Castello di Sarzano Coperta
progetti,  Terre di Canossa

Castello di Sarzano: cosa fare e dove dormire in uno dei borghi meglio conservati dell’Appennino reggiano.

Il Castello di Sarzano compreso all’interno di un grazioso borgo con tanto di ristorante di nuova gestione “Borgo Bianco Matilde”  e camere per pernottare, è sicuramente uno dei castelli più datati dell’Appennino reggiano.

Quale meta migliore nella quale trascorrere una gradevole giornata tra i borghi dell’Appennino Tosco emiliano in questo autunno che fa capolino.

Inoltre se leggerete fino alla fine troverete tante idee su dove passare una piacevole giornata in visita a Castelli e antiche Ville di tutta Emilia, grazie ai consigli delle mie colleghe di Viaggi.Cibo.Emilia.

Il Castello di Sarzano sito nel comune di Casina fa parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.

É una delle rocche più eleganti e meglio conservate dell’Appennino emiliano, così si esprimeva nel 1885 l’archeologo e storico dell’arte Corrado Ricci in visita al Castello di Sarzano.

Castello di Sarzano Bis

Ho compiuto questo bellissima visita con rievocazione storica in costume condotta dalla “Compagnia della Mandragola”.

I figuranti della compagnia hanno minuziosamente arredato gli ambienti facendoci rivivere le atmosfere del Medioevo e illustrandoci la vita a corte in tutti i suoi aspetti con un’ attenzione particolare all’ alimentazione, alle armi e all’abbigliamento.

Ma non indovinerete mai chi è stato l’ultimo proprietario del Castello, prima che quest’ultimo nel 1990 fu acquistato dal Comune di Casina…

Vi do solo un piccolo indizio, si tratta di un’ attore britannico che ha recitato nel Signore degli Anelli!

Il nome ve lo svelo, non prima però di avervi narrato la storia  del Castello, seguitemi tra le sue mura!

Castello di Sarzano, la storia in breve:

La prima attestazione del castello di Sarzano nei documenti risale al 958 d.C., quando Atto Adalberto, progenitore della contessa Matilde, lo acquistò assieme al suo podere. 

La posizione di Sarzano, a cavallo della direttrice Parma- Lucca e sulla cima di un monte a controllo delle strade di valico, ne fece un importante punto difensivo ma anche di transito di merci, persone, notizie.

Matilde, morta nel 1115 senza eredi, aveva destinato il castello di Sarzano al monastero di S. Apollonio di Canossa.

La situazione cambiò radicalmente alla fine del XIII secolo, la famiglia da Fogliani ottenne il possesso di Sarzano usurpando i diritti dei monaci ed insediandovisi stabilmente nel corso del XIV secolo.

Durante questo secolo il castello passò diverse volte di mano fra i Fogliani, il comune di Reggio e gli Estensi: nel 1427 Nicolò III d’Este assediò Sarzano distruggendo interamente la rocca, che tuttavia venne poi fatta prontamente riedificare sotto la direzione degli architetti Beltramo Comastri e Francesco da Salvaterra.

Nel XV secolo si inaugura per Sarzano un periodo di condominio: la gestione del castello viene concessa dai Duchi d’Este ai Fogliani, Canossa e Visdomini, fino a quando nel 1568 subentrerà ai Canossa il ministro ducale Girolamo Graziani dalla Pergola.

Con l’estinguersi delle altre due linee ereditarie, nel 1694 l’intero feudo sarà riunito nelle mani della figlia del ministro, Francesca Graziani della Pergola, e del di lei marito, Paolo Carandini, marchesi di Sarzano.

I Carandini intrapresero a Sarzano una grande opera di restauro del castello che si concluderà nel 1698, come ricorda una lapide posta sopra l’architrave della porta di accesso al castello (ora trafugata e ricostruita sulla base di testimonianze fotografiche).

I Carandini furono i padroni di Sarzano fino al 1796, anno in cui furono soppressi i feudi e vi svelo una curiosità…

Tra i Carandini vi era anche Sir Christopher Frank Carandini Lee, undicesimo marchese di Sarzano, in arte Christopher Lee, attore e cantante statunitense.

Celebre Dracula di note pellicole internazionali, oltre che Saruman il bianco ne “Il Signore degli Anelli”.

Con la restaurazione il castello tornò agli Estensi, che nel 1839 ne fecero dono alla Chiesa.

Nel 1990 castello e borgo, che nel frattempo si era sviluppato ai suoi piedi, furono acquistati dal Comune di Casina.

