Vallisneri, ce la ritroveremo sulla sinistra.
Una chiesa che ha me piace molto, costruita nella seconda metà del 500 fuori dalle mura del Castello, l’attuale facciata barocca è opera degli architetti reggiani Iori e Recalcati (1776) mentre il campanile a pianta rettangolare risale al 1759 ed è opera del reggiano A.Bazani.
L’interno presenta una sola navata con la cappella dell’altare maggiore dedicato a San Giuseppe in asse con la facciata.
Sopra l’altare maggiore il dipinto molto raffinato, raffigurante lo sposalizio di S.Giuseppe e di Maria datato 1759 e attribuito a F.Miselli.
Nel tempo è stata tramandata una storia che dice che se durante un matrimonio celebrato sotto il dipinto, l’anello degli sposi brilla, il matrimonio sarà allietato da molti figli.
Inoltre vi è motivo di credere che il crocifisso all’interno della chiesa sia miracoloso, perché durante una tremenda pestilenza che colpì l’Europa, l’Italia e l’Emilia tutta, fu portato in processione per le vie del paese e si parlò di attenuazione del morbo.
Questi due racconti sono stati tratti dallo scritto dello scandianese Luca Lazzaretti, che spesso racconta aneddoti e approfondisce luoghi storici nel gruppo Facebook “Scandian le un gran Scandian” che vi consiglio di visitare, se si vuole gustare il vero folclore scandianese.
All’interno della chiesa si trovano anche due pregevoli opere d’intaglio nella cappella del Crocifisso: un tabernacolo in legno attribuito a F.D.Ceccati (1641-1714) e l’adornamento dell’organo dello scultore reggiano Giacomo Cocconcelli (1704).
Quest’ultimo è considerato uno dei più notevoli lavori d’intaglio di origine barocca della provincia reggiana.
La chiesa ora si trova in fase di restauro, ma ci sarà modo a breve di tornare a visitarla.
Intanto io consiglierei di tornare in piazza Fiume, per andare ad assaporare i gustosi piatti del Ristorante “al Portone” che in questi tempi particolari effettua anche servizio d’asporto, il luogo è talmente particolare che merita comunque di essere visitato quando i ristoranti riapriranno al pubblico.
Ristorante al Portone: Questo locale storico di Scandiano ricorda i vecchi ristoranti dove quando entravi salendo le scale, ti sembrava di entrare in casa di qualcuno, in effetti l’accoglienza e la professionalità della titolare e del personale sono impeccabili.
In aggiunta all’ottimo trattamento i piatti tradizionali sono veramente ottimi e come fatti in casa, buone le carni e i bolliti, il ristorante cucina anche piatti di pesce, i cappelletti e i tortelli sempre al top, anche le caramelle allo speck sono sicuramente da leccarsi i baffi.
L’ambiente è datato e sembra di mangiare a casa di un vecchio zio con mobili scuri in noce, personalmente non tollero molto il colore arancio delle pareti, ma è decisamente sopportabile rispetto al resto al quale do un 10 assoluto.
I prezzi sono mediamente alti ma rapportati alla qualità e alla quantità dei cibi serviti li ritengo giusti, partono da un minimo di 30,00 euro per una portata comprensiva di vino, acqua, coperto e contorno.
Se poi bevete troppo il ristorante proprio come le locande di un tempo, da alcuni anni, possiede al secondo piano una serie di stanze decisamente chic, con balconi che affacciano direttamente da un lato sulla piazza e dall’altro sulla Rocca, direi che è la miglior vista che possiate sperare.
Il Ristorante al Portone si trova in Piazza Fiume al civico.11
Tel.0522 855985
Info generali:
Il Comune di Scandiano organizza visite guidate di due tipologie nei periodi che vanno da Aprile a fine Ottobre ( DPCM permettendo), la Rocca è chiusa nel periodo invernale.
Visite guidate alla Rocca dei Boiardo – Casa Spallanzani e ai Percorsi turistici Scandianesi:
- Biglietto per visita della Rocca e casa Spallanzani € 3.00
- Biglietto cumulativo Rocca + Casa Spallanzani + Percorsi turistici Made in Scandiano € 5.00
- prenotazione obbligatoria allo 0522 764302 – 303 – 273 dalle ore 08.00 alle ore 12.00 per gruppi di massimo 10 persone
- al momento resta esclusa la torre dell’orologio dal percorso di visita
- Ingresso gratuito per bambini e ragazzi fino 15 anni e over 65
- Pagamento presso il bookshop della Rocca dove saranno fornite tutte le indicazioni per lo svolgimento della visita in sicurezza
- Si consigliano scarpe chiuse per la visita dei sotterranei della Rocca.
In caso si volesse approfondire la visita a Scandiano andando ad esplorare altri luoghi che non ho citato in questo articolo, l’amministrazione ha creato una segnaletica apposita posta su ogni edificio interessato, comprensiva di QR code e dépliant informativi da prendere negli uffici del turismo, presso il Municipio in Corso Vallisneri.
Tutto questo al fine di potenziare e la valorizzare il turismo del territorio, e di un luogo veramente unico.
Le visite sono suddivise in 5 percorsi che rispecchiano una lettura per strati della città a partire dal Medioevo fino al primo Novecento.
Maggiori info sui percorsi “Made in Scandiano” li potete trovare qui.
Per chi arriva da fuori il paese sono presenti numerosi parcheggi ubicati vicino al centro storico completamente gratuiti.
Il più grande è sicuramente quello di piazza Prampolini, dove si svolge la Fiera Centenaria citata in precedenza, si può anche parcheggiare direttamente davanti alla Rocca.
Il mio profondo legame per questo gioiello reggiano mi ha spinta a dilungarmi in questo articolo che spero vi sia piaciuto, e che potrete condividere con chiunque sia interessato a questi paesaggi particolari.
Ditemi cosa ne pensate nei commenti e seguitemi nei canali social di Instagram, Facebook e Pinterest per trovare contenuti inediti video, foto, ricette tradizionali e tanto altro.
4 commenti
Riccardo
Bellissimo articolo, scritto con passione e pieno delle info giuste. Sicuramente fa venir voglia di venire ad esplorare questa piccola città!
Giovanna
Grazie Riccardo contenta che ti sia piaciuto, ti aspetto a Scandiano con la possibilità di pernottare alla Piccola Torre Bed and Breakfast.
Federico
Bellissimo articolo !
Nel caso tu scriva in futuro un altro articolo su Scandiano ti consiglio di parlare anche dei bellissimi (io gli adoro) edifici in stile liberty, come la Palazzina Lodesani o l’Ex Banca Popolare (ora sede di una gelaterie e di una salumeria).
Giovanna
Salve Federico contenta che le sia piaciuto… grazie per il consiglio ho capito di che edifici parla e sicuramente terrò in considerazione un’eventuale approfondimento