Nel borgo è presente la Chiesa di San Bartolomeo datata 1600 costruita su di un’ edificio di culto che si pensa esistesse già dal XII secolo.

Tale Chiesa fu utilizzata fino al 1946 e poi sconsacrata, al suo interno presenta ancora i resti di affreschi datati XVII e un antico altare di origine paleocristiana.

Cosa si mangiava nel Medioevo:

La cucina medioevale era ricca e variegata e solitamente si differenziava in base alle classi sociali divise in tre tipologie: nobiltà, clero e popolazione.

La compagnia teatrale “La Mandragola” ci ha illustrato nel dettaglio le tipologie di cibo presente sulle tavole di queste tre classi.

Chiaramente i nobili ostentavano la loro ricchezza anche tramite piatti appariscenti, ricchi di carne e di selvaggina di svariate tipologie, e volatili che oggi non ci sogneremmo nemmeno di mangiare come i cigni e i pavoni.

Organizzavano sontuosi banchetti nelle proprie dimore soprattutto in presenza di ospiti.

Generalmente il pasto si apriva con la frutta fresca, che si credeva aprisse lo stomaco, a seguire verdure e zuppe calde, carne e arrosti opportunamente conditi con spezie.

Le spezie erano anch’esse sinonimo di ricchezza e venivano utilizzate in grande quantità, per finire frutta secca e dolci secchi tipo crostate o torte secche.

Alla fine di ogni pasto si usava bere una bevanda digestiva chiamata ippocrasso.

I poveri tendenzialmente mangiavamo zuppe di cereali, verdure e legumi tendenzialmente fagioli , pane nero di farina di segale o castagne e formaggi.

Già nel medioevo si parlava del Parmigiano Reggiano formaggio che si cominciò a fare nell’anno 1000.

Altri formaggi diffusi erano taleggio, caciocavallo, ricotta e formaggio caprino.

Il vino era la bevanda consumata sia dal ricco che dal povero, poi c’era la birra che si consumava nelle taverne, luoghi malfamati nei quali le persone si trovavano per reclutare le donne oppure per giocare a soldi, azione vietata dalla chiesa.

La birra era una bevanda malvista dai religiosi perché era ritenuta una bevanda bevuta dai popoli pagani (vichinghi).

Ma dove e come mangiavano i nobili:

Beh principalmente i nobili mangiavano con le mani e nello specifico con tre dita: pollice, indice e medio.

I poveri mangiavano all’interno di cocci o ciotole in legno, i ricchi all’interno di ceramiche decorate o peltro.

La carne veniva portata sulla tavola già tagliata a fette, il coltello gli uomini lo portavano direttamente alla cintura, per quanto riguarda la forchetta invece la storia è più singolare:

La forchetta compare intorno al 1100 a Venezia, usata da una principessa che si trovava alla corte di Bisanzio.

Inizialmente era d’oro ed era sicuramente utile per mangiare la pasta, non fu molto diffusa durante l’epoca, perché i religiosi la consideravano lo strumento del diavolo a causa dei soli due lebbi molto somiglianti alle corna del diavolo.

Ebbe larga diffusione solo intorno al 1300!

Info generali:

Le visita guidata al castello sono organizzate dal “Gruppo Storico il Melograno” che gestisce l’apertura degli spazi, e propone una serie di iniziative durante tutto l’anno tra cui rievocazioni storiche e animazioni.

Castello di Sarzano e Borgo

Trovate maggiori info al link qui presente, mentre le attività  quali concerti, mostre ed eventi organizzati nella bellissima chiesa sconsacrata di San Bartolomeo, presente nel borgo ai piedi del Castello  sono organizzati in parte dal Comune di Casina e in parte dal Ristorante di nuova gestione “Borgo BiancoMatilde”.

Il Castello di Sarzano si trova in via Sarzano La Torre, 3
Frazione Sarzano di Casina (RE).

Ed ora è arrivato il momento di  visitare un altro splendido Borgo e ciò che resta del suo Castello in provincia di Modena e precisamente a Savignano sul Panaro, ci accompagnerà la nostra guida turistica Iole.

Ma i Castelli non finiscono certo qui e Parma ne ha di bellissimi, come ad esempio la Rocca Meli Lupi di Soragna, seguite Aura e non ve ne pentirete.

Se invece volete vedere la bellissima Bologna dall’alto, nell’imperdibile spettacolo dei tetti color mattone allora Libera vi porterà con se su una delle Torri più affascinanti di Bologna: la Torre Prendiparte.

